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Le mani

Da Benben73

Me

Quando ho visto questa foto (già pubblicata) ho cercato di ritagliarmi un dieci minuti per mettere ordine là, dove tutto era confuso, presente, ma confuso. L’ho fatto e ho scelto di condividere questo momento per lo stesso motivo per cui mi piacciono i gomitoli: perché mi piace anche scrivere. E, spesso, le parole scritte mi aiutano ad essere me stessa più di quanto faccia a voce ogni giorno. Se poi tenete presente, che mi piace molto il silenzio, vi lascio immaginare quanto poco di me, in realtà, a voce racconti… :-)

Non passa minuto senza che io osservi le mie mani. Non è vanità. E’ necessità e ringraziamento. Necessità perché non sono solo una parte del mio corpo; sono anche complici strumenti di lavoro e di passione. Ringraziamento, perché devo ringraziare Dio d’averle sane.

Ci sono giorni in cui, intrecciando fili, sbandolando matasse o, semplicemente, sbucciando cipolle, vorrei fossero curate come quelle che si vedono in televisione o sulle riviste. Avete presente quelle manine perfette, senza cuticule, tagli, dallo smalto perennemente immacolato? Cioè, avete presente quelle belle riviste dedicate a noi donne che infliggono colpi durissimi all’autostima femminile? Beh… sì proprio quelle e proprio quelle mani. Ma loro, le mani, le mie, sono come me: non possono star ferme ed accontentarsi di accarezzare gli oggetti o a sfiorarli. No. Loro devono toccare, infrangersi contro spigoli di carta, taglienti più di certe lame; ficcarsi da tra l’uscio o un cassetto ovviamente in fase di chiusura; sperimentare il bollente spirito del vapore eruttato da un ferro da stiro e, per dirla alla lui, infiocinare piccoli guai uno dietro l’altro. Sì, perché, essendo come me, sono sempre lì, sull’orlo di un precipizio di guai. Che siano unghie cortissime che si pezzano, bruciature, tagli, vesciche, graffi o altro, non importa. A casa mia si chiamano guai.

Ci provo, eh, a farle diventare carine carine. Eccome! Ogni sera la crema. Devono farla santa la crema per le mani e ringrazio le amiche che me la regalano quando si presenta l’occasione. C’è la crema da notte, quella da giorno, quella da borsa e quella che-non-deve-ungere-troppo-altrimenti-mi-blisgano-via aghi, forbici, uncinetti e ferri. L’importante è che sia profumata. C’è la cura delle unghiette. Non lunghe per carità! Si spezzano solo a guardarle. Poi c’è la cura delle pellicine, spesso in rivolta e in tormentate rivoluzioni insidiose e fastidiose. Infine, molto coccola e molto trasgressione – ulalà – c’è la concessione dello smalto, quel rosso scuro che tanto fa Madame Coco Chanel. Due ore per metterlo un’ora per rovinare tutto. Un disastro, insomma, o, se preferite, un guaio. Ed allora ecco che la scelta obbligata mi riporta a lui, allo smalto lucido che non tradisce mai. Rettifico: mi tradisce sempre (ma faceva più rivista patinata dire il contrario)… :-)

Di certo anche adesso, mentre condivido un pò di me su quest’isola nuvolosa, le vedo e le controllo: si stanno agitando sulla tastiera, con solerzia e precisione. Sanno dove stare e dove andare. Diciamo che ci controlliamo a vicenda. Ogni tanto mi sistemano gli occhiali scesi un pò troppo sul naso ed altre volte corrono verso un filo che spunta da un orlo da riprendere, lavori da ultimare, gomitoli arruffati. Insomma loro sono davvero qualcosa di più di semplici mani. Sono amiche con le quali accarezzo sogni e scrivo pensieri. Sanno scivolare sulla carta come pattini sul ghiaccio.

Già… mi manca scrivere… mi manca… ma non è lontana la scrittura.

E’ un’altra amica alla quale non chiedo nulla, se non di comprendermi ed accettare tutto ciò che, uscito dal filo di un pensiero, diviene immagine nera su carta bianca o intreccio di nodi colorati. Anche in questa fase – dolorosa e creativa – le mani sono il mezzo, il ponte che unisce il mio io a tanti mondi, tante persone, tanti volti, tante vite, alcune delle quali solo sognate, altre vissute ed altre ancora tessute nodo dopo nodo.

E’ che oggi mi gira così… riflessioni pro mani :-)

A presto, Benben <3"><3"><3

Credits photo: Alessia – Questione di focale 


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