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Le linee di Nazca scompaiono tra spazzatura e abusi edilizi

Creato il 13 gennaio 2012 da Eldorado

Le linee di Nazca scompaiono tra spazzatura e abusi ediliziLe linee di Nazca hanno rappresentato, sin dalla loro riscoperta nel 1927, un mistero per l’umanità. Calendario astrale, luogo di culto, addirittura pista di atterraggio per navi extraterrestri sono state alcune delle ipotesi formulate con il tempo da studiosi e appassionati. I geoglifi, realizzati tra il 300 a.C. ed il 500 d.C., risaltano nella desertica regione che va da Nazca a Palpa e occupano fino a 800 chilometri quadrati di territorio. Un’estensione che, lungi dall’aiutare la loro conservazione, ne ha messo in rischio la salvaguardia.

Da anni i geoglifi corrono il serio pericolo di essere cancellati, colpa sia di un paese che non dispone dei fondi per preservare questo patrimonio che dell’inciviltà: spazzatura, ladri di reliquie, turisti maleducati, erosione, opportunismo politico. Proprio la pessima gestione della cosa pubblica ne ha accelerato il deterioramento. Nel 2006 il Comune di Nazca -trentaduemila abitanti all’estremità sud della riserva- non ha trovato migliore soluzione che gettare la spazzatura della città a ridosso della figura che rappresenta la balena. La discarica a cielo aperto, oltre a erodere il terreno, è diventata il luogo prescelto da stormi di uccelli che inquinano in maniera irrecuperabile il fragile equilibrio che ha mantenuto sinora intatti i chilometrici disegni. Recenti rilevazioni aeree hanno rivelato che la figura della scimmia è quasi scomparsa, mentre quella del pesce è intersecata in più punti dalle tracce dei pneumatici dei camion che, per evitare di pagare il pedaggio dell’autostrada che rasenta la costa, tagliano per il deserto.

Con il nuovo anno, sempre con il beneplacito di un altro Comune, quello di Palpa, situato a nord, 450 famiglie, hanno invaso i terreni delle linee, edificando baracche, strade e cloache a cielo aperto. La figura del trapezio è stata danneggiata definitivamente, mentre ora lo stesso rischio lo corre il famoso disegno dell’orologio solare. Il sindaco di Palpa ha voluto ripagare in questa forma la fedeltà dei suoi elettori: autorizzando l’invasione dei terreni e promettendo certificati di proprietà, assieme ovviamente ai servizi di base, come la luce, l’acqua e le fogne.

I geoglifi di Nazca, pur essendo stati dichiarati patrimonio dell’umanità nel 1994, sopravvivono grazie alle donazioni private. Il governo del Perú, sempre senza fondi, può permettersi lo stipendio di un solo archeologo a 515 dollari al mese che, con un gruppo di volontari –dotati di pochissimi mezzi, nella pratica una motocicletta scassata-, cerca di mantenere un poco di ordine ed organizza le escursioni sul posto.

La più alta autorità su Nazca è un italiano, il professore Giuseppe Orefici, bresciano, da quasi trenta anni impegnato nella regione e che lamenta che la grande quantità di geoglifi ancora inesplorati siano alla mercè del vandalismo. María Reiche, la matematica tedesca che ha dedicato la sua vita alla scoperta del mistero delle linee, poco prima di morire nel 1998 aveva avvertito che sarebbero bastati meno di cinquanta anni per distruggere quello che la natura aveva preservato per due millenni. Un avvertimento che mai come ora acquista il sapore di una profezia prossima ad avverarsi.


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