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Maschera tragica e comica (mosaico romano della Villa Adriana)
Da un po' di tempo non accetto più i premi legati ai blog.
Se guardate in fondo ne potrete vedere alcuni.
Perché non ho più continuato?
Perché l'accettare il premio significa dire a tua volta quali blog tu premi e per me era sempre difficile scegliere poiché mica potevo premiarli tutti (Il numero è indicato nel regolamento del premio)
Quindi mi sono detta Vabbé, preferisco non accettare più e se per caso qualcuno me lo consegna, io rifiuto ringraziando anche di aver pensato a me.
E infatti quest'ultima cosa è successa.
Ora però faccio un'eccezione.
Nel senso, non accetto il premio ma rispondo alle domande sul teatro (come mi è stato chiesto e devo dire che sono contenta che me l'abbia chiesto) che Drama Queen ha stilato nel suo post.
Quindi ecco a voi, se vi può interessare, le mie risposte alle sue domande.
1. Soffri di "panico da palcoscenico" quando devi parlare in pubblico o partecipare ad un'esibizione di qualsiasi genere?
Più che panico da palcoscenico, mi sento sempre molto emozionata prima di salire su qualsiasi palco, anche solo parlare davanti a un pubblico. Non mi fa male sentire questo, anzi mi piace. Non cerco di combattere quello che sento. Anzi, sto in una fase di quiete prima di salire sul palco per uno spettacolo ed è falsa. In realtà sto radunando tutte le mie forze, tutto quello che posso sentire e le mie sensazioni si ampliano poiché il palcoscenico amplia tutto e alla fine uso queste forze. Le mie guide del passato mi dicevano che allo spettacolo ero sempre di più, più intensa, più decisa che alle prove (e io mi impegno tanto anche nelle prove). L'adrenalina del palco è una forza micidiale e immensa.
2. Riesci ad immedesimarti facilmente in una situazione diversa dalla tua?
Più che altro faccio maggior fatica quando certe situazioni sono più simili a ciò che ho vissuto perché ho questo riserbo verso me stessa, questa volontà di proteggermi dagli sguardi degli altri. Può sembrare strano visto che sono perfettamente consapevole di come funziona l'attore ovvero il suo esporre agli altri. Comunque è una cosa sulla quale mi sto impegnando ovvero ad abbandonare questo pudore.
3. Ti piacerebbe di più interpretare un personaggio buono o cattivo? Perché?
Non mi importa tanto se il personaggio sia buono o cattivo. Mi importa che sia un personaggio completo, con le sue paure, le sue ansie, le sue speranze ecc... Inoltre dire che un personaggio sia buono o cattivo lo trovo piuttosto riduttivo: una persona, e così anche un personaggio, non è un monolite granitico. Comunque sono interessata ad interpretare personaggi che mi attirano, che sono quasi una sfida per me indipendentemente dal loro carattere.
4. In che epoca e in che luogo ti piacerebbe ambientare uno spettacolo?
Mi piacerebbero tanto Europa del Fine Ottocento-Inizio Novecento con tutte quelle donne un po' femme fatale. Oppure la Grecia Classica o anche il Giappone sempre Fine Ottocento, Inizio Novecento.
Ma soprattutto sono interessata ai non-luoghi senza tempo tipo un bosco sacro, una sorgente che era prima una creatura mitologica e simili. Questo per me sarebbe il massimo.
5. Sceglieresti un nome d'arte? Se sì, quale?
Ahhahaha!!! Per questo ho già fatto ;) Infatti AlmaCattleya non è solo un nickname ma è stato pensato prima come nome d'arte. Perchè? Non perché pensavo "Per essere una vera artista ci vuole un nome d'arte". Bensì perché desideravo essere altro e manifestarlo tramite un nome che per me rappresentasse l'arte. Alma deriva dal latino "almus" e significa "che nutre, che dà vita" e in spagnolo significa "anima". La Cattleya invece è un tipo di Orchidea che in Fine Ottocento/Inizio Novecento fu portata in Europa e ci fu un'esplosione di delirio per le orchidee (appunto l'Orchidelirium) e le donne si appuntavano la Cattleya nella scollatura vicino al cuore.
Qualcosa che mi nutre, che mi da l'anima, da portare vicino al cuore... E poi mi piace tantissimo come suona.
In più ho scoperto poi che esiste una Cattleya Alma Kee
gialla e rossa, i colori di RavennaQuesto nome mi porta a pensare che non sono semplicemente Elena Vignoli, ma posso essere benissimo altro.
In più l'ho fatto diventare il nome del mio account su Facebook (vedi qui) e quindi le persone, miei amici hanno iniziato a chiamarmi così anche al di fuori di questo mondo virtuale e questo mi fa davvero piacere.
6. Tragedia o commedia?
Non ho preferenze. Quando dico che faccio teatro, spesso l'altra persona mi chiede Tragico o comico? Credo che un vero attore debba riuscire a giostrarsi bene in entrambi i generi. Poi non dimentichiamo quanto a volte il comico e il drammatico siano in realtà così vicini e non sto parlando solo del tragicomico. Anche nel tragico ci può essere una punta di commedia e così viceversa.
7. Preferiresti fare il doppiatore o il mimo? Tradotto: se ti dicessero che devi usare solo la voce oppure solo i movimenti del corpo per esprimerti, che cosa sceglieresti?
Dipende da alcune cose: dal testo, dal personaggio, dai personaggi intorno, da come si ha intenzione di far sviluppare lo spettacolo, dalla sua chiave di lettura...
Sia la voce che il corpo sono strettamente legati e se per uno spettacolo si da preferenza a un solo aspetto non vuol dire che sia la mia scelta assoluta ma solamente che per quello spettacolo era la scelta migliore.
8. Copione già scritto nei minimi dettagli o improvvisazione?
Preferisco un copione che sia scritto nei dettagli essenziali e che dia possibilità di improvvisare. Insomma, una via di mezzo. Anche perché come attrice posso avere una sensibilità diversa (non migliore sia chiaro) rispetto ad altre ed io posso dare, posso prestare la mia voce, il mio corpo, il mio modo di essere per quel ruolo e per quello spettacolo. Ovviamente questa cosa riguarda anche i registi. Preferisco che sia uno che mi dia fiducia, che sa quello che posso dare e allo stesso tempo che mi modelli come lui desidera. Non si tratta qui del mito di Pigmalione ma semplicemente accetto che un regista mi cambi per quel ruolo secondo la sua idea di base. E' una questione di fiducia reciproca.
9. Quale sarebbe il tuo gesto portafortuna prima di entrare in scena?
In realtà non è un gesto, ma una frase ovvero "Spacca, spacca, spacca" (sembra tanto Hulk-esca :D )
Sul palco posso permettermi di essere una forza della Natura come io mi sento dentro. Posso essere sia una furia pazzesca che gentile e soave.
A volte poi questi elementi li faccio alternare in uno stesso pezzo e la gente spesso rimane costernata perché non sa cosa aspettarsi.
Quella frase vuol dire anche per me "Dai tutto quello che puoi, dai più del 100%"
10. Con quale attore famoso ti piacerebbe recitare?
Al momento non saprei dire.
Potrei magari dire qualche attore o attrice che sono miei idoli, ma questo non mi basta.
Quindi non so come rispondere alla domanda.
Però c'è da dire che ci sono degli attori ai quali ho detto che mi piacerebbe recitare con loro, ma non lo dico per scaramanzia ;)
Grazie mille.
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