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Le letture della Fenice - RECENSIONE - La società degli spiriti
Creato il 08 agosto 2013 da LafeniceQuest'oggi vi parlerò di un racconto lungo, scritto a quattro mani da Federica Soprani e Vittoria Corella, La società degli spiriti edito Lite Editions. La società degli Spiriti Vittoria Corella & Federica Soprani LiteEditions primo episodio della serie Victorian Solstice pagg. 55 prezzo: 1,99€ uscita: 11 febbraio 2013 Jericho è un Medium dei bei salotti. Jonas un investigatore che non crede nel paranormale. Quando Lord Kynaston viene trovato fatto a brandelli nel suo studio chiuso dall'interno, il Medium che parla con i morti e il poliziotto più scettico di Scotland Yard sono costretti a lavorare insieme loro malgrado. Dai bordelli per ricchi annoiati fino alla casa del vizio più pericolosa del West End, una detective story vittoriana oscura e sensuale. Ho trovato qualche difficoltà nell'analisi di questo racconto, soprattutto perché non ne ho ben compreso la linea guida. Questione numero uno: non può essere un giallo o, per lo meno, non lo può essere nel senso più tradizionale del termine. Abbiamo un investigatore, Jonas. Pur non essendo autorizzato a investigare sulla morte di Lord Kynaston, egli intraprende con il medium Jericho, un viaggio che lo porterà a conoscere un mondo quasi magico, sicuramente surreale, dannatamente carnale e.. lascivo, definiamolo così. Tutto questo dovrebbe servirgli per scoprire la verità sulla morte del suddetto Lord. A prescindere dalle location e dalle esperienze che Jonas dovrà vivere, riesce effettivamente a scoprire qualcosa.. una passione di Lord Kynaston, una sua tremenda debolezza. Ma, complice una nottata da dimenticare e la vicinanza del Medium, fa quello che ti aspetteresti meno da un investigatore. Smette di investigare. Si accontenta di ciò che il Medium gli racconta, della ricostruzione che fa in merito alla pazzia del Lord ed alle sue “frequentazioni particolari”. Torna alla Yard, dice “Ok, il Medium non sarà più collegato a questo caso” e, dato che non può direttamente investigare su queste vicende, si fa da parte, pensando “bene, bene, non scoprirete mai la verità (che, fino a prova contraria, nemmeno tu conosci così tanto bene, Jonas) e quindi farete l'ennesima figuraccia”. E, già che c'è, scopre qualcosa in più sulla vita del Medium. Quindi, io mi chiedo: può essere il plausibile come comportamento di un detective? È normale che chi, per sua deformazione professionale, dovrebbe scavare fino a trovare qualcosa – ad ogni costo - si “accontenti” in questo modo delle parole non provate di un Medium? Questione numero due: non può essere nemmeno erotico o, per lo meno, non lo può essere nel senso più tradizionale del termine. Un racconto erotico esercita sul lettore una strana, ma incontrollabile, tensione emotiva. La storia – perché c'è una storia, altrimenti parleremmo di mera pornografia – non è soltanto narrazione di fatti più o meno coinvolgente, è finalizzata alla creazione di uno status di “tensione erotica”, che spinge il lettore a sperimentare virtualmente l'eccitamento della passione, l'estremità di situazioni fuori dagli schemi, l'istinto che da più tempo alberga dentro ad ogni essere umano. Vorrei precisare che non si tratta del riduttivo espletamento di un bisogno, è più elegante creazione dello stesso: che poi venga espletato o meno, questo non importa. È il calore che genera ad rappresentare la cartina tornasole della sua effettiva riuscita. Ecco, La società degli Spiriti, pur avendo qua e là situazioni certamente più intense (sessualmente parlando) di altri, non ha la carica sensuale necessaria per creare nessun tipo di tensione erotica. La storia non prepara a nulla e, nel momento in cui una scena più “spinta” appare, si ha quasi l'impressione che sia una piccola goccia in un mare un po' troppo calmo. Troppo, troppo calmo. Il risultato è che non riesco a inquadrare questo racconto. Per quanto scritto con un linguaggio forbito e dal registro sicuramente alto, non mi ha entusiasmato a tal punto da creare una forte curiosità, perché non riesco a capire cosa le autrici vogliano creare. Da un giallo mi aspetto di più, più aderenza al genere o, quanto meno, alla realtà, più movimento, più bisogno di verità. Da un erotico mi aspetto tensione, creazione di un bisogno, un piccolo ordigno in procinto di esplodere. E sono tutte cose che non ho trovato in questo racconto. Molto probabilmente la ragione di tutto questo risiede nel fatto che stiamo parlando di un racconto che fa parte di un disegno più ampio, quello di una serie: probabilmente le risposte che cerco arriveranno più avanti e, con lo scorrere dei capitoli, riuscirò ad inquadrarlo in un filone piuttosto che in un altro. Basandomi, però, soltanto su ciò che ho letto fino a questo momento, trovo che La società degli spiriti sia un racconto non ben definito, certamente poggiato su buone idee (vedi l'ambientazione resa davvero bene!) che, però, per il momento, non trovano una vera e propria espressione definitiva. Ad ogni modo, il giudizio rimarrà sospeso fino a che non avrò letto anche il secondo capitolo di questa serie. Purtroppo non sono riuscita ad inquadrare questo racconto e non voglio che questo comprometta il mio giudizio!
Per il momento, quindi, è tutto: buona giornata e buona fortuna a tutti amici!
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