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Le letture della Fenice - RECENSIONE: Sa Reina di Simone Caltabellota
Creato il 14 settembre 2013 da LafeniceSa Reina (La Regina)
di Simone Caltabellota
Ponte alle Grazie
pagg. 172
prezzo: 13,00€
uscita: giugno 2013
Sa Reina, in Sardegna, è un ulivo millenario, forse il più antico del Mediterraneo. Proprio da Sa Reina, nella regione del Sulcis, comincia il viaggio del protagonista Davide e dei suoi amici Leo, un ragazzo che ha appeno perso l’amore, e Lucien, un rocker e archeologo inglese alla ricerca di materiali per uno studio sulle antiche civiltà sarde. Quello che attende i tre nel Sulcis, però, sarà un’avventura senza respiro. Non solo resteranno bloccati sull’isola, ma si troveranno ad attraversare esperienze inimmaginabili, che li porteranno a contatto con i propri fantasmi e le proprie paure più profonde, con nuovi amori, con le rivolte sociali diffuse in quell’isola ribelle più di ogni altra; e, nel caso di Davide, con le proprie origini familiari, con la storia di suo padre e di suo nonno. Esperienze che li condurranno infine sul limite di un precipizio fisico e psicologico, in cui rischieranno di cadere per sempre, sopraffatti dalla malia di quella terra arcaica e m isteriosa. In Sa Reina, interamente basato sulla cultura antica e il folklore sardi, il dato reale e quello spirituale, il tempo della storia e quello del mito si intrecciano continuamente, creando un singolare «racconto sciamanico», che non ha corrispondenti nella nostra narrativa di oggi.
Si entra lentamente nel mondo di Sa Reina, in punta di piedi. Quello che, inizialmente, appare essere un mondo caotico e difficile da comprendere prende consistenza e diventa un universo magico, un caleidoscopio psichedelico di situazioni surreali ma attraenti al contempo.
Ciò che mi ha colpito maggiormente – ed in modo del tutto positivo – è la capacità dell'autore di amalgamare le storie che racconta, rendendole un'unica grande storie da cui non è possibile prescindere. E così, leggendo Sa Reina, ci rendiamo conto che le vite dei tre amici Davide, Leo e Lucien, non avrebbero senso se staccate dal Sulcis, da Sa Reina, dal passato che torna sempre, e da quel magico mistero che ammanta l'aria sarda. Storie individuali che stanno in piedi, che diventano soltanto grazie alla partecipazione di altre vite, altri universi, altri modi di vedere le cose. E proprio questa coralità – che, ho percepito come forte “unità ultima” - che da spessore al romanzo, rendendolo bello da leggere.
È una storia d'amore e d'amicizia, di responsabilità, di silenzi e verità taciute per troppo tempo. Caltabellota ci racconta così tante cose in così poche pagine che.. ci ritroviamo quasi spiazzati, in una strana overdose di informazioni, con un sovraccarico di esperienze letterarie che, ad ogni modo, non disturba poi più di tanto.
La parte che ho apprezzato maggiormente, è “il viaggio finale” di Davide: un tuffo psichedelico in un'altra dimensione, dove passato, presente e futuro si intrecciano in modo a dir poco inscindibile, permettendo - a noi ed al protagonista stesso – di scoprire la verità, di vedere il passato e di conoscere quelle che sono le ragioni alla base del comportamento di molti personaggi interni alla storia. In poche pagine, Caltabellota risolve questo piccolo romanzo e lo fa nel modo più rock possibile, modo che non poteva non attrarre il mio plauso!
Che dire amici ed amiche: un piccolo libro che vi consiglio di leggere senza meno!
Voto: 3 mele e mezzo
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