Ritornano le Twin Stories del Corriere della Sera sul Diario della Fenice! Quest'oggi ho il piacere di parlarvi di una delle ultime uscite: due racconti della grande, inimitabile Jane Austen. Guardate un po'..
Le tre sorelle e La storia d'Inghilterra dal regno di Enrico IV alla morte di Carlo I “The three sisters” “The history of England from the Reign of Henry the 4th to the death of Charles the 1st” da Juvenilia di Jane Austen Corriere della Sera uscita #22 novembre 2012
I due racconti che il Corriere della Sera ci propone in
questo capitolo delle Twin Stories, risalgono al periodo giovanile della
Austen, essendo stati scritti da questa formidabile autrice tra i dodici ed i
diciotto anni. Due racconti che presentano perfettamente quelli che saranno i tratti
distintivi di questa autrice: forte critica nei confronti del suo tempo e,
soprattutto, una grande vena ironica.
Questa è visibile soprattutto in “La storia d'Inghilterra
dal regno di Enrico IV alla morte di Carlo I”, racconto in cui la Austen,
con tono canzonatorio e pomposo, ci racconta in modo del tutto “particolare” la
storia della magnifica corona inglese. Parodia dei ben più precisi libri di
storia, è un “racconto” che ci fa sorridere, sebbene non lasci un forte segno
nel lettore. È doloroso, purtroppo, ammettere che non ho trovato emotivamente
qualcosa di affascinante in questo “racconto”. Per quanto sia facile
riscontrare la vena critica ed ironica della grande “Zia Jane”, risulta poco
interessante, e le lunghe, interminabili frasi non ne facilitano certamente la
lettura. Peccato.
Ben più aderente a quelli che saranno i temi trattati nella
futura produzione della Austen, “Le tre sorelle”, storia di tre sorelle
alle prese con l'importante istituto del matrimonio – e tutta la contrattazione
derivante.
“Mia cara Fanny, sono la creatura più felice del mondo, poiché ho ricevuto un'offerta di matrimonio da parte di Mr Watts. È la prima che abbia mai ricevuto, e non so proprio come valutarla. Come trionferò sui Dutton! […] Possiede un'enorme fortuna e mi lascerà una grossa eredità: ma è anche molto sano. In breve, non so cosa fare.”
Come potete evincere da questo brevissimo estratto, non è un racconto romantico: il matrimonio, per le sorelle Stanhope, è importante per la sua capacità di garantire ricchezza ed agio, e per mostrare agli altri il risultato raggiunto. Molto divertente, in questo senso, la contrattazione tra la protagonista Mary (colei che “virtualmente” scrive le righe di cui sopra) ed il suo futuro marito, Mr. Watts: si parla di carrozze e di vacanze, di gioielli e di valletti ed ancora di arredi e cavalli da sella. Nulla di importante agli occhi dell'autrice – ed ai nostri – di vitale rilevanza per le protagoniste di questo racconto. L'unico sentimento contemplato da queste donne è l'egoismo di chi vuole raggiungere un certo grado di benessere: niente amore, nessuna importanza a questa emozione. Ecco che l'autrice, quindi, si “prende gioco” del mondo in cui vive ma che non condivide, di un mondo lontano ed al contempo vicino. Jane Austen è stata considerata come “la prima femminista nella storia”: lo è, sicuramente. Non rinuncia al sentimento, non si uniforma ad una società di cui non condivide i valori, non annulla sé stessa. E noi non possiamo fare altro che amarla.
Voto: 3 mele e mezzo – Quattro, se non fosse stato per “La storia d’Inghilterra”!





