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Le letture di Emy - Recensione: “The Game” di Michael Olson

Creato il 09 ottobre 2012 da Lafenice
Le letture di Emy - Recensione: “The Game” di Michael Olson
Le letture di Emy - Recensione: “The Game” di Michael Olson
The Game” di Michael Olson, pubblicato a settembre da timeCRIME (costola di Fanucci Editore), è un thriller ambientato in una nuova realtà digitale che ruota attorno a sesso, violenza, perversioni e mistero. Il protagonista del romanzo è James Pryce, ingegnere, hacker ed esperto di sicurezza informatica, viene assunto da Blythe Randall, sua vecchia fiamma, e dal suo gemello Blake per ritrovare Billy, il loro giovane fratellastro, scomparso dopo aver inscenato il proprio suicidio in un agghiacciante video che ne mette in luce la natura fortemente disturbata. I gemelli Randall sono dei magnati dei media e temono che i colpi di testa di Billy possano minare il buon nome della società e il buon nome della famiglia (non priva dei suoi scheletri nell’armadio). James indaga sotto copertura introducendosi nella cerchia di artisti virtuali e di conoscenti che hanno avuto contatti con Billy e cerca di far luce sulla morte raccapricciante di una sua collaboratrice, Gina Delaney. Le indagini del protagonista si spingono anche sul piano virtuale, fino alla scoperta di un gioco creato dal giovane (prima della sua scomparsa) e basato sugli scritti del Marchese de Sade, scrittore del XVIII, noto per le sue azioni sadiche e depravate. James si ritroverà sempre più invischiato in una rete di sesso, intrighi e segreti (cosa che non sembra affatto dispiacergli) e, grazie al suo fiuto infallibile, riuscirà a venire a capo di tutto. Olson dipinge un quadro abbastanza inquietante di una società, dove il  confine tra realtà e simulazione diventa sempre più sottile e dove il torbido assume nuove forme di espressione La prima parte del libro (circa 200 pagine) è caratterizzata da uno stile secco e analitico. L’autore lascia ampio spazio alle definizioni tecniche, che rallentano la lettura e rendono la storia un po’ statica; tuttavia, nel corso della storia, sono presenti anche riferimenti storici, mitologici  e biblici, sicuramente più interessanti per i lettori che, come me, non masticano il gergo informatico. Nella seconda parte la narrazione diventa più fluida e interessante, grazie all’inserimento di nuovi pezzi del puzzle, che ci avvicinano pian piano alla scoperta dei segreti e delle motivazioni che spingono Billy, e altre persone invischiate nella sua situazione, ad agire in determinati modi. L’azione è concentrata nell’ultimo centinaio di pagine e trova il suo picco verso la fine, in un crescendo di tensione e di violenza. I personaggi sono ben delineati, alcuni sono un po’ stereotipati e non suscitano particolare empatia nel lettore, ma sono funzionali alla storia e hanno tutti degli aspetti interessanti, quindi non sto qui a presentarveli e vi lascio il piacere di conoscerli da voi e di farvi trascinare da loro negli oscuri meandri della rete. The Game è un romanzo  che può essere maggiormente apprezzato da un pubblico maschile e da tutti gli appassionati di sistemi informatici.
Voto: 3 mele.

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