Buongiorno a tutti amici ed amiche!
Quest'oggi voglio parlarvi della mia
ultima lettura “Risveglio” di Anne Rice: ed ecco che la
temperatura del Diario schizza alle stelle!
Risveglio
di Anne Rice
Longanesi
pagg. 250
prezzo: 14,00€
in libreria dal 7 marzo
Lei
ha dormito per cent’anni e i principi che hanno tentato di
svegliarla sono morti nell’impresa. Ma poi è arrivato lui, il
Principe bello e spietato, e Bella si è svegliata. Ora lei gli
appartiene e lui farà di lei la sua schiava, una schiava dedita al
suo piacere in una corte sensuale e perversa, dove altri giovani di
sangue reale vivono la stessa situazione. Giovane, bella e
disponibile a imparare, nella corte Bella conoscerà il piacere e il
dolore, in un’atmosfera pervasa di erotismo e passione. Ma
l’aspetta anche l’amore, che ha gli occhi profondi di un altro
schiavo come lei. Anche se solo giocattoli nelle mani dei loro
spietati padroni, i due ragazzi insieme affronteranno una fuga che li
porterà, forse, a coronare il loro sogno…
Giudicare
un libro come questo è difficile: non tanto per la complessità del
libro stesso, piuttosto a causa dell'ambivalente effetto che questo
ha avuto sulla sottoscritta.
Dal
punto di vista stilistico, infatti, è davvero notevole: la
Rice è eleganza pura, quasi altezzosa, ad ogni modo evidente
e tangibile. Le sue parole scorrono leggere sulla carta, senza
resistenza alcuna: danzano, si susseguono l'una all'altra formando
un'inarrestabile catena di pensiero. Una narrazione simile è bella
da leggere in quanto ricca, particolareggiata ma sempre,
magistralmente controllata. Non ci sono picchi: c'è soltanto un
livello artistico altissimo.
Il
problema che ho riscontrato in questo libro, non risiede nemmeno nel
linguaggio usato dall'autrice, talvolta crudo (e questo è normale
trattandosi di un erotico) ma, comunque non volgare. Credo risieda
piuttosto nella storia stessa. Inizialmente trovavo l'idea di una
rivisitazione in chiave erotica della favola de La bella
addormentata, estremamente interessante: purtroppo, però, non avevo
idea che il suo sviluppo sarebbe sfociato in una storia a tratti
degradante.
Non
ho concepisco, mia mancanza, la sessualità come rapporto tra
piacere e dolore (Direi, piuttosto, che amo prendere in
considerazione soltanto il primo di questi!). Ad ogni modo, una
storia incentrata sul labile confine tra piacere e dolore inflitto,
una storia che sviluppa il concetto di “schiavo-padrone”
associandolo a quello di completo asservimento del primo nei
confronti del secondo, non mi soddisfa minimamente. Vedo la
sessualità come profonda libertà, e non comprendo come alcune
catene ai polsi, una cinghia che urta con ferocia un deretano o il
semplice atto di costringere qualcuno a dare piacere ad altri
individui solo per compiacere una qualsivoglia autorità, possa
risultare eccitante ed erotico. Il mio giudizio sulla storia, quindi,
è profondamente corrotto dalle mie idee personali in merito
all'argomento trattato dalla Rice, senza alcun dubbio nemmeno
lontanamente oggettivo.
Un
fattore, a mio avviso, positivo però esiste. Ho sempre recriminato
una forte mancanza di convinzione e di comprensibilità nei
racconti/romanzi erotici letti fino a questo momento. Ho criticato
più di una volta, l'incapacità di alcune autrici di mostrare e di
giustificare le decisioni e le scelte prese dai propri protagonisti,
dando vita a situazioni “fuori dal normale” senza fondamento
alcuno. Ecco, con il romanzo della Rice non ho avuto la stessa
impressione: per quanto la situazione di Bella, la protagonista,
possa risultare assurda e nemmeno lontanamente invidiabile, riusciamo
facilmente a comprendere per quale ragione questa decida
deliberatamente di accettarla. Perchè, in fondo in fondo, le piace:
il castello del Principe, contrariamente a quanto si possa pensare,
le da la libertà agognata per ben cent'anni di sonno ininterrotto.
Le da vita, le da il piacere, le da l'opportunità di imparare a
capire chi è realmente, per quanto, ad una lettrice non attratta da
determinate pratiche come la sottoscritta, le sue scelte possano
apparire alquanto “azzardate” e difficilmente comprensibili.
Come
definire, quindi, Risveglio di Anne Rice. Direi stilisticamente un
ottimo romanzo – come ho già detto, la Rice renderebbe elegante
anche un elenco telefonico -. La storia, però, non è certamente
adatta a tutti. Alla sottoscritta, ad esempio, non lo era proprio.
Voto: 2 mele e mezzo - e non per la storia
Magazine Libri
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