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Le letture della Fenice: RECENSIONE - Fragili e Preziose

Creato il 07 novembre 2012 da Lafenice
Le letture della Fenice: RECENSIONE - Fragili e Preziose
Le letture della Fenice: RECENSIONE - Fragili e Preziose Fragili e Preziose (Precious and Fragile Things) di Megan Hart Harlequin Mondadori pag. 380 in libreria dal 30 ottobre 2012
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Fragili e Preziose, le rose non hanno bisogno di cura e attenzione per crescere. Nel giardino di Gilly, le rose non fioriscono mai, lei non ha tempo per loro né per sé stessa, sovrastata dalle esigenze della propria famiglia, dai pianti ininterrotti dei figli, dalle aspettative degli altri che la soffocano lentamente, togliendole un po' d'aria ogni giorno. Ma proprio nel momento in cui crede di non farcela più, si ritrova con un coltello alla gola. Il suo primo pensiero è che finalmente potrà avere un po' di tregua. Ora qualcuno dovrà salvare lei. Segregata in una casupola circondata dalla neve, con un rapitore sempre meno folle e sempre più umano, le ci vorranno forza e coraggio per non dimenticare che quest'uomo è sull'orlo di un baratro, e che se non starà attenta potrebbe cadere insieme a lui, come una rosa sulla neve.
Le letture della Fenice: RECENSIONE - Fragili e Preziose
Il primo pensiero che ho avuto stringendo tra le mani questo libro è stato “Elena, preparati a momenti di angoscia in stile Scomparsa”. Ammetto di aver avuto paura: il libro della Stevens mi lasciò un'angoscia ed uno sconforto che il solo pensiero di leggere, per la seconda volta, qualcosa di simile mi faceva accapponare la pelle. In realtà, però, immergendomi nella lettura, ho scoperto un libro diverso dalle mie aspettative: più leggero, sicuramente meno terrificante, focalizzato su emozioni completamente differenti da quelle di “Scomparsa”.

Le letture della Fenice: RECENSIONE - Fragili e Preziose

la cover originale

Come già vi raccontai nella puntata di “ConsigliLetterari” dedicata a “Fragili e Preziose”, già l'incipit da un tono più “rilassato” (nel senso più estensivo del termine) a questa storia: troviamo una madre sull'orlo di una crisi di nervi, una madre spinta dalla fatica della propria quotidianità e dalla mancanza di riposo a vedere la sua vita non soltanto come qualcosa di totalmente insoddisfacente, ma come una realtà da cui scappare, il più velocemente possibile. L'occasione per dare una legittimità alla sua volontà di fuga arriva nel momento in cui il giovane Todd, puntandole un coltello alla gola, sale nella sua auto e la sequestra. Molto interessante, a questo riguardo, l'analisi psicologica della protagonista, Gilly una donna che non sopporta più il peso di una vita che pare soffocarla, che non riesce a tollerare i suoi “pestiferi bambini” e desidera disperatamente una via di fuga ma che, al contempo si colpevolizza per aver anche soltanto provato queste stesse emozioni: perché Gilly vuole essere una buona madre, dedita ai propri figli ed al loro benessere. Non vuole abbandonarli ma non vuole nemmeno continuare a soffocare il suo bisogno di libertà. Come dicevo prima, nella prima parte del romanzo della Hart la protagonista vede nel proprio rapimento una facile via d'uscita: dopotutto chiunque l'avrebbe vista come la vittima di una situazione su cui non poteva nulla, non come una madre snaturata. Soltanto con il passare del tempo, con la crescente paura di non vedere più né i figli né il marito che faceva capolino nella sua anima, la donna abbandona la fragilità che l'aveva contraddistinta in fase iniziale ed inizia, con una feroce convinzione, a pianificare la sua fuga ed il suo ritorno a casa.
Al contrario, quello che inizialmente pareva essere “un mostro”, il rapitore Todd, diventa, grazie a ciò che la Hart ci rivela con lo scorrere delle pagine, la vera personalità fragile del romanzo. Perché Todd, al contrario dell'aguzzino della Annie di “Scomparsa”, ha un volto decisamente umano, è un bambino alla disperata ricerca dell'affetto che non ha mai ricevuto in tutta la vita, dell'unica cosa bella che potrebbe davvero cambiargli l'esistenza, dell'opportunità di redimersi. Impossibile non provare una sorta di “pietas” nei confronti di Todd, soprattutto quando la sua storia, che eviterò di raccontarvi per non includere spoiler, viene alla luce. Impossibile non comprendere le perplessità di Gilly, il suo sentirsi vicina al proprio rapitore, per quanto possa risultare razionalmente sbagliato. Ecco, mentre il libro della Stevens fa leva sulle nostre paure, “Fragili e Preziose” della Hart si collega maggiormente a sensazioni come la pietà e la compassione, due elementi in grado di renderlo non angosciante ma, sotto parecchi punti di vista, commovente.
Dal punto di vista della narrazione, il ritmo risulta piuttosto veloce, portato avanti in primo luogo da rivelazioni sulla vita dei due protagonisti e dal loro percepirsi come sempre più vicini, secondariamente da azioni, specialmente nella prima parte, connesse con i vari tentativi di fuga di Gilly.
“Fragili e Preziose” si definisce quindi come un dramma, piuttosto che un thriller, commovente ma anche piacevole.
Voto: 3 mele e mezzo.

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