Le letture della Fenice - RECENSIONE - Sognando Park Avenue
Creato il 08 aprile 2013 da Lafenice
Ritorna il chick lit, dopo parecchio
-troppo- tempo, sul Diario: ecco a voi, in anteprima, la recensione
di Sognando Park Avenue di Tinsley Mortimer!
Sognando Park Avenue
di Tinsley Mortimer
Tre60
pagg. 350
prezzo: 9.90€
in libreria dal 18 Aprile
2013
Bella, solare e spigliata,
Minty Davenport è la tipica brava ragazza del Sud degli Stati Uniti.
Ma la vita di provincia le è sempre stata stretta e, fin da piccola,
ha sfogliato montagne di riviste di moda e di gossip, immaginando di
vivere nella sfavillante New York – il cuore pulsante del mondo
fashion –, di passeggiare lungo Park Avenue, di fare shopping nei
negozi alla moda della 5th Avenue e di dormire al mitico Plaza Hotel.
E, ora che il suo ragazzo le ha chiesto una maledetta «pausa di
riflessione», lei ha deciso: è giunto il momento di provare a
realizzare il suo sogno. Non appena si trasferisce a New York, grazie
a una sua vecchia conoscenza dell’università Minty viene invitata
a una cena di beneficenza e, all’improvviso, la sua vita diventa
esattamente come l’aveva voluta: incantevole, frenetica, caotica e
senza respiro. Infatti, in quell’occasione così esclusiva, i
paparazzi la immortalano e le sue fotografie finiscono sulle prime
pagine delle più importanti riviste di gossip, lanciandola come una
nuova icona di stile. Nel giro di poco, il suo nome è sulla bocca di
tutti, diventa l’assistente della PR più potente – e dispotica –
di New York e conquista persino il cuore di Tripp, lo scapolo più
desiderato della città. Ma dove risplende la luce, si nasconde anche
l’ombra: quando iniziano a circolare strane voci su un oscuro
segreto che riguarda Tripp, Minty capirà di dover scegliere che tipo
di donna vuole davvero diventare…
Ripeterò fino
l'esasperazione (o la fine dei tempi, per renderla un po' più
catastrofica) che il chick lit, alla sottoscritta, piace assai: è
un'ondata d'aria fresca, un po' di sano intrattenimento capace di
liberare, seppur per qualche ora, la mente dai problemi di tutti i
giorni, catapultandola in un mondo fantastico fatto di lustrini,
donne in carriera, splendide città come la mia adorata New York e
uomini da sogno. Un mondo in cui l'amore, volente o nolente, vince
sempre. Proprio con questo spirito ho intrapreso la lettura di
“Sognando Park Avenue”, attratta – devo ammetterlo, sono
terribile – dal connubio New York/chick lit: immaginavo, per dirla
in parole povere, Sex and the City. Ho trovato qualcosa di
diametralmente diverso.
La storia è sicuramente
meno orientata all'universo delle relazioni sentimentali e
maggiormente aderente al mondo delle socialite, della moda e del
gossip. Rifacendomi proprio su questa distinzione, devo sottolineare
il fatto che, praticamente per tutto il libro, viene posta molta più
enfasi sui problemi lavorativi della protagonista (penso alle
discussioni con la diabolica Ruth, alle invettive dei vari “giornali
di gossip”, alle numerose uscite serali in qualità di “rampante
socialite”), la giovane Minty, piuttosto che sulla sua relazione
sentimentale con Tripp, il bello della situazione: non credo che sia
comunque indice della debolezza narrativa della Mortimer, quanto
indicatore di una certa “arrendevolezza” psicologica del
personaggio femminile che ha creato, Minty. Da brava ragazza del sud,
come sottolinea più volte l'autrice, sogna l'amore – quello puro
ed angelicato, quello del super eroe che, sul dorso di un bianco
destriero, arriva e salva la sua principessa in difficoltà – ed il
matrimonio con un buon partito: è controllata e perdutamente
ottimista, per quanto questa sua condizione non le permetta di
valutare le situazioni e le persone, per ciò che sono davvero (vedi
Tripp). Ecco, abbiamo quindi una ragazza con una salda “morale
sentimentale”, mettiamola così, che vive in un mondo popolato da
enormi squali che non vedono l'ora di sbranarla e che prosegue
imperterrita verso la sua meta, diventare una designer di moda.
Bene. Non sono una grande
fan di socialite, fashionistas, modelle rachitiche e.. chi più ne
ha, più ne metta. Il fatto, invece, di aver letto un libro che parla
di questo universo, mi ha fatto storcere un po' il naso: non è un
tema che incontra il mio interesse. Preferisco sempre la parte
“romance” del chick lit, parte che in Sognando Park Avenue, è
davvero marginale. Quindi mentirei spudoratamente se dicessi che ho
letto questo libro con travolgente entusiasmo e crescente
partecipazione. Insomma, non è vero. Ho letto questo libro,
inizialmente sperando di trovarmi davanti qualcosa di preciso,
successivamente per capire cosa effettivamente stessi leggendo, ed,
infine, per comprenderne il senso più ampio. Qual'è questo senso?
Beh, ci troviamo di fronte ad una particolare vita: quella di una
ragazza con la passione per la moda che, una volta sbarcata a New
York, dopo mille peripezie, riesce a raggiungere il suo sogno. Guarda
caso, una di quelle peripezie di cui sopra, è frequentare lo scapolo
ventiquattrenne più ambito di tutta la città – SPOILER: si
rivelerà essere un misero Don Giovanni, ma questa è un'altra storia
FINE SPOILER -. Non credo ci sia altro d'aggiungere. Ah,
dimenticavo: c'è anche la madre della protagonista che gioca un
ruolo molto importante in questo libro ma..non ve lo dirò per non
rovinare la sorpresa (soprattutto è uno dei personaggi più
simpatici di Sognando Park Avenue!).
Si percepisce un grande
amore per la moda, anche grazie alle descrizioni piuttosto
dettagliate, dei brand che la protagonista indossa e dei vestiti
incredibili che incontra sulla sua via di socialite... definiamola
una “finestra” su un mondo diverso dal mio.
Tiriamo le somme: ho
impiegato pochissimo tempo a leggere un libro che si è rivelato
essere leggero e d'intrattenimento, sicuramente scorrevole e
conciliante la lettura. Ha incontrato il mio gusto? Non propriamente,
per i motivi di cui sopra.
Voto: 2 mele (meno, meno!).
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