Liberalizzazioni, non per le Banche
La ciritica di Lannutti: “Difficile che un governo dei banchieri decida di toccare il sistema bancario“
La liberalizzazione delle banche non è uno degli obiettivi del governo Monti. Ciò a fronte delle cospicue novità che in tal senso andranno ad incidere su tassisti, farmacisti, notai e benzinai, per citare solo alcune delle categorie che presto avranno a che fare con uno stravolgimento dei rispettivi mercati. Due pesi e due misure dunque?
Eppure, nella classifica delle liberalizzazioni del settore bancaria l’Italia si distingue con un ottimo secondo posto a livello europeo (quoziente 69 a fronte del 100, ovvero il top, registrato in Svizzera). Purtroppo le contraddizioni del mercato restano molte.
Lannutti è intervenuto ponendo l’accento sul conflitto d’interessi che si genera laddove è la stessa banca ad essere beneficiaria della polizza sul mutuo: “Ogni anno oltre 3 miliardi per i 500-600 mila mutui che vengono accesi. L’Antitrust è intervenuta sul tema sottolineando la necessità di disciplinare, il conflitto tra le attività di intermediazione delle polizze assicurative e le attività di finanziamento da parte delle banca beneficiaria della polizza“.
“Il Governo non fa assolutamente nulla” ha dichiarato lannutti nel corso di un suo intervento al Senato, “non accogliendo alcuni emendamenti e ordini del giorno che avevamo presentato per cercare di correggere la manovra.
Noi avevamo presentato, signor Presidente del Consiglio (che non c’è), un emendamento specifico: ci sono pensionati ai quali vengono spostate le pensioni di sei o sette anni. L’avevo già evidenziato in Commissione: questo Governo di tecnici, di ottimati e di burocrati, di oligarchi e di banchieri c’è mai salito sulle impalcature di un cantiere? Si è mai recato in una fabbrica? Lo conosce il dramma di chi a cinquant’anni perde il proprio lavoro e addirittura si ritiene colpevole, a causa delle conseguenze dell’operato della cricca dei bangster e dei banchieri, che ha emesso denaro dal nulla?”