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Definirei “Una casa di petali rossi” un esordio perfettamente riuscito, equilibrato nella sua interezza, dolce/amaro al contempo.
La storia è d'impatto. Una ragazzina di origini indiane ma residente in una tranquilla città del Minnesota, parte con la madre per trascorrere una lunga e torrida estate nella sua terra d'origine, l'India. Sarà l'occasione perfetta per conoscere la propria famiglia, le bellissime e simpatiche cugine, una nonna ormai terrificante involucro di pelle cadente ed una terra, l'India, affascinante e misteriosa. Un po' come la sua stessa famiglia. Perché ci sono cose che Rahkee non può sapere, informazioni che soltanto gli “adulti” conoscono, segreti gelosamente custoditi dall'orgoglio di una famiglia ormai decadente ma decisa a lasciarsi un passato troppo rumoroso alle spalle. Ma Rahkee non crede a ciò che le viene detto, Rahkee non accetta il segreto. Da ragazzina di appena dieci anni, curiosa e libera, tiene gli occhi aperti, vede, ascolta, vive quella famiglia così apparentemente unita, ma, nella realtà dei fatti, totalmente disgregata.
Il “segreto” della famiglia di Rahkee è il perno attorno cui ruota l'intera storia, il punto centrale, le fondamenta. È proprio questo il motore del romanzo, il metronomo che scandisce il tempo di “Una casa di petali rossi”, quel quid che ci regala tensione, curiosità, progressione. L'espediente narrativo che permette alla Nair di raccontare le vicissitudini della famiglia Varma è fondamentalmente semplice, ma ci permette di balzare fin da subito nella vicenda. Rahkee, ormai grande ed ad un passo dal matrimonio, scappa dal fidanzato e dalla sua nuova vita per tornare in India, fare i conti con il suo passato e colmare quell'incredibile vuoto che ha dentro. Lascia soltanto una lettera ed un plico, mette nero su bianco la realtà della sua vita mai raccontata, per colui che diventerà il suo futuro. Ed ecco che, mentre lei torna alle sue radici, noi leggiamo (insieme al fidanzato) la sua storia, comprendendo il suo passato, il suo orgoglio, la sua volontà di tacere per non ricordare.
Altro punto forte di questo romanzo è la location: l'India. Con le sue parole, la Nair ci trasporta in un mondo fatto di colori, sapori, odori talmente forti da lasciare il segno, un mondo talvolta incomprensibile, talvolta affascinante ma, al contempo, spaventoso. Un mondo che sa di casa e di prigione, di amore e di odio, di libertà e di condanna.
Solo una cosa mi resta da dire: assolutamente da leggere!
Voto: 5 mele!
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