23 Settembre 2013
Pecchio è un re: non una nota musicale.
E’ un sovrano, sul suo trono a rotelle: si muove così, ora, verso il suo popolo, di cui si sente membro e non sovrano.
Si muoveva tenendo uno scettro in ogni mano, un tempo, ma non gli servono più, ormai.
Si mascherava da indiano, per Carnevale, quando era molto piccolo.
Sembrava Toro Seduto, seduto, appunto, sul suo trono a rotelle.
Pecchio è un re e pensa:”Tutti lo si è, un po’, in un certo senso, indipendentemente dalla fede istituzionale effettiva”.
Lo si è perché costretti a sederci su di un trono, per alcuni secondi o minuti, nel corso di ogni giornata.
Se ne farebbe, volentieri, a meno, forse, se non si rischiasse di morire.
Si è costretti a scappare, come Cenerentola, congedandoci dal Principe Azzurro, con cui si stava bene, ma scocca la mezzanotte e l’incantesimo dello stare bene insieme finisce.
Pecchio (all’anagrafe: Luca Lapi)