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Le letture della Fenice - RECENSIONE - Inferno

Creato il 21 giugno 2013 da Lafenice
Con tempi un tantino biblici, questo è vero, arriva sul Diario la recensione di Inferno, ultimo libro di Francesco Gungui edito Fabbri Editore!
Le letture della Fenice - RECENSIONE - Inferno Inferno di Francesco Gungui Fabbri Editore pagg. 350 prezzo: 14,90€
Se sei nato in Europa, la grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità: arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare un impiego a Paradise, la zona dove i ricchi vivono nel lusso più sfrenato e possono godere di una natura incontaminata. Ma se rubi o uccidi o solo metti in discussione l'autorità, quello che ti aspetta è la prigione definitiva, che sorge su un'isola vulcanica lontana dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l'inferno che Dante ha immaginato nella "Divina Commedia", qui ogni reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo, animali mostruosi rendono la vita difficile ai prigionieri, che spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di andare volontariamente a Inferno, tranne Luca, un giovane cresciuto nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Luca dovrà compiere l'impresa mai riuscita a nessuno, quella di scappare con lei dall'Inferno, combattendo per sopravvivere, prima che chi ha complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli...
Un mondo diviso dall'odio, dalla povertà, dalla sottomissione e dalla paura: di vedersi privare della propria libertà, di scontrarsi con un sistema che non conosce vera giustizia, di perdere la propria vita. Ecco il mondo che Gungui ci presenta nel suo "Inferno".  Un mondo, quello di Europa ma anche quello del Paradiso molto interessante e ricco di spunti di riflessione che hanno – in un certo senso – un respiro quasi “politico”, riflessioni che riescono a trasmettere forte e chiaro un messaggio, ovvero “non abbiate paura, perché è proprio questa che porta la morte”. Forse è proprio questo ciò che mi è piaciuto maggiormente di questo libro: la grande importanza data alla libertà come assenza di paura, la lotta (fisica e psicologica) contro l'ingiustizia  - perché, dopotutto, c'è sempre uno scopo per cui lottare, c'è sempre una ragione per cui attraversare l'inferno e risalire in superficie-. I personaggi, però, che animano il libro di Gungui, diventano interessanti e particolari (nel senso di “differenti” da altri) con lo scorrere della narrazione. Così come posti all'inizio, la nuova Beatrice, Maj, non è altro che la ragazza viziata che, grazie alla normale curiosità dei 16 anni, inizia a farsi domande sul mondo che la circonda. Così come Alec è un semplice ragazzo disincantato, figlio del popolo. Ecco, una delle cose che mi hanno lasciata più perplessa di questo libro, purtroppo, è che diventa veramente interessante dalla metà in avanti: all'Inferno i personaggi iniziano davvero a lottare, prendono davvero uno spessore. È come se l'Inferno donasse alla narrazione l'energia che non aveva, rendendo i personaggi non tanto più duri quanto più grintosi e concentrati sui propri obiettivi, sopravvivere, ritrovarsi, liberarsi o morire provandoci. E questo rende il libro stesso più bello per quanto, oggettivamente, soltanto dalla metà in poi.
Che dire: un libro piacevole, per quanto “entrare nella storia” sia stato difficile. Un libro adatto ad un pubblico young, amante del lieto fine e del concetto di “amore che trionfa su tutto”.
Voto: 3 mele (meno, meno!)

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