Oggi voglio parlarvi della mia ultima lettura: il secondo capitolo di una serie di racconti giallo/hot targato Lite Editions dal nome Victorian Solstice. Oggi parliamo de La lega dei gentiluomini rossi di Federica Soprani e Vittoria Corella.
Scompaiono, uno dietro l’altro. Tutti giovani, bellissimi e con una caratteristica in comune. Se c’è una cosa che Jonas detesta sono i casi irrisolti. Se c’è una cosa che Jericho ama è aiutare Jonas a risolvere questi casi, e il viaggio da incubo parte dai quartieri bassi per salire su, fino a sfiorare la Corona D’Inghilterra. Ci sono cose che nessuno deve sapere e gente che va fatta tacere con le buone o con le cattive.
A volte non siamo nella lunghezza d'onda giusta per comprendere ed apprezzare pienamente ciò che stiamo leggendo: riusciamo a coglierne dei lati positivi ma non riusciamo a comprenderne l'insieme. Anzi: in un certo senso ci disturba, distogliendoci dall'obiettivo primario della lettura, ovvero donarci delle emozioni, possibilmente costruttive. Questo è ciò che puntualmente mi accade quando mi cimento nella lettura di un capitolo della serie Victorian Solstice: avevo già espresso alcune perplessità riguardo al primo capitolo di questa serie, La società degli spiriti, mi ritrovo a fare lo stesso per questo secondo episodio, La lega dei gentiluomini rossi. Devo ammetterlo, non sono riuscita a concludere la lettura di questo breve libro (racconto lungo).
Cercherò ora di spiegare quali sono i motivi principali che hanno provocato una così forte resistenza nei confronti di questa storia:
- L'incipit mi ha spiazzato e, ci tengo particolarmente a precisarlo, molto probabilmente per un mio gusto soggettivo e non per un vero e proprio problema di fondo. Ad ogni modo, non trovo interessante il racconto particolareggiato di una violenza carnale in cui, addirittura, la vittima riesce inspiegabilmente a trovare piacere nell'abuso commesso nei propri confronti. Non ci riesco. E non tanto perché questo sia un argomento tabù, assolutamente no: la violenza non deve essere nascosta, deve essere mostrata ma sotto la luce giusta, quella che mette in risalto la negatività del comportamento stesso. L'idea di associarla ad una perversione plausibile (e dico così perché, altrimenti, non riuscirei a spiegarmi la gioia provata dalla vittima), un po' mi irrita. Non lo nascondo. Che tutto questo sia connesso con il plot dell'episodio e con il suo svolgimento, non ha importanza: ciò che conta è la situazione in sé e per sé. E questa situazione, purtroppo, mi ha imposto un atteggiamento del tutto negativo verso la storia nella sua totalità. Mi è parsa una provocazione fine a sè stessa.
- Il modo di narrare delle due autrici, è sicuramente molto forbito ed elegante: le divagazioni sono interessanti e rendono più comprensibile e chiaro il background sia dei personaggi, sia delle situazioni che si vanno a creare. Rallentano, però, un tantino il ritmo: questo, a lungo andare, può limitare il coinvolgimento del lettore. Avrei preferito limitare la lunghezza di descrizioni ed aumentare l'intensità del ritmo, in modo tale da rendere più equilibrato il rapporto descrizioni/azioni. Così posto non mi stimolava affatto.
Insomma amici ed amiche: non sono riuscita a concludere la lettura di questo racconto, per quanto fosse breve. Spero che sia soltanto il momento sbagliato per leggere qualcosa di simile: magari riprendendo questa serie tra le mani tra qualche anno, riuscirò ad apprezzarla. Non saprei. Per il momento, però, non posso non dare un voto molto basso..
Voto: 1 mela e mezzo
Inciso: resto a disposizione delle autrici per qualsivoglia chiarimento sul parere che ho espresso in questo post!