Le letture della Fenice - RECENSIONE - Garden, il giardino alla fine del mondo

Creato il 25 aprile 2013 da Lafenice
Buongiorno a tutti amici ed amiche!
Finalmente riesco a parlarvi di un libro che aspettavo con trepidazione e che, da pochissimo, ho finito di leggere. Arriva sul Diario la recensione di Garden: Il giardino alla fine del mondo di Emma Romero! Garden – Il giardino alla fine del mondo di Emma Romero Mondadori Chrysalide pagg. 271 prezzo: 14,90€ aprile 2013 Il ritardo è negligenza. La negligenza è disordine. Il disordine è perdizione. Maite è tra le operaie più efficienti nella fabbrica in cui lavora. In fondo non ha scelta: se commettesse un'infrazione sarebbe punita con la morte. Maite coltiva in segreto la sua passione, il canto, e sogna di raggiungere il leggendario giardino alla fine del mondo, dove si narra vivano i ribelli in completa libertà e dove pare siano sopravvissute le lucciole. Perché il suo paese è diventato una prigione fredda e spoglia. Dopo una lunga guerra, l'Italia è stata divisa in Signorie e, per impedire il ritorno al caos, le arti e le scienze sono riservate ad una casta di eletti, mentre gli esclusi sono condannati a una vita di obblighi e privazioni. L'unica fonte di svago è la Cerimonia, la grande festa celebrata per l'anniversario della Rinascita. Maite ha sempre voluto esibirsi su quel palco, ma il giorno in cui potrà finalmente ottenere il suo riscatto scoprirà che, in un paese che ha ucciso ogni speranza, anche dai sogni si può desiderare di fuggire.. Quello della Romero è un libro dalle grandi possibilità non totalmente espresse. La trama risulta convincente, per quanto vi siano alcuni punti più “dilatati” e taluni incredibilmente “contratti”. È una questione di ritmo: se la prima parte scorre con una certa lentezza, dando al lettore il modo di abituarsi ad un mondo distopico e lontano dal proprio modo di vivere, la seconda parte, sicuramente ricca di avvenimenti scorre talmente veloce da lasciare indietro alcuni particolari molto importanti. ATTENZIONE _ SPOILER: prendiamo, ad esempio, Einar. Compare nella narrazione in modo inaspettato, giocando un ruolo di vitale importanza in quello che è lo svolgimento del plot. Il problema, però, è il suo rapporto con la protagonista, Maite: le spegne la sveglia facendola arrivare in ritardo al lavoro, la cerca e vuole aiutarla a cambiare la situazione politica del loro paese. Il tutto perché, da piccolo, aveva già avuto modo di conoscerla in una circostanza a dir poco pericolosa. C'è anche un abbozzo di sentimento tra i due, sentimento che viene percepito ma non analizzato. Quello che ho faticato a comprendere è la natura di questo sentimento, la necessità di un incontro simile ai fini della storia e l'importanza di questa situazione. Insomma, anche senza Einar la storia avrebbe potuto proseguire senza tanti problemi ed intoppi, magari con meno romance e più azione, ma non credo sarebbe stato un gran problema, dato che di romance, comunque, ce n'è poco. ATTENZIONE _ FINE SPOILER. È molto interessante l'idea stessa alla base di Garden: un mondo lontano, dominato da una elite dispotica decisa a dominare una popolazione ridotta in schiavitù. Ancora più interessante, il fatto che si tratti di un libro italiano, ambientato in suolo nazionale: dopo tanti libri stranieri, finalmente giochiamo in casa! Non riesco, però, a dirvi di essere convinta di questo libro fino in fondo: l'inizio mi faceva davvero ben sperare, soprattutto per la cura che la Romero riservava ai dettagli ed ai ricordi della protagonista, necessari per farci capire il mondo in cui Maite ed i suoi amici vivono. La seconda parte, però, essendo così veloce e, soprattutto, densa di situazioni non analizzate in profondità – SPOILER: la morte di Lucilla è destabilizzante in quanto improvvisa e terribilmente egoistica, l'idea dell'esibizione finale di Maite viene messa in secondo piano dalla rivolta popolare.. FINE SPOILER. É un buon libro, con una chiusa che mi fa ben sperare nell'uscita di un secondo capitolo – e davvero d'effetto! - ma con alcuni punti deboli che non posso far finta di non vedere. Voto: 3 mele (meno, meno!)

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