Le Letture del Mese#2: Febbraio

Creato il 01 marzo 2013 da Miki82 @Imaginary82
Buongiorno a tutti.
E' incredibile, siamo a Marzo e, sinceramente, non è un mese che mi piace, anzi... Sarà l'arrivo della primavera, sarà che cambia di nuovo l'orario, sarà che Marzo mi mette addosso una sorta di ansia perchè è come se mi facesse notare il tempo che passa troppo velocemente, sarà che a Marzo sono successe un bel po' di cose spiacevoli (per dirne una, la mega intossicazione alimentare da sushi dell'anno scorso! -__-), no, non mi piace proprio...
Come vi ho detto su Facebook, in questi giorni non ho molto tempo da dedicare al blog e mi dispiace molto considerando che è così da un bel po'. Ho un sacco di post da ultimare, nelle bozze, e spero domenica pomeriggio di riuscire a dedicarvi un po' di tempo.
Il post di oggi, come da titolo, ha come protagonista la mia passione per i libri e la lettura e voglio condividere con voi le storie che mi hanno tenuto compagnia durante il mese di Febbraio.
Anche stavolta i libri sono tutti in versione eBook, ho già espresso brevemente il mio parere sull'argomento nel post delle letture di Gennaio, se vi può interessare.
Detto ciò, cominciamo:
- Il Corpo Umano di Paolo Giordano

 TRAMA (da Amazon):
È un plotone di giovani ragazzi quello comandato dal maresciallo Antonio René. L’ultimo arrivato, il caporalmaggiore Roberto Ietri, ha appena vent’anni e si sente inesperto in tutto. Per lui, come per molti altri, la missione in Afghanistan è la prima grande prova della vita.
Al momento di partire, i protagonisti non sanno ancora che il luogo a cui verranno destinati è uno dei più pericolosi di tutta l’area del conflitto: la forward operating base (fob) Ice, nel distretto del Gulistan, “un recinto di sabbia esposto alle avversità”, dove non c’è niente, soltanto polvere, dove la luce del giorno è così forte da provocare la congiuntivite e la notte non si possono accendere le luci per non attirare i colpi di mortaio.
Ad attenderli laggiù, c’è il tenente medico Alessandro Egitto. È rimasto in Afghanistan, all’interno di quella precaria “bolla di sicurezza”, di sua volontà, per sfuggire a una situazione privata che considera più pericolosa della guerra combattuta con le armi da fuoco.
Sfiniti dal caldo, dalla noia e dal timore per una minaccia che appare ogni giorno più irreale, i soldati ricostruiscono dentro la fob la vita che conoscono, approfondiscono le amicizie e i contrasti fra loro, cercano distrazioni di ogni tipo e si lasciano andare a pericolosi scherzi camerateschi. Soltanto la notte, sdraiati sulle brande, vengono sorpresi dai ricordi. Nel silenzio assoluto, che è silenzio della civiltà ma anche della natura, riescono a sentire la pulsazione del proprio cuore, il ronzio degli altri organi interni – l’attività incessante del corpo umano.
L’occasione in cui saranno costretti a addentrarsi in territorio nemico sarà anche quella in cui ognuno, all’improvviso, dovrà fare i conti con ciò che ha lasciato in sospeso in Italia. Al loro ritorno, avranno sorpassato irreversibilmente la linea che separa la giovinezza dall’età adulta.
In un romanzo corale, che alterna spensieratezza e dramma, Giordano delinea con precisione i contorni delle “nuove guerre”. E, nel farlo, ci svela l’esistenza di altri conflitti, ancora più sfuggenti ma non meno insidiosi: quelli familiari, quelli affettivi e quelli sanguinosi e interminabili contro se stessi.

Non voglio dire molto di questo libro, trovate la mia recensione QUI.
VOTO: 5/5
- Cleo di Helen Brown

TRAMA (da Amazon):
Helen ha un marito e due figli adorabili, Sam e Rob, amanti degli animali. Ed è per soccorrere un uccellino ferito che Sam attraversa la strada di corsa e viene investito da un'auto, sotto gli occhi del fratello. Da quel giorno tutto cambia. Sarà Cleo, la gattina che Sam aveva chiesto come regalo di compleanno, a riportare la serenità. Ospite inizialmente indesiderata, Cleo diventa il nume tutelare della casa. è lei che restituisce il sorriso a Rob, lei che veglia su Helen, lei che consolida vecchi legami e ne favorisce di nuovi. Emozionante memoir che commuove e diverte, dove l'affetto incondizionato di un gatto aiuta ad aprire i cuori, a medicare le ferite, a rinnovare il desiderio di vivere.
Dopo aver finito il libro di Giordano, volevo qualcosa di leggero e rilassante da leggere e, attratta dal batuffolo di pelo nero raffigurato sulla copertina, ho optato per questo. Probabilmente non ne ho parlato così tanto spesso nel blog, ma, dovete sapere, ho una passione incommensurabile per i gatti. Il gatto è il mio animale preferito e mi sento fortemente in sintonia con esso. Potevo non essere attratta da Cleo?
Di solito, in un libro che ha come protagonista un animale, la morte dello stesso è praticamente scontata e le lacrime sono assicurate. Prima di cominciare la lettura avevo fatto i conti con questa consapevolezza e mi ero preparata psicologicamente ad una fine del genere, nella speranza che il viaggio che avrebbe portato alla dipartita dell'animale fosse quanto meno piacevole. Be', così non è stato!
Le pagine di questo libro sono intrise di dolore, dolore per la perdita di un figlio, per la perdita di un fratello. Si tratta di un dolore urlato, sottolineato, rimarcato, che dopo un po' diventa fastidioso in quanto non lo si percepisce ma lo si legge costantemente. La trama, se così vogliamo chiamarla, riguarda semplicemente la vita di questa famiglia in un susseguirsi praticamente continuo di eventi spiacevoli. E poi c'è Cleo, la gattina capitata quasi per sbaglio tra "gente da cani", la gattina spelacchiata che strappa sorrisi, oltre a tutto il resto, che lenisce un po' le ferite, che attira prepotentemente l'attenzione, che in poco tempo diventa regina incontrastata della casa, padrona assoluta del giardino, della tavola e del frigorifero.
Nonostante i passaggi dedicati a Cleo spesso siano davvero molto belli, non sono bastati per farmi piacere il libro. Probabilmente non era il momento adatto per leggerlo ma sta di fatto che l'ho trovato pesante, a tratti noioso e molto ripetitivo, in più, verso la fine, accade qualcosa che mi ha riportato alla mente uno dei periodi più brutti della mia vita. Insomma... no.
VOTO: 3/5
- Warm Bodies di Isaac Marion

TRAMA (da Amazon):
R è un ragazzo in piena crisi esistenziale: è uno zombie. Non ha ricordi né identità, non gli batte più il cuore e non sente il sapore dei cibi, ma nutre molti sogni. La sua capacità di comunicare col mondo è ridotta a poche, stentate sillabe, ma dentro di lui sopravvive un intero universo di emozioni. Un giorno, mentre ne divora il cervello, R assaggia i ricordi di un ragazzo. Di lì a poco, per lui cambierà ogni cosa; intreccia una relazione con la ragazza della sua vittima, Julie, e sarà per lui un’esplosione di colori nel paesaggio grigio e monotono che lo circonda. Perché l’amore per lei lo trasformerà in un uomo (e in un morto) diverso, più combattivo e consapevole. Di qui avranno inizio una guerra feroce contro i suoi compagni d’un tempo e una rinascita dalle conseguenze inimmaginabili. 
Ciò che mi ha spinto a leggere questo libro è stato il trailer del film che ne è stato tratto

Ditemi quello che volete ma a me ha fatto sorridere. Vedere 'sto tizio con l'andatura traballante e l'espressione da ebete quando vede Julie (diciamo che l'espressione è sempre da ebete...) mi ha fatto pensare che fosse una cosa talmente ridicola da voler leggere l'intera storia e magari trovare quella lettura disimpegnata che cercavo in Cleo.
Prima pagina. Questo è ciò che mi si è presentato:

Ogni capitolo si apre con una tavola dell'Anatomia del Gray, atlante che odio ed a cui ho preferito a suo tempo il meraviglioso Netter. L'idea però è carina, in quanto ogni tavola riguarda l'organo protagonista del capitolo e la cosa mi è piaciuta non poco.
Per il resto, anche in questo caso, il libro non è poi così disimpegnato come potrebbe sembrare e mi è piaciuto abbastanza il modo in cui vengono trattati alcuni argomenti come la paura del diverso, l'assenza di speranza, l'accettazione di una realtà crudele e ingiusta, l'alienazione e anche l'amore ed il trovare in questo sentimento la forza per cambiare e guardare avanti ritrovando speranza nel futuro. Per l'ennesima volta il riferimento a "La Bella e la Bestia" è evidente ma il modo in cui Marion ha reinterpretato la fiaba mi è piaciuto e l'ho trovato sufficientemente originale.
VOTO: 3,5/5
- Venivamo Tutte per Mare di Julie Otsuka

DESCRIZIONE DEL LIBRO (da Amazon):
"Da anni" ha dichiarato Julie Otsuka, "volevo raccontare la storia delle migliaia di giovani donne giapponesi - le cosiddette "spose in fotografia" che giunsero in America all'inizio del Novecento. Mi ero imbattuta in tantissime storie interessanti durante la mia ricerca e volevo raccontarle tutte. Capii che non mi occorreva una protagonista. Avrei raccontato la storia dal punto di vita di un "noi" corale, di un intero gruppo di giovani spose". Una voce forte, corale e ipnotica racconta dunque la vita straordinaria di queste donne, partite dal Giappone per andare in sposa agli immigrati giapponesi in America, a cominciare da quel primo, arduo viaggio collettivo attraverso l'oceano. È su quella nave affollata che le giovani, ignare e piene di speranza, si scambiano le fotografie dei mariti sconosciuti, immaginano insieme il futuro incerto in una terra straniera. A quei giorni pieni di trepidazione, seguirà l'arrivo a San Francisco, la prima notte di nozze, il lavoro sfibrante, la lotta per imparare una nuova lingua e capire una nuova cultura, l'esperienza del parto e della maternità, il devastante arrivo della guerra, con l'attacco di Pearl Harbour e la decisione di Franklin D. Roosevelt di considerare i cittadini americani di origine giapponese come potenziali nemici. Fin dalle prime righe, la voce collettiva inventata dall'autrice attira il lettore dentro un vortice di storie fatte di speranza, rimpianto, nostalgia, paura, dolore, fatica, orrore, incertezza, senza mai dargli tregua.
Ecco, questa voce collettiva che avrebbe dovuto attirarmi dentro il vortice di storie è stata proprio il motivo per il quale il libro non mi è piaciuto. Un vero peccato perchè trovo che abbia un ottimo potenziale, ma il modo in cui l'autrice ha scelto di raccontare queste storie ha fatto in modo che non riuscissi ad appassionarmi alla lettura. Snocciolare a mo' di elenco vite, fatti, nomi è stato come leggere tutto e niente:
"Alcune di noi lavoravano in fretta per fare buona impressione. Alcune di noi lavoravano in fretta solo per dimostrare che potevamo raccogliere susine, cimare barbabietole, insaccare cipolle e
imballare fragole in fretta quanto gli uomini, se non di più. Alcune di noi lavoravano in fretta perché
avevano trascorso l’infanzia chine a piedi scalzi nelle risaie e sapevano già cosa fare. Alcune di noi
lavoravano in fretta perché i nostri mariti ci avevano avvertite che altrimenti ci avrebbero rimandate
a casa con la prima nave. Ho chiesto una moglie capace e forte. Alcune di noi venivano dalla città, e
lavoravano lentamente, perché non avevano mai tenuto in mano una zappa. «Il lavoro più facile
d’America» ci veniva detto. Alcune di noi erano sempre state deboli e malaticce, ma dopo una
settimana nei limoneti di Riverside si sentivano forti come tori. Una di noi crollò senza neppure
finire di sarchiare la prima fila di piante. Alcune di noi lavoravano piangendo. Alcune di noi
lavoravano imprecando. Tutte noi lavoravamo soffrendo: le mani sanguinavano e si coprivano di
vesciche, le ginocchia bruciavano, la schiena non sarebbe mai più tornata a posto."

Questo è solo un breve passaggio, ma tutto il romanzo procede secondo questo schema.
Ciò che ho apprezzato è stata la possibilità di conoscere una storia che quasi ignoravo. Persone di ogni nazionalità hanno cercato "fortuna" in America e, probabilmente, la mia attenzione è sempre stata rivolta verso gli italiani e le loro storie. Conoscevo qualcosa sui cinesi ma del popolo giapponese in America non avevo mai letto nulla e sapevo ben poco, soprattutto di cosa successe loro dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Nonostante la struttura, il romanzo è davvero ben scritto e interessante. Tutto sommato lo consiglio.
VOTO: 3,5/5
- Papà Gambalunga di Jean Webster

TRAMA (da Amazon):
Jerusha Abbott è sola al mondo, vive da sempre in un orfanotrofio e ora che sta per compiere diciott'anni la vita sembra non riservarle nulla di buono. Ma un improvviso e misterioso benefattore le permetterà di cambiare vita. L'uomo la farà studiare affinché possa diventare una scrittrice ponendo, però, singolari condizioni: lei dovrà scrivergli tutti i mesi raccontandogli dei suoi progressi mentre lui rimarrà sempre anonimo e sconosciuto. Jerusha scopre così un nuovo mondo in cui svilupperà amicizia, intelletto, convinzioni sociali, orgoglio e troverà anche l'amore. Con un finale sorprendente che la lascerà a bocca aperta.
No, non lo avevo mai letto e, probabilmente, se non lo avessi visto nella libreria aNobii della mia amica Adele, non lo avrei mai fatto e sarebbe stata una grande perdita.
Da piccola ho amato l'anime e l'ho rivisto non troppo tempo fa riprovando, se possibile, le stesse emozioni, emozioni che ho ritrovato in questo libro, che definire delizioso è davvero riduttivo.
La storia di Judi viene raccontata in prima persona attraverso le lettere che scrive al suo "papà gambalunga", che ignoravo fosse il modo con cui in america vengono chiamati quegli schifosissimi ragni dalle zampette lunghe e sottili, in cui Judi descrive con entusiasmo la vita nella nuova scuola, le nuove amicizie, le passioni che animano il suo cuore e, nonostante lei non riceva mai una risposta dal suo benefattore, impara a volergli bene e gli è grata della possibilità che inspiegabilmente le ha riservato.
Probabilmente conoscete tutti l'identità di papà gambalunga e sapete tutti come finisce questo romanzo di formazione, ma nel caso ci fosse qualcuno che non lo ha letto e non ha nemmeno visto l'anime, non dirò nulla.
Ecco, questo è stato tra tutti quelli che ho letto in questo mese il pià rilassante, il più piacevole, una parentesi delicata alla quale ho dedicato volentieri qualche ora di distrazione.
VOTO: 4/5
- Multiversum. Memoria di Leonardo Patrignani
ATTENZIONE! Questo è il secondo capitolo di una saga e la trama inevitabilmente vi rivelerà qualcosa del primo volume.

 TRAMA (da Amazon):
Alex, Jenny e Marco hanno provato sulla loro pelle cosa vuol dire perdersi nelle infinite strade del Multiverso. Ora, però, non sanno come uscire da Memoria, una dimensione mentale, non meno chiusa di una gabbia, nella quale vedono solo ciò che ricordano. Mentre i secoli trascorrono dopo la fine della loro civiltà, una nuova Era comincia sul pianeta Terra. Ma in che modo si possono usare i ricordi per fuggire da Memoria e scampare all'eterna condanna? Quali segreti disseppelliti dal passato permetteranno loro di risvegliarsi nel futuro?
Quante volte lo avrò scritto sul blog? Non amo particolarmente gi autori italiani contemporanei. Non c'è nessuno che possa definire il mio preferito, del quale legggerei anche la lista della spesa, per il quale farei la fila davanti alla libreria, o meglio, non c'è più, dopo la prematura scomparsa di Chiara Palazzolo.
Come ogni regola anche questa ha la sua eccezione, che porta il nome di Leonardo Patrignani.
Era il 22 Luglio del 2012, una caldissima domenica pomeriggio, quando decisi, con non poco scetticismo, di prendere in mano Multiversum. Non conoscevo la trama, non sapevo che fosse il primo di una trilogia, non sapevo che mi sarei imbattuta in uno dei libri più belli che io avessi mai letto.
Un paio di notti fa, come allora, con non poco scetticismo unito stavolta anche a grandi aspettative, complice un brutto sogno, un attacco di gastrite e l'incapacità a riprendere sonno (che immagine poetica eh?) ho preso in mano Memoria, secondo capitolo della trilogia. Erano poco meno delle tre. Poche ore dopo lo avevo terminato.
“Benvenuti in Memoria.
Il luogo dove l’unico scenario possibile è il ricordo. L’interminabile silenzio tra la fine del disco e l’inizio della traccia nascosta.”

Quest'immagine è stata come una passaporta, permettetemelo, e mi ha acciuffata risucchiandomi e facendomi ritornare in un mondo che mi era mancato più di quanto immaginassi.
Non voglio rivelarvi troppo della trama ma cercherò di dirvi cos'è Multiversum e cos'è Memoria. Per me, ovviamente.
E' un romanzo d'amore, che non fa dell'amore uno scontato e stucchevole protagonista. E' un romanzo fantasy, che lascia però al di fuori le trame intricate, spesso noiose e ridondanti di questo genere. E' un romanzo distopico pur non essendolo fino in fondo, dedicando allo scenario post-apocalittico l'importanza sufficiente. Ne avesse data di più, a mio parere, sarebbe stato solo l'ennesimo romanzo di questo genere. La distopia qui fa da cornice, la si percepisce ma non ruba spazio alla vera storia. Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui ha introdotto "nuovi" personaggi, nonostante in questa occasione abbia mostrato un po' del "sadismo" di Martin. E' fino in fondo un romanzo di amicizia, che è probabilmente la cosa che ho apprezzato di più. E' senza ombra di dubbio un libro da leggere.
VOTO: 5/5
E con questo è tutto.
E voi cosa avete letto? Avete libri da consigliarmi? Avete leetto qualcuno di questi? Vi è piaciuto?
Alla prossima,


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