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LUCERA – Uno straordinario documento storico sulle masserie dell’agro di Lucera: 160 pagine, 215 fotografie, 44 antichi edifici recensiti, tre sezioni per raccontare un mondo di cui è importante recuperare la memoria, per riflettere sulle origini e i valori della cultura contadina e aiutare un processo di recupero capace di integrare tradizione e innovazione. E’ questo l’obiettivo principale del secondo volume sulle masserie e le ville dell’agro di Lucera. Il libro è ormai quasi ultimato ed è pronto ad andare in stampa. L’autore è Peppino Tedeschi, cultore di storia locale e fotografo attento a immortalare i tratti più significativi e importanti del patrimonio urbanistico -architettonico e monumentale del territorio lucerino. Peppino Tedeschi, nato a Castelnuovo della Daunia nel 1937 e residente a Lucera dal 1942, è un autentico esperto del tema al quale già nel 1989 ha dedicato uno splendido libro illustrando la storia e mostrando la bellezza di 70 masserie presenti nelle campagne di Lucera. Oggi, a distanza di 20 anni da quel primo volume, Tedeschi fa appello alle istituzioni pubbliche e ai soggetti privati affinché sostengano la sua ricerca finanziando la stampa e la diffusione del suo ultimo lavoro. Quello che emerge dalle pagine del nuovo libro è il racconto puntuale e storicamente dettagliato di una rete sociale ed economica basata sul sistema delle masserie. Quelle grandi unità agricole e abitative erano il perno su cui si esaltava il concetto di “comunità” e attraverso il quale le campagne non erano sinonimo di abbandono e degrado ma riflettevano il dinamismo di una società in rapida evoluzione. Le masserie erano collegate da una fitta rete di tratturi e tratturelli lungo i quali si trovavano anche alcune piccole strutture che fungevano da “riposi” per i viandanti. Il nuovo libro di Tedeschi - che ospita gli interessanti contributi di Michele Urrasio, Giuseppe Trincucci, Geppe Inserra e Dionisio Morlacco - dedica uno spazio specifico anche a questo particolare aspetto. Oggi, purtroppo, sono moltissime le masserie che giacciono completamente abbandonate e sembrano destinate a diventare un cumulo di macerie. Anche per questo motivo, e soprattutto per cercare di impedire che tale immenso patrimonio sparisca senza lasciare alcuna traccia, il lavoro di Peppino Tedeschi si caratterizza quale importante strumento di valorizzazione del mondo rurale e come strumento di riflessione e di studio per invertire la rotta dell’indifferenza e dell’incuria.
(la foto si riferisce al primo volume, pubblicato da Tedeschi nel 1989)