L'esaltazione del femminile fine a sé stessa così come l'atteggiamento di superiorità tenuto da talune donne nel confronto dell'altra metà dell'universo, il mondo maschile, è fondamentalmente ingiusta così come il suo parallelo maschile (chiamatelo pure machismo o maschilismo).
Credo che l'atteggiamento più giusto sia quello di abbandonare la consueta distinzione uomo/donna, iniziando invece a parlare di persone. Indipendentemente dal sesso, da attributi fisici esistenti o mancanti o da differenti modi di vedere la vita, uomo e donna sono due pari.
Questo non significa che la donna abbia la stessa potenza fisica di un uomo, così come non significa che questo possieda la stessa capacità empatica di una donna: parità si riferisce ad un valore ulteriore, quello della dignità e del rispetto, la convinzione di poter contare sulla persona che si ha accanto indipendentemente dal suo stesso, dalle sue convinzioni o dal lavoro che questa svolge.
Posto questo, le differenza fondamentali tra uomo e donna sono ben poche e tutte, in un certo senso, secondarie, riducendosi al mero fattore estetico/fisico.
In "La magnifica stronza" la Argov, dopo aver parlato di fiducia e di parità tra i sessi, introduce una distinzione chiave nella comprensione dell'intero Argov-pensiero: quella tra le brave ragazze e le stronze. Spiegare cosa si nasconde dietro a queste ultime è molto semplice: come la stessa autrice dirà la stronza è "una donna con la spina dorsale, che prima di tutto ama sè stessa", una donna che non cerca un uomo soltanto perché non riesce a stare da sola ma perché la parola "insieme" ha un valore aggiuntivo, profondo magico oserei dire.
Chi è invece la brava ragazza? L'Argov-pensiero non percepisce la brava ragazza come la giovane della porta accanto, bella e semplice, dolce ed innocente. No. La vede piuttosto come una donna profondamente insicura, schiava del bisogno di avere un uomo al proprio fianco, amorfo zerbino troppo impegnato a colpire per conquistare, piuttosto che amare sè stessa per vivere in armonia con gli altri.
Ricordiamoci che secondo la Argov (idea che condivido pienamente) la prima vera relazione che ognuno di noi ha (perché è di relazioni che la Magnifica Stronza parla) è quella con sè stessi: l'amore per la propria vita porta alla stima verso sè stessi, rendendo piena e completa la nostra stessa esistenza.
Ma allora una relazione sentimentale cos'è?
Contare sull'altro, avere un compagno, un compare, un amante, un amico. Non è bisogno ma è piacere. Non è necessità, non è obbligo, non è paura ma è liberazione, combinazione, nutrimento.
é amare la propria vita per imparare ad amare qualcun altro. Senza limiti, nè macchinazioni: essendo soltanto noi stessi.
Consigliato a tutte le magnifiche stronze o a tutte quelle brave ragazze ormai stufe!
voto: 3 mele e mezzo!
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