E non datemi del qualunquista.
Soprattutto mi auguro che vogliate arrivare fino alla fine.
Vorrei dedicare qualche riga ad una donna che, a pensarci bene, ha avuto un ruolo molto importante nella mia vita, nella mia infanzia.
La mia maestra.
Bianca.
Era un nome da favola e io ammetto che ne ero innamorato.
L’amore innocente di un bimbo di 7 anni.
L’ho incontrata oggi con tutta la tribù Dejavù. E’ stato bellissimo poterle far conoscere la mia famiglia. Insomma quello che sono oggi è anche merito suo.
Lei è sempre un sole. Un sorriso eterno.
Nana l’ha subito inondata di notizie, informazioni, racconti, spiegazioni…
Puzzolone osservava lei e il marito con il solito fare sospettoso.
Mi ha ricordato il mio primo giorno di scuola.
Era la seconda elementare e i miei a metà anno scolastico si erano trasferiti in un paese vicino.
Per un bimbo di seconda elementare perdere i propri compagni a metà anno è una tragedia.
Arrivai nella nuova scuola accompagnato da mio padre con il cuore e lo spirito grave. Poco entusiasmo. Lo ricordo ancora.
Ma poi vidi lei con il suo sorriso, disse: “stiamo andando al circo”
Quello fu l’inizio.
E non sottovalutate quanto sia importante per un bimbo un buon inizio. Una partenza con il sorriso. Un nuovo caldo nido. I
Importante almeno quanto per un Hobbiet è la seconda colazione.
Lei, la mia maestra, mi ha tirato fuori questo ricordo.
L’ha raccontato ad Anto con la semplicità con cui si racconta ciò che si è mangiato a pranzo o si mangerà a cena.
Io ho dovuto invece faticare, spolverare il ricordo, respirare forte per sentire nuovamente quell’odore di circo, quella sensazione di nuovo.
Inutile dirlo. Le maestre hanno due cuori.
Uno per la loro famiglia e uno per i loro bimbi.
Ma ci giurerei che se oggi l’avessi chiesto mi avrebbe detto che tutti i suoi bimbi, quella marea di piccoli nani rumorosi e puzzolenti sono stati, sono e saranno sempre una sua grande famiglia… oltre che tanti piccoli pensieri felici.
PS: Mi raccontate le vostre maestre? un vostro pensiero felice?