Con
tempi un tantino biblici, questo è vero, arriva sul Diario la
recensione di Inferno, ultimo libro di Francesco Gungui edito Fabbri
Editore!
Inferno
di Francesco Gungui
Fabbri Editore
pagg. 350
prezzo: 14,90€
Se sei nato in Europa, la
grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità:
arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare
un impiego a Paradise, la zona dove i ricchi vivono nel lusso più
sfrenato e possono godere di una natura incontaminata. Ma se rubi o
uccidi o solo metti in discussione l'autorità, quello che ti aspetta
è la prigione definitiva, che sorge su un'isola vulcanica lontana
dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l'inferno
che Dante ha immaginato nella "Divina Commedia", qui ogni
reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo,
animali mostruosi rendono la vita difficile ai prigionieri, che
spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di
andare volontariamente a Inferno, tranne Luca, un giovane cresciuto
nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che
ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Luca dovrà
compiere l'impresa mai riuscita a nessuno, quella di scappare con lei
dall'Inferno, combattendo per sopravvivere, prima che chi ha
complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli...
Un mondo diviso dall'odio, dalla
povertà, dalla sottomissione e dalla paura: di vedersi privare della
propria libertà, di scontrarsi con un sistema che non conosce vera
giustizia, di perdere la propria vita. Ecco il mondo che Gungui ci presenta nel suo "Inferno".
Un mondo, quello di Europa
ma anche quello del Paradiso molto interessante e
ricco di spunti di riflessione che hanno – in un certo senso – un
respiro quasi “politico”, riflessioni che riescono a trasmettere
forte e chiaro un messaggio, ovvero “non abbiate paura, perché è
proprio questa che porta la morte”.
Forse è proprio questo ciò che mi è
piaciuto maggiormente di questo libro: la grande importanza
data alla libertà come assenza di paura, la lotta (fisica e
psicologica) contro l'ingiustizia - perché, dopotutto, c'è sempre uno scopo per
cui lottare, c'è sempre una ragione per cui attraversare l'inferno e
risalire in superficie-.
I personaggi, però, che animano il libro di
Gungui, diventano interessanti e particolari (nel senso di
“differenti” da altri) con lo scorrere della narrazione. Così
come posti all'inizio, la nuova Beatrice, Maj, non è altro che la ragazza
viziata che, grazie alla normale curiosità dei 16 anni, inizia a
farsi domande sul mondo che la circonda. Così come Alec è un
semplice ragazzo disincantato, figlio del popolo. Ecco, una delle
cose che mi hanno lasciata più perplessa di questo libro, purtroppo,
è che diventa veramente interessante dalla metà in avanti:
all'Inferno i personaggi iniziano davvero a lottare, prendono davvero
uno spessore. È come se l'Inferno donasse alla narrazione l'energia
che non aveva, rendendo i personaggi non tanto più duri quanto più
grintosi e concentrati sui propri obiettivi, sopravvivere,
ritrovarsi, liberarsi o morire provandoci. E questo rende il libro
stesso più bello per quanto, oggettivamente, soltanto dalla metà in
poi.
Che dire: un libro piacevole, per
quanto “entrare nella storia” sia stato difficile. Un libro
adatto ad un pubblico young, amante del lieto fine e del concetto di
“amore che trionfa su tutto”.
Voto: 3 mele (meno, meno!)
Magazine Libri
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