Comincia così Tutto ciò che sono di Anna Funder, giornalista e scrittrice australiana di cui qualche anno fa avevo già letto con piacere C'era una volta la Ddr. E che anche questa volta dedica il suo lavoro alle tragedie della Germania del Novecento.
Distratta, rassegnata, rancorosa, la Repubblica di Weimar da un giorno all'altro capitola. Hitler è il nuovo cancelliere e come sia potuto succedere è bene continuarcelo a domandare. Non era questo il paese della più forte socialdemocrazia europea? Quello che pochi anni prima sembrava addirittura poter imboccare la strada della rivoluzione operaia?
E certo il tumore nazista attacca il corpaccione malato della Germania con il disastro della Grande Guerra. Ma da quelle macerie non esce fuori solo il fanatismo omicida del pittore mancato - l'imbianchino come lo chiamerà Bertolt Brecht - e caporale senza apparente futuro. Da lì sortiranno anche giovani animati da generose utopie, pronti a mettersi in gioco per un mondo migliore, per una pace nella rivoluzione, per una rivoluzione di pace.
E' questa la storia - in parte autentica, in parte romanzata - che Anne Funder racconta. Quella di quattro giovani che non si arrendono, nonostante il terrore di Hitler.
Coraggio, resistenza, responsabilità. Anche in esilio, quando piuttosto si tratterebbe di inventarsi un'altra esistenza e si potrebbe più facilmente mollare gli ormeggi, piuttosto che continuare una partita disperata contro gli scherani di Hitler. Anche vigliaccherie e tradimenti, certo, perché è così che siamo fatti, senza nascondere nulla.
Ann Funder molti e molti anni più tardi, in Australia, avrà modo di conoscere l'unica sopravvissuta di questa storia. Come un testimone che passa di mano in mano. Per restituirci in pieno queste vite come barlumi di luce nella notte dell'umanità. Facciamone tesoro.