Le madonne di Raffaello

Da Loredana V. @lorysmart

Nonostante l’influenza ho avuto comunque  la possibilità di vedere la Madonna di Foligno, opera che comunque mi era già nota.

La prima volta che ho visto i quadri di Raffaello è stato in occasione di una gita scolastica a Firenze nel lontano 1978.

Ci avevano condotto alla Galleria Palatina, e là di Madonne ne erano esposte 3 o 4, alcune molto semplici strutturalmente, rappresentando solamente la Madonna col Bambino, come la cosiddetta madonna del Granduca, di dimensioni medie e con un semplicissimo sfondo scuro.

Molto diversa invece la Madonna del Baldacchino, di grandi dimensioni che, lasciata incompleta dall’autore recatosi a Roma su richiesta di papa Giulio II, venne fatta terminare su commissione di Federico de’ Medici dai fratelli Cassana. Qui la struttura è molto articolata: Madonna e Figlio sono seduti sopra un alto trono, attorniati da vari santi (san Pietro, san Bernardo, san Giacomo maggiore e sant’Agostino). I drappi del baldacchino sono retti da due grandi angeli, mentre altri due più piccini sono alla base del trono.

C’è poi la mia preferita in assoluto, la famosissima Madonna della seggiola, un tondo di medie dimensioni, dove la posa della Madonna è quanto mai “umana”, anzi “popolare”: una madre che abbraccia teneramente il figlioletto, testa contro testa, quasi a cullarlo, mentre un piccolo san Giovanni osserva, defilato, la scena. Molto interessante anche il vestiario: non la solita tunica, azzurra oppure scura solitamente usata per rivestire la Vergine, ma uno scialle verde frangiato, con ricami rossi e dorati. Di un caldo color oro anche la vestina del piccolo. Il tutto completato da una sciarpa a righe che ricopre il capo della mamma, e non il solito velo. Anche la posa, con lo sguardo rivolto direttamente verso lo spettatore, e non verso il bimbo o i committenti,  è insolita.

Anni dopo, a Dresda, ho visto la “Madonna Sistina”, anche questa di grandi dimensioni, la Madonna, per intenderci, che ai suoi piedi ha i due famosissimi angioletti che si appoggiano alle nuvole.

Ne ho accennato sul blog in occasione del viaggio fatto in quel periodo.

http://ombradiunsorriso.wordpress.com/tag/raffaello/

A Budapest invece era esposta la Madonna Esterhazy: è un quadretto dalle dimensioni minuscole, dove c’è il solito terzetto di personaggi: Maria, Gesù seduto su di una roccia, e san Giovannino, sullo sfondo di un paesaggio collinare.

La madonna di Foligno, che come ho prima scritto avevo già visto a Roma è l’opera di questo tipo più grande in assoluto che io ricordi. Un ex-voto commissionato a Raffaello da Sigismondo de’ Conti, che vide la propria casa salvarsi dopo essere stata colpita da un fenomeno atmosferico: chi dice un meteorite, chi un fulmine, ma più probabilmente un bolide, ossia quella palla infuocata che solca il cielo in basso a destra.
La Madonna appare seduta su un trono di nuvole formato da tanti piccoli serafini che formano un alone celeste su uno sfondo color oro. (Secondo Vittorio Sgarbi sono serafini in quanto di colore azzurro simboleggiante l’amore per Dio ispirato dalla luce della ragione, a differenza dei cherubini, solitamente con qualche dettaglio rosso, a dimostrare un amore meno ragionato ma più “infuocato”).

Sotto la Vergine stanno tre santi ed il committente dell’opera, in ginocchio, nonché un angelo recante un cartiglio sul quale avrebbe dovuto essere riportata la causale dell’ex-voto o il nome dell’ordinante, mentre sullo sfondo si notano la casa ed un arcobaleno a simboleggiare lo scampato pericolo.

Tutta la pala era racchiusa in una enorme teca ad atmosfera e temperatura controllata per una conservazione ottimale, mentre la sala Alessi di palazzo Marino era abbellita da video rappresentanti il cielo (filmati dal piazzale Michelangelo di Firenze), mentre venivano diffuse, in sottofondo, musiche di Mahler e Strauss.

Immagini tratte dal sito di Wikipedia



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