le Malghe di Topli Uorch e le ombre di Porzus

Creato il 01 marzo 2015 da Luca De Ronch @Luca_De_Ronch

Non voglio approfondire i fatti che raccontano di una strage che tanto ha segnato la storia e che per tanto tempo quelli che si pensano custodi della Resistenza, nel nome della rivoluzione antifascista, hanno giustificato una nefandezza come una cosa necessaria.

Il ritorno a Porzus però, come nelle volte precedenti è ancora una volta accompagnato da una giornata grigia. Pur non entrando nel  merito della questione, ogni volta che vengo qui mi assale la tristezza, sento che qualche cosa di sbagliato è stato fatto e la tristezza si mescola con il bianco e il nero, pur con molte sfumature di grigio.

I pensieri che precedono la salita, partendo da Canal di Grivò son quelli poi, ma basta imboccare il sentiero che sale a Gradischiutta e alla Chiesetta di Santa Maddalena  per distogliere la mente e lasciarsi trasportare dai colori della primavera che, prossima, annuncia la rinascita ………..Mulattiere contornate di muretti a secco, ricoperti di muschio verde, primule, crochi ed erba trinità, avanti verso i colori, poi improvvisamente un vecchio stavolo, una chiesetta, una scalinata in pietra che portano i segni del tempo. Mentre la mente viaggia all’indietro in una sorta di viaggio immaginario, dai colori sbiaditi che nascondo segreti ancora non del tutto svelati,  la realtà è fatta di colori nuovi, di piccoli paesi in cui quello che resta delle persone fa sentire ancora la vita andare avanti. Si sente far legna nel bosco, si sentono le campane,  gli orti sono lavorati, i sentieri sfalciati a nuovo.  









Il cielo triste però toglie luce all’interno del bosco e non ci resta che salire su per la ripida traccia fino sulla cima del Jauar per poi raggiungere le malghe di Topli Uorch.  




Qui non ci sono colori, qui c’è tristezza in bianco e nero, qui si sente l’odore, è l’odore dell’inverno, se ti fermi sembra quasi faccia più freddo, si alza il vento, un vento strano che si infila anche dentro le porte in legno di queste piccole baracche, un vento che arriva da est, che canta “Bella Ciao” gonfio di dolore. Ti senti osservato dalle ombre……





Non ci fermiamo molto,  giusto il tempo di mettere insieme un po’ di pensieri, poi riprendiamo il cammino, si scende verso le Bocchette di S. Antonio, verso Canebola, verso i colori che tappezzano i sentieri . 











Lasciamo ancora una volta che la storia riprenda per un po’ possesso dell’escursione facendo visita al vecchio borgo rurale di Stremiz e dei suoi Mulini. Attorno ad una piccola piazza, una fontana in pietra, tre mulini e un bel ponte ad arco di origine romana, un borgo antico, risalente al 1200.  Storie destinate a scomparire, ma che 24 anime ancora residenti tengono in vita e ridanno colore.




Nel breve tratto che ci riporterà a Canal di Grivò, nella mia mentre scorrono i nomi di Bolla, Enea……. Vanni, Sasso………  le ombre di Porzus, finite sotto quella terra sconosciuta e per molto tempo ignorata.





  Ma è da quella terra che nascono poi tutti questi colori ? 

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