“Danzando sui vetri rotti”, pubblicato il 27 settembre da Leggereditore, è l’intenso e commovente
romanzo d’esordio di Ka Hancock.
Solitamente mi tengo
lontana da storie dolorose, preferisco letture più leggere e lontane dai drammi
della vita reale, ma la trama di “Danzando sui vetri rotti” ha fatto scattare
in me qualcosa.
Com’era possibile che
due persone riuscissero a stare insieme a dispetto delle loro malattie e della
precarietà derivata da esse? Dovevo sapere. Dovevo conoscere la storia di
questa improbabile coppia e scoprire quale magia, oltre l’amore (che, per
quanto grande, non sempre è sufficiente a superare gli ostacoli), era riuscita
a legare le loro vite. Così mi sono arresa alla vocina che dentro di me mi
ripeteva “dai, leggilo”, e sono davvero contenta di averlo fatto.
Ho provato a scrivere la
recensione di questo romanzo non appena conclusa la lettura, ma non ne sono
stata in grado. Ho dovuto aspettare almeno un paio di giorni prima di riuscire
a scrivere qualcosa, prima di calmare il turbine di pensieri che affollavano la
mia mente e di imbrigliare tutte le emozioni che mi gonfiavano il cuore.
La protagonista e voce
narrante, Lucy, è l’eroina di questo libro, il cardine della sua famiglia, che con
la sua forza, la sua determinazione e, naturalmente, il suo amore, è in grado
di superare i momenti bui e le proprie debolezze compiendo dei piccoli miracoli.
Suo marito, Mickey, è un uomo dolce, affascinante e imprevedibile; non si può
non rimanerne affascinati. Riusciamo a conoscere anche il suo punto di vista
attraverso le pagine del suo diario. I suoi sbalzi d’umore, dovuti al disturbo
bipolare da cui è affetto, mi hanno tenuto col fiato sospeso, così come la
situazione clinica di Lucy che, per linea materna, ha ereditato dei geni portatori
di cancro.
All’inizio della storia
i protagonisti sono già sposati da anni, ma (per fortuna) attraverso i loro
ricordi possiamo scoprire come si sono conosciuti e assistere all’evolversi
della loro relazione (impossibile non diventare fin da subito dei loro
sostenitori).
Sono rimasta molto
colpita dalla famiglia di Lucy e dal suo legame con loro. Una famiglia imperfetta
ma unita, che ruota intorno a lei e a Mickey e che con il suo amorevole (e a
volte invadente) supporto cerca, per quanto possibile, di sostenerli e di proteggerli
dalle avversità e dalla sofferenza.
Lo stile di scrittura di
Ka Hancock è limpido, fluido e vivido. L’autrice è bravissima descrivere il
carattere e le sensazioni dei personaggi; è sufficiente uno sguardo o il più
piccolo gesto per percepire tutto ciò che provano.
Durante la lettura mi
sono ritrovata a sorridere, a piangere (anche a sorridere tra le lacrime), a
incitare mentalmente i protagonisti, a gioire per le loro conquiste, a
imprecare quando le cose non andavano per il verso giusto e a sperare che si
avverassero tutti i loro sogni.
E ora sono qui, con gli occhi
ancora lucidi e il cuore gonfio di emozione, a consigliarvi di leggerlo.
Sì, leggetelo.
Lasciatevi trascinare da questo meraviglioso e toccante romanzo, sono sicura
che non ve ne pentirete e che non riuscirete a togliervelo dalla testa per
molto tempo, forse mai.
Voto: 5 (milioni di) mele.
![[Recensione] Ovunque sarai Fioly Bocca](https://m2.paperblog.com/i/288/2881135/recensione-ovunque-tu-sarai-di-fioly-bocca-L-mb4e1f-175x130.png)




