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le letture della Fenice: RECENSIONE - Il cerchio dei prescelti

Creato il 25 gennaio 2012 da Lafenice
Prima di iniziare a parlarvi di questo libro, vorrei fare una breve premessa. Come vi dissi qualche tempo fa, ho avuto la fortuna di incontrare personalmente l'autore di questo romanzo, Gianluca Salmi, a Bologna. Cosa mi ha colpito di più in lui? La passione. E leggendo il libro la sua personalità traspare: com'è lui, così è il suo modo di raccontare. Che dirti Gianluca, in bocca al lupo per tutto!
le letture della Fenice: RECENSIONE - Il cerchio dei prescelti
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Vorrei iniziare spendendo qualche parola sulla cover: l'intestazione bianca su sfondo rosso decorato con alcuni motivi strettamente connessi al libro, purtroppo, non attira particolarmente l'attenzione. Provo ad immaginarmi il libro circondato da possibili rivali in libreria e non credo abbia la forza di possibili competitors con contenuti di livello decisamente più basso ma più attraenti per quanto riguarda un primo impatto puramente visivo. Grande peccato.
Quello di Salmi è un libro complesso con una struttura estremamente elaborata. Quando ho iniziato a leggerlo, la prima immagine che mi è venuta alla mente è stata quella di una immensa torta a strati: vari livelli sovrapposti l'uno all'altro, strettamente connessi tra di loro ma, comunque, in grado di reggersi in piedi anche individualmente. Tante storie convergono nello stesso punto: c'è chi cerca di scoprire un segreto e chi cerca di difenderlo con tutte le sue forze. C'è chi morirebbe per mantenere la verità celata, chi invece darebbe (e da) la propria vita per portarla alla luce.
Indubbiamente una struttura di questo tipo richiede uno sforzo enorme per risultare pienamente convincente. Con tanti personaggi c'è il rischio concreto di creare confusione nella mente del lettore, facendogli perdere il filo dell'intero discorso. Con una storia così "importante" nel senso di densa e concentrata, si corre il rischio di dare più importanza alle vite dei protagonisti, piuttosto che al fulcro fondamentale del romanzo stesso. Ecco, credo che, per quanto riguarda il primo punto, Il cerchio dei Prescelti, abbia qualche lacuna. I personaggi sono davvero tanti e le storie da tenere in mente così diverse che, spesso (soprattutto nella prima parte), mi sono trovata ad incontrare personaggi che sapevo di aver già visto ma di cui non ricordavo quasi nulla. Ecco, forse è proprio questo un limite che ho riscontrato: è troppo denso.
I dialoghi, lo ammetto, mi hanno convinto a tratti: a volte risultano perfettamente strutturati, soprattutto quando l'autore alterna alla comunicazione tra i vari personaggi la spiegazione di avvenimenti storici rilevanti per la comprensione della storia e per la sua contestualizzazione.
Altre volte, ahimé, risultano poco verosimili: ad esempio quando il professor Costi flirta per qualche istante con l'agente Julia, proprio davanti al cadavere del suo più grande amico, appena ucciso.

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L'autore a Bologna

Una delle cose che più ho apprezzato in questo libro è, senza dubbio alcuno, il registro, il vocabolario davvero alto a cui l'autore attinge.
La lingua italiana ha una sua bellezza che prescinde dalle strutture usate o dal messaggio che vogliamo trasmettere. é una bellezza che ha a che fare con le parole che utilizziamo, con il suono che hanno, con la loro particolarissima musicalità. Più il registro è alto, più le parole sono ricercate, belle, dense di significato.
Ecco, il vocabolario utilizzato da Gianluca è ricco e ricercato, molto elevato ed attento all'utilizzo delle parole e delle espressioni più giuste. Tralasciando qualche ripetizione, Il cerchio dei prescelti, ha il valore aggiunto proprio di un'opera bella in quanto ben scritta. E questo non è poco, soprattutto considerando il fatto che l'autore è emergente (complimenti Gianluca!).
Il ritmo della narrazione risulta molto scorrevole, data la divisione in capitoli molto brevi e veloci. come mi disse l'autore quando lo incontrai a Bologna, questo era nelle sue intenzioni: creare immagini veloci, impressioni, che il lettore avrebbe dovuto colmare autonomamente, attraverso la propria immaginazione ed il proprio "sentire". Le descrizioni, infatti, non sono mai troppo lunghe, piuttosto basiche le definirei, ed anche i punti più esplicativi risultano comunque interessanti ed avvincenti.
Tenete d'occhio Gianluca: sono certa che migliorerà molto nei prossimi tempi! Dopotutto, una base solida da cui partire c'è: basta solo rinforzarla (e sono sicura lo saprà fare nel migliore dei modi).
Voto: 3 mele
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