Buongiorno a tutti amici ed amiche books addicted!
Eccoci qua, con un libro di cui devo parlarvi da troppo tempo: uscito nella prima metà del passato maggio, ve ne parlai qualche tempo dopo, riferendomi alla sua cover decisamente.. brutta. Ricordate? [se volete leggere nuovamente quell'articolo, cliccate qui]. Ad ogni modo, è giunto finalmente il momento di parlarvi un pò de.. L'arte ingannevole del Gufo di Ella West.
Che ne dite, il libro sarà meglio della sua copertina? Mah..
L'arte ingannevole del Gufo
di Ella West
Giunti
pagg. 156
prezzo: 12,00€
uscita: 14 maggio 2014
Tutte le sere, dopo il tramonto, Viola si addentra nel bosco dietro
casa. La grave malattia di cui soffre le impedisce di esporsi anche al
minimo raggio di sole. Così, quando i suoi compagni sono impegnati con
la scuola, lei dorme o sta in casa a suonare, e quando loro vanno a
dormire, lei passeggia libera tra gli alberi del suo bosco, in compagnia
del buio e di tutti gli animali che lo popolano. Una sera, però, sul
sentiero sterrato da cui non passa anima viva, scorge un’auto: un
ragazzo tira fuori un corpo pesante dal bagagliaio e lo trascina sul
sedile di guida, prima di dare fuoco alla macchina. Poi seppellisce
qualcosa nel terreno vicino. Sei alberi dal ciglio della strada: per
Viola è facilissimo ritrovare il punto in cui quel tizio ha scavato la
buca… e dare inizio alla sua personale, pericolosa indagine. Che cosa ci
fanno tanti soldi sepolti nel bosco? E quel ragazzo è forse un
assassino? Tornerà a cercarla?
La cosa che mi ha reso più piacevole la lettura de L'arte ingannevole del gufo è, senza dubbio, la sua velocità. I capitoli sono brevi, il linguaggio molto semplice e la narrazione in prima persona rende facile calarsi all'interno della storia.. una storia, a dire il vero, particolare.
La protagonista del libro [racconto lungo è meglio dire] è una ragazza sicuramente fuori dalla norma: a causa di una grave malattia non può vedere la luce del sole ed è costretta a vivere la notte. Grazie all'ausilio di particolari occhiali che le permettono di vedere al buio, ogni sera lascia la sicurezza della propria casa per avventurarsi nel bosco che le sta accanto, bosco in cui assisterà ad un fatto particolarmente violento che metterà in grave pericolo non soltanto la sua sicurezza ma anche quella delle persone che le stanno più vicine. Viola, secondo la penna dell'autrice, Ella West, è una sorta di eroina senza macchia e senza paura [sicuramente temprata da una malattia che le ha tolto così tanto], capace di affrontare senza la minima esitazione eventualità così lontane e così potenzialmente distruttive. Insomma, è una sorta di piccola macchina da guerra, focalizzata sul proprio obiettivo e senza il minimo timore di raggiungerlo.
Vedete, quando da piccola guardavo quei film in cui, a prescindere da quante peripezie i protagonisti dovevano superare, ogni cosa andava per il verso giusto, mia mamma mi diceva sempre "Elena, è un film. La realtà è tutta un'altra cosa": con queste poche parole voleva piantare bene a terra i miei piedi, impedirmi di sottovalutare le circostanze e soppesare [nel modo più equo possibile] le mie forze in relazione a ciò che mi si sarebbe posto di fronte. Esagerare era la parola da evitare, sempre e comunque. A distanza di qualche anno, ho sviluppato una mia idea in proposito: in alcune circostanze, l'esagerazione non pregiudica la buona riuscita di una storia. Penso, ad esempio, ai protagonisti di un urban fantasy: conoscendo il genere, so che devo aspettarmi qualcosa di soprannaturale. So che i personaggi, adulti e pienamente formati - vuoi nel loro carattere, vuoi nelle proprie capacità fisiche -, saranno in grado di compiere azioni fuori dal comune: ed è proprio questo lo scopo del gioco. Creare una realtà parallela e di impossibile realizzazione, in cui tutto è possibile: qualcosa capace di far scatenare la nostra fantasia, qualcosa in grado di farci dimenticare, per qualche istante, la nostra natura - tutt'altro che perfetta - di esseri umani. Un libro come quello della West, invece, parte da presupposti differenti: la situazione iniziale è plausibile. Abbiamo una ragazzina malata che assiste ad un crimine. Lo svolgimento mi lascia perplessa: una ragazzina che non ha visto nulla del mondo se non un bosco di notte, qualche gufo, un cane ed i propri genitori, è in grado di avere la freddezza e la compostezza di combattere contro quello che diventerà il suo persecutore [e qui mi fermo per evitare spoiler], piccola MacGyver intollerante al sole... Mi è parso tutto così esagerato, così forzato, senza nessun vero fondamento. Se ci fosse stato anche un solo, lontano personaggio che, saputa la situazione l'avesse aiutata a risolverla, l'avrei apprezzato molto di più. Così, purtroppo, mi pare soltanto il "fenomeno" della situazione.
E' per questo che, una volta letta l'ultima pagina del libro, ho pensato "e vabbè, è solo un libro": piacevole, per la sua velocità e freschezza, ma esagerato, totalmente esagerato, nello sviluppo della sua storia.
Un peccato, davvero un peccato: i primi capitoli mi avevano tratto in inganno e mi avevano "preso bene". In realtà è solo un libro che lascia il tempo che trova (senza intrattenerci poi troppo).
Voto: 2 mele
Magazine Libri
Le letture della Fenice - RECENSIONE - L'arte ingannevole del gufo di Ella West
Creato il 02 settembre 2014 da LafenicePotrebbero interessarti anche :