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le letture della Fenice: RECENSIONE - il club dei suicidi di Albert Borris
Creato il 18 luglio 2011 da Lafenice“la vera autostima viene dall'abilità, dall'essere bravi in qualcosa. Non importa cosa. Poi fregatene degli inutili complimenti. Fregatene di quel che pensa la gente. Tutto quello che conta è il rispetto che hai per te stesso”. Albert Borris
Scrivere di un argomento così delicato e toccante, raccontare le vite di chi decide di porre fine alla propria, non è cosa da poco. Vi sono quelli che lo fanno attraverso giudizi di ogni genere, spaventati da un universo così oscuro e tetro come quello del suicidio, e chi lo fa estromettendo ogni giudizio, puntando solamente alla storia, ed al beneficio che chiunque può trarne dalla lettura.Questo è certamente il caso di Borris e del suo libro, Il club dei suicidi: non vi sono giudizi, ma vi è una storia. Una storia che fa riflettere sull'importanza di ciò che diamo costantemente per scontato, la vita.La voce narrante risponde al nome di Owen, “Treccani” vivente di tutto ciò che riguarda il suicidio, ragazzo solo, ai margini di una società che sembra non capirlo, martoriato dal senso di colpa. È lui a raccontare il viaggio di questi quattro ragazzi, poi amici, poi compagni; per le vie di un'America macabra, quella dei grandi della letteratura, musica e poesia che hanno optato per la via del suicidio, per la soluzione ultima. Lo fa con una rassegnata disperazione, attraverso lacrime e talvolta attraverso l'ironia. Morire per lui come per i suoi compagni, è l'estremo tentativo di liberarsi dal male, dalla solitudine. Ma quando questa, lentamente, si trasforma in condivisione, quando la famiglia diventa quella dei “suicide dogs”, quando il mondo sembra colorarsi di nuove possibilità, progetti e emozioni, non vale forse la pena di combattere, accettare il dolore, uccidere la morte stessa?Il romanzo di Borris è inquietante nel suo raccontare una realtà vicina a tutti, realtà di cui non si parla spesso, la realtà di chi non vede alternative alla sofferenza di chi rinuncia a combattere, perchè di questo si tratta. E lo fa in modo semplice e diretto, un modo struggente, regalandoci una grande lezione di vita: ne vale sempre la pena. Di passare attraverso il dolore, la sofferenza. Perché c'è sempre qualcosa di buono dietro l'angolo.
Vorrei dedicare queste parole ad un ragazzo che non ho avuto la fortuna di conoscere bene, una persona splendida che il buio della depressione ha portato via qualche tempo fa.
Per tutto quello che non potrà più essere, per tutto quello che fù.Si va avanti, ma non si dimentica.
Vorrei chiudere con le parole di uno scrittore che apprezzo molto, Glen Duncan “la vita è importante perchè è l'unica cosa che abbiamo davvero”.
Voto: 4 mele
buona giornata e buona fortuna a tutti voi!
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