Le letture di Emy - Recensione: "Incarceron- La prigione vivente" di Catherine Fisher
Creato il 19 febbraio 2013 da Lafenice
Incarceron - La prigione
vivente,
pubblicato dalla casa editrice Fazi nella
collana Lain lo scorso ottobre, è il primo volume della duologia distopica - con
l’aggiunta di elementi sci-fi e fantasy - scritta da Catherine Fisher. L’autrice ha ideato una storia estremamente
originale, ambientata in un mondo visionario e avventuroso, dove non mancano
intrighi, segreti e rivelazioni inaspettate.
Incarceron è una
prigione di metallo progettata 150 anni fa per riabilitare tutti i criminali,
gli indesiderati e i folli e offrirgli la possibilità di condurre un’esistenza
nuova ed equilibrata grazie alla guida e all’istruzione dei Sapienti che hanno rinunciato
volontariamente alla loro vita al di fuori del carcere - dal quale una volta
sigillato l’accesso non si potrà mai più entrare o uscire – per seguire
l’esperimento. Tuttavia, questo luogo, nato per diventare un paradiso ideale,
nel corso degli anni è mutato fino ad assomigliare a un inferno e oggi i
discendenti dei primi prigionieri vivono in un ambiente cupo e violento, nel
quale la società si è suddivisa in fazioni in lotta tra loro per la supremazia
del territorio o per la loro stessa sopravvivenza e dove (come accade dall’alba
dei tempi) i più deboli e sventurati devono sottostare alla dura legge del più
forte.
Tra i prigionieri
incontriamo Finn, infelice e tormentato diciassettenne senza alcuna memoria del
proprio passato, fatta eccezione per le visioni che lo colgono all’improvviso
come ricordi che si fanno strada nella sua mente confusa, ma tali ricordi non sono
ambientati nella prigione e per questo motivo, oltre ad un particolare
tatuaggio sul polso, il giovane è convinto di non essere nato lì dentro come
tutti gli altri ma di provenire da “fuori”, un posto dov’è possibile vedere il
sole e le stelle. Quasi nessuno crede nell’esistenza di un fuori, considerato solo
un mito tramandato dagli antenati, poiché i confini della prigione sono
sconosciuti, ma c’è una leggenda che narra di un uomo, Sapphique, che è
riuscito a raggiungerli e a fuggire. Finn, entrato in possesso di una chiave
speciale (perfettamente rappresentata dalla bellissima copertina originale e
purtroppo cambiata nella versione italiana), decide di tentare la folle impresa
affiancato dall’aitante e astuto fratello giurato Keiro, dal saggio e fiducioso
maestro Gildas e dalla misteriosa schiava Attia.
Il nemico più grande da affrontare
è la stessa Incarceron, che ha sviluppato una propria intelligenza e un istinto
di autoconservazione (è in grado di auto rigenerarsi e di mutare le sue forme)
diventando una prigione vivente. Essa non è disposta a lasciar andare i
prigionieri, li considera suoi figli (per un motivo ben più inquietante di
quello ovvio) e vigila costantemente su di loro, ma non si può certo dire che
sia un padre amorevole.
Noi sappiamo bene che
esiste un “fuori” e sappiamo anche che non è quel mondo ideale che sognano gli
abitanti di Incarceron, perché nel mondo reale la gente vive un altro tipo di
prigionia. Un editto emanato dall’ormai defunto re Endor ha bandito il
progresso e la tecnologia, considerati nocivi per gli equilibri del regno, e obbligando
il suo popolo a condurre uno stile di vita appartenente all’Era, un’epoca passata
(non è precisato quale ma sembra il periodo della Reggenza) priva di
elettricità e di tutte le comodità odierne e che comporta spostamenti a
cavallo, l’uso di corsetti e panciotti e atteggiamenti affettati e cerimoniosi.
Claudia, la figlia
adolescente del temuto Guardiano di Incarceron - l’unico a conoscere l’ubicazione
- è stata educata fin dalla nascita per diventare regina, posizione ancora più
sgradita dal momento che l’erede al trono è l’arrogante e viziato conte Caspar,
figlio dell’attuale regina e fratellastro del principe Giles, legittimo erede
al trono morto pochi anni prima in circostanze misteriose.
Claudia, pur essendo
stata una figlia (quasi) sempre ubbidiente, non si è mai lasciata soggiogare
dal padre - un uomo rigido e apparentemente privo di emozioni - dimostrando di
avere una propria volontà, coraggio e una vivace intelligenza, così con la
complicità dell’affascinante precettore (e inventore) Jared, cercherà una via
d’uscita da questo matrimonio forzato indagando sui loschi intrighi di corte e
sulla prigione segreta. La ragazza trova una chiave identica a quella di Finn e
i due giovani scoprono di poter comunicare tra loro e decidono di unire le
forze per sfuggire a un futuro infelice e raggiungere quella libertà e quella
verità che gli sono sempre state precluse.
La trama del romanzo è
complessa ma ben gestita grazie all’alternanza dei capitoli che narrano le
storie parallele di Finn e Claudia dentro e fuori da Incarceron, due mondi ben
distinti eppure collegati tra loro in modo interessante e innovativo. Tuttavia
a inizio lettura ci si ritrova o un po’ spaesati perché l’autrice non è molto
prodiga di informazioni, ma lungo la strada semina indizi (soprattutto
all’inizio di ogni capitolo) che stimolano la curiosità e coinvolgono sempre
più nella storia alla ricerca di risposte e in attesa dei vari colpi di scena,
alcuni dei quali sono prevedibili mentre altri sono ben assestati. Per quasi
tutto il romanzo permane un clima di inquietudine e suspense che mantiene il
lettore sempre attento e sospettosamente in all’erta.
L’ambientazione è
originale, soprattutto per quanto riguarda la prigione, sulla quale la Fisher
fornisce vivide immagini di passaggi bui, spazi sconfinati e celle
claustrofobiche, raggiungendo la spettacolarità nelle scene ambientate in una
foresta fatta interamente di metallo.
Alcuni passaggi della
storia risultano un po’ affrettati e poco chiari, ma dove mancano i dettagli si
riesce a compensare con un po’ d’immaginazione.
I personaggi sono quasi
tutti ben inquadrati nelle loro peculiarità e ben descritti nelle loro emozioni
umane, ma il loro potenziale non è ancora stato sfruttato in maniera
approfondita, forse per mantenere l’aura di mistero sulle loro origini e il
senso di ambiguità che accompagna le loro azioni (e mi riferisco soprattutto ai
compagni di Finn). A volte non è facile capire se agiscono per solidarietà o
per puro interesse personale, soltanto Finn si dimostra sinceramente altruista,
a differenza di Claudia che manifesta un certo egoismo.
I personaggi che hanno catturato
maggiormente il mio interesse, ancor più dei protagonisti, sono il giovane
Keiro che intriga grazie al suo fascino piratesco, e il più maturo e non meno
attraente Jared, che mi piacerebbe vedere (ma la mia è una speranza vana) come futuro
interesse amoroso di Claudia dal momento non è in corso nessuna storia d’amore (cosa
di cui comunque non si è sentita la mancanza).
Incarceron contiene anche degli spunti di
riflessione, nel romanzo, infatti, ci vengono mostrati due esperimenti dell’uomo
mirati a creare un mondo migliore, ma sia la prigione sia il ritorno all’Era hanno
fallito nel loro intento, poiché la corruzione e la sete di potere, che tanto
si è cercato di sopprimere e di evitare, sono emersi comunque soverchiando tutti
i buoni propositi.
A chi attribuire la
colpa di tali fallimenti? Al male insito nella natura umana o all’ambiente che,
ostile o inadatto, incattivisce l’uomo?
Sono ancora molti i
misteri che ruotano attorno alla prigione vivente, ma anche il regno reale ha la
sua dose di incognite rimaste insolute e solo Sapphique, secondo e ultimo volume della serie, contiene tutte le
risposte (almeno spero^^), perciò non ci resta che armarci di pazienza e
confidare nella benevolenza della Fazi per una pubblicazione in tempi brevi.
Voto: 3 mele e mezzo.
La duologia è composta
da:
1.
Incarceron
- La prigione vivente
2.
Sapphique – inedito
Potrebbero interessarti anche :