Qualche tempo fa, pochi giorni fa a dire il vero, ricevo il comunicato stampa di un nuovo lancio La mela avvelenata bookpress: una nuova linea blasfema e sfrontata, estrema e terrificante, la Deadly Apple. Che devo dirvi, amici: volevo proprio assaggiarlo il lato mortale della mela.
Che tu stia leggendo queste parole in formato digitale attraverso uno dei moderni ritrovati della tecnologia o che sia uno degli ultimi che ancora ama avere la carta sotto i polpastrelli, ti suggerisco in ogni caso di smettere immediatamente. Adagiato sul letto mentre il tuo coniuge russa, circondato da pendolari sudaticci o in attesa del tuo turno non importa: chiudi il libro, spegni il pad, getta la rivista e smetti di leggere.
Il modo di scrivere di Pellegrino Dormiente mi piace, nulla da fare. Sin dal primo racconto letto, Il muro, ho trovato il suo stile fresco e molto equilibrato: scorrevoli e semplici, diretti e senza punti morti. é un piacere, insomma, leggere i racconti di questo autore. La struttura di questo racconto è molto simile a quella de Il Muro: un percorso lineare, il racconto di una storia arricchita da tanti particolari che la rendono più piena, sicuramente più interessante. Ho apprezzato il fatto che non ci si fermasse troppo sui particolari, quanto sulla visione d'insieme: è così che la voce narrante racconta la sua vita al lettore, attraverso piccoli flashback che rendono perfettamente l'idea di chi lui sia e di cosa voglia dalla sua vita. Il problema che ho avuto con Non Leggere, quindi, non è stato tanto con la forma quanto con la sostanza. Questo racconto è un vero e proprio pugno nello stomaco, fatto non tanto di immagini blasfeme quanto talmente brutali da risultare nauseanti. Non so, ho perso completamente il piacere della lettura. é comprensibile il fatto che la mente di un serial killer psicopatico abbia delle dinamiche e delle evoluzioni differenti da quelli della maggioranza delle altre persone. é anche vero, però, che dal punto di vista più prettamente soggettivo, non riesco a leggere e ad apprezzare in qualche modo scene di stupro, di violenza gratuita e di sopraffazione. Soprattutto quando le trovo del tutto strumentali alla realizzazione di un personaggio che, di interessante, ha ben poco: non c'è una profondità alle sue spalle, nessun tipo di analisi che porti ad una riflessione sulla brutalità del male o delle radici della violenza. C'è solo la presentazione di una personalità ai margini, totalmente inserito nel suo orizzonte di malvagità nata quando era ancora troppo piccolo e.. senza una spiegazione. Tutto questo me lo rende davvero poco interessante. Un mio limite, purtroppo. Limite che, però, sarei ipocrita a non tenere in considerazione: proprio per questo non vi posso sicuramente dire di aver apprezzato questo racconto se non dal punto di vista stilistico (che passa in secondo piano data la brutalità di talune circostanze). Può sicuramente piacere.. a me no.
Voto: non ho parole. Senza valutazione.