A chi mi chiede come nasce l’avventura enologica in Sicilia amo ricordare che nasce da una passione irresistibile per questa regione, per i suoi colori, le albe ed i tramonti, per il mare, la cultura millenaria e la generosità della gente che abita queste terre. Nasce dalla voglia incondizionata di provare a creare qualcosa insieme a Federico Curtaz, già consulente enologico di Villa Petriolo dal 2005. Con Federico condivido l’amore e la fiducia enorme nelle potenzialità di questo angolo della Trinacria orientale, che ci sta già ricompensando con bellissime soddisfazioni. Fessina nasce da un un progetto emozionale, che ci riserverà sempre felicità immense perché immaginato e realizzato con l'anima.
E a Federico sono dedicate due splendide citazioni.
Una è quella uscita stamani su La Stampa, nell'articolo firmato dal giornalista Sergio Miravalle, in cui si parla degli straordinari paesaggi tra vigneti e aranceti all'omba del Vulcano: un invito a visitare l'Etna dalla littorina della linea Circumetnea.
"(...) e a Rovittello ecco il palmento del Seicento della Tenuta di Fessina: straordinaria la rete 'idraulica' scavata nella pietra che portava il mosto fino alle botti. Oggi sono sei giganti da 35 ettolitri l'uno assemblati in Piemonte dallo storico bottaio Gamba di Castell'Alfero. Li ha voluti un altro piemontese: Federico Curtaz, approdato ai piedi dell'Etna, dopo anni di esperienza vitivinicola in giro per l'Italia, da Gaja a scendere. Sull'aia il silenzio è rotto dallo sferragliare della littorina della linea Circumetnea".
E un'attenzione sensibile è quella che dedica a Federico anche il blogger Juri Borgianni nel Grappolo Rosso di lunedì, reduce da Forte divino 2010: "(...)Signori devo essere sincero, ad un certo punto della conversazione mi son sentito davanti ad un vero e proprio umanista del vino. Chi è nel settore o un semplice appassionato sicuramente conoscerà il Federico Curtaz dei 15 anni di Gaja, ma in questa intervista siamo voluti andare oltre a quello che ha fatto conoscere Federico in tutta italia e se non in tutto il mondo. Gli abbiamo chiesto qual'è stata la sua prima scuola di vino e lui, molto teneramente mi ha raccontato che il suo primo contatto con questo mondo lo ha avuto da piccolo quando sua nonna lo infilava dentro i tini per pulirli. (...)Un grandissimo incontro, una delle persone che se le incontri nel momento giusto rischi veramente che ti cambino la vita, umile come chi conosce la fatica ed il duro lavoro della vigna, ma forte e sicuro del suo bagaglio culturale e professionale che si porta dietro. Voglio chiudere questo post con una frase che mi ha detto e che mi ha colpito tantissimo, una frase che secondo me racchiude tutto ciò che di poetico c'è dietro ad un progetto o percorso di vita dettato dalla passione, parlando proprio della passione per quello che facciamo mi ha detto... 'Voglio vivere sempre con la serietà di un bambino che gioca' che frase bellissima".
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