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Le lobby della chimica contro le api e contro l’uomo. Fra pochi giorni un voto fondamentale in Europa.

Creato il 18 aprile 2013 da Informazionescorretta

Api, pesticidi, Syngenta, Bayer, nicotinoidi, UEInformazione Scorretta

Il drammatico declino della popolazione delle api (per i suoi risvolti sull’equilibrio naturale) sta diventando una questione importante nel dibattito politico in Europa. Una vasta gamma di colpevoli sono sotto esame, tra cui alcuni parassiti, virus, pesticidi e l’agricoltura industriale. Ma nuove prove scientifiche di istituti di ricerca francesi e britannici, pubblicati su Science nei primi mesi del 2012, suggeriscono che in particolare i pesticidi neonicotinoidi, potrebbero essere uno dei fattori principali. Syngenta e Bayer, le due aziende che producono queste sostanze, stanno conducendo una vera e propria guerra di lobbying contro la proposta di divieto parziale di queste sostanze da parte della Commissione europea in seguito al parere dell’EFSA (European Food Authority Safetey). Riuscirà la lobby dei pesticidi a convincere gli Stati membri a votare no a un divieto?

Nuove prove scientifiche innescano preoccupazione dell’UE

I neonicotinoidi sono una classe di insetticidi arrivata sul mercato fra la metà degli anni 90 e i primi 2000. Molte colture come mais, soia, frumento sono ora trattati con questi. Essi sono normalmente applicati direttamente ai semi o in trattamenti del suolo, nel tentativo di preservare semi e piante da attacchi di insetti in una fase precoce. Come pesticidi sistemici, una volta nel seme, entrano nell’intero impianto attraverso il sistema vascolare e si trovano in ogni tessuto vegetale (foglie, fiori, polline …), ma possono anche rimanere attivi nel terreno per lungo tempo (fino a tre anni). Particolarmente controversa tra i neonicotinoidi sono le sostanze thiametoxam, imidacloprid e clothianidin, brevettate dalle società Syngenta e Bayer.

Lo studio scientifico francese ha riportato la morte di api bottinatrici causate da esposizione a basse dosi di thiamethoxam (Syngenta). Lo studio britannico ha riferito che basse dosi di Imidacloprid (Bayer) influenza le colonie di bombi, riducendo il loro sviluppo e la loro riproduzione, (drammatica la perdita di regine). Gli autori hanno dichiarato che, “data la scala di uso di neonicotinoidi, suggeriamo che essi potrebbero avere un notevole impatto negativo sulle popolazioni di api bombi selvatiche in tutto il mondo sviluppato.”

Nel marzo 2012, la Commissione europea ha incaricato l’EFSA di fornire un parere scientifico in un rapporto che ha portato l’Italia a sospendere temporaneamente l’immissione sul mercato di semi di mais trattati con neonicotinoidi. Nel mese di aprile 2012, la Commissione ha ampliato la sua richiesta includendo la nuova evidenza scientifica pubblicata su Science. Oltre che in Italia, anche Slovenia e Germania avevano già applicato misure di protezione , tra cui sospensioni temporanee o divieti in determinati impieghi dei neonicotinoidi.

Una furiosa campagna di lobbing

Nel giugno 2012, quando il governo francese ha annunciato l’intenzione di ritirare la registrazione di Thiamethoxam, l’industria dei pesticidi ha subito iniziato a mettere pressione sulla Commissione. Questo è stato l’inizio di una campagna di pressione furiosa, con una serie di lettere inviate da Syngenta, Bayer e l’European Crop Protection Association (ECPA) alla Commissione europea e l’EFSA (e lette dal CEO che le ha diffuse):

In queste lettere le multinazionali dei pesticidi affermano che: la colpa è degli agricoltori che hanno usato i pesticidi in modo improprio. La causa è gonfiata da pochi attivisti e piccoli apicoltori. Vengono inoltre utilizzate minacce velate sottolineando l’amicizia con Obama, Van Rumpoy,  Barroso e Hollande, che sono stati a pranzo con Syngenta per decidere le politiche di sicurezza alimentare finanziate dai privati. Viene inoltre affermato che senza questi pesticidi l’agricoltura europea non potrà sopravvivere.

Un altro studio promosso dall’industria è stata la ricerca condotta dal Forum Humboldt per l’alimentazione e l’agricoltura , che ha concluso che i pesticidi neonicotinoidi danno un contributo socio-economico e ambientale significativo per l’agricoltura europea e l’economia in generale. I partner di questo Istituto sono BASF, Bayer CropScience, E.ON, KWS e Nestlé. Lo studio è stato sostenuto dal Copa-Cogeca (gruppo di pressione dei grandi agricoltori a Bruxelles), la European Association Seeds (principalmente in rappresentanza delle più grandi aziende del settore delle sementi) e l’European Crop Protection Association, e finanziato da Bayer e Syngenta. Questa piccola inezia, tuttavia, non è stata mai menzionata da Syngenta e Bayer.

Le multinazionali in questione poi tentano di agitare lo spettro legale dei propri potenti avvocati e allo stesso tempo strizzano l’occhio al potere politico, volendo presentare gli studi non utili come frutto del lavoro di scienziati pazzi.

Inoltre spingono per non regolamentare, proponendo l’autoregolamentazione che visto il proprio peso equivarrebbe alla decisione di lasciar fare quello che vogliono.

La battaglia per il voto degli Stati membri

Il campo di battaglia è ora a livello degli Stati membri europei. Il 15marzo, presso il Comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali, la Commissione europea ha messo ai voti una proposta che limiterebbe per due anni l’uso di clothianidin, imidacloprid e thiametoxam alle colture non attraenti per le api e per i cereali invernali, a partire dal 1 ° luglio (cioè le colture di quest’anno non ne sarebbero interessate). Sarebbe anche vietata la vendita e l’uso di questi pesticidi per “dilettanti”. Questa proposta è stata criticata da gruppi di agricoltori e apicoltori per non essere abbastanza ambiziosa, ma ancora non è riuscita a raggiungere la maggioranza qualificata . E ‘stato sostenuta solo da 13 Stati membri (Slovenia, Svezia, Polonia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Spagna, Danimarca, Cipro, Belgio, Italia, Lettonia e Malta), mentre nove paesi (Slovacchia, Romania, Repubblica Ceca, Portogallo, Austria, Ungheria, Lituania, Irlanda e Grecia) hanno respinto la proposta. Il Regno Unito, la Germania, la Finlandia, la Bulgaria e l’Estonia si sono astenuti.

La proposta verrà ripresentata dal Commissario Borg alla Commissione d’appello nelle prossime settimane, con un voto probabili probabilmente il 26 di aprile o il 2 maggio. Se gli Stati ancora una volta non riescono a raggiungere una maggioranza qualificata, sostenendo la proposta, la Commissione dovrebbe avere il potere di approvarlo. Nel frattempo, l’industria dei pesticidi sta spingendo duramente gli Stati membri nel cercare di raggiungere la maggioranza qualificata capace di respingere la proposta a titolo definitivo, e quindi bloccare il divieto. Nelle prossime settimane la battaglia sarà cruciale: gli interessi dell’industria prevarranno sulla sopravvivenza delle api?

/CEO


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