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Le mani sull’Europa: dalla Grecia all’Italia. Un disegno per un Goldman Sach Government?

Creato il 19 novembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

eurosI poteri forti, i grandi potentati economici pare abbiano deciso di distruggere la comunità europea e lo fanno gestendo la crisi finanziaria che ha colpito alcuni Paesi. Ci sono strani nessi che fanno pensare a qualcosa di “particolare”.Mario Monti, a capo del governo italiano, Lucas Papademos  capo del governo greco, Mario Draghi a capo della Banca centrale europea? Due italiani, un greco, 3 uomini di punta per l’Europa ma anche e sopratutto 3 amici e 2 manager della Goldman Sachs, la grande banca di investimenti statunitense di cui vi stiamo narrando da qualche giorno.  Ora che tutti e 3 i manager della GS hanno rivestono importanti ruoli politici cresce la paura infatti si legge che molti analisti osservano che il potere politico si stia affievolendo di fronte agli interessi del capitalismo mentre l’oligarchia finanziaria continua a crescere e a diventare più forte. Alcuni sono proprio convinti che la GS per mettere le mani sull’Europa abbia deciso di mandare i suoi migliori uomini ad occupare gli spazi della politica, infatti la nomina di Draghi, Monti e Papademosè vista come una sorta di collegamento all’interno dell’Unione Europea che agevolerebbe il disegno della Goldman Sachs e, sembra che in America questa forma di controllo sia nota come  ”governo Sachs” negli Stati Uniti, infatti la GS negli ultimi anni è diventata  tanto influente sul governo americano. Non si placano poi le voci sulla cospirazione e sul complottismo che la GS pianificherebbe.  Preoccupati però sono un pò tutti anche personalità, ecco che su Milano Finanza leggiamo: “I mercati finanziari sono diventati «una nuova lobby». Non lo ha detto un giovane di Occupy Wall Street o un blogger a caccia di notorietà con teorie complottiste. È invece quanto dichiarato venerdì 18 novembre da Lorenzo Bini Smaghi, membro dimissionario del board della Bce e dal gennaio prossimo docente all’Università di Harvard. “

 


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