Come vi raccontavo qualche post fa, sto leggendo i titoli che avevo messo da parte da tempo sul desktop e ho iniziato dal genere romance, perciò ho appena letto:
Titolo: Surrender to the earl
Inedito in italiano
Autore: Gayle Callen
Serie: Secondo libro della serie Brides of redemptions
Trama: Anche questo è un romance che va al di là del romance. La protagonista Audry è cieca da quando aveva sette anni e la storia ruota attorno a questa sua cecità a come la vive e a come l'ha plasmata e attorno alla cicatrici di Robert, un conte che ha vissuto esperienze molto difficili in India dove è andato a combattere per un certo periodo. Ora che è tornato in Inghilterra non è molto pronto ad assumersi i suoi doveri di conte, ma deve farlo, nonostante viva costantemente coi sensi di colpa per i commilitoni morti, secondo lui, per colpa di una sua decisione, e per redimersi contatta la vedova di uno di loro per mettersi al suo servizio nel caso abbia bisogno d'aiuto. La vedova è Audry che in effetti ha bisogno d'aiuto infatti vuole fuggire dalla casa paterna dove la trattano come un invalida e la soffocano. Il conte per aiutarla finge un fidanzamento e la porta via, a vivere nella tenuta che il marito le ha lasciato in eredità, che è vicina alla sua tenuta, così i due potranno conoscersi meglio mentre aspettano la data del matrimonio che però non ci sarà, almeno nei piani di lei. Lui invece si invaghisce quasi subito di Audry, il problema sarà convincere lei a risposarsi dopo la prima brutta esperienza col primo marito che l'aveva sposata solo per la dote che aveva poi usato per comprarsi una commissione e partire per l'India abbandonandola dopo la prima notte di nozze. E lasciandola incinta di un bimbo che però poi ha perso.
La mia opinione: Di solito non amo le trame con finti fidanzamenti che poi diventano reali, ma qui la cecità di Audry è raccontata in modo approfondito e diverso dal solito. Forse irrealisticamente lei è quasi totalmente autosufficiente e si risente se la si cerca di aiutare. E questo da un piglio molto diverso al romanzo. Quanto dell'istinto protettivo dell'eroe scaturisce dalla cecità di Audry, quanto dal suo amore o dal fatto che è donna? La stessa Audry si pone questa domanda, che però rimane senza risposta, poiché nemmeno il protagonista maschile lo sa. Sa solo ciò che prova. Audry a volte può apparire fin troppo fissata sul suo voler essere indipendente ma è senza dubbio il suo tratto più realistico. Poiché alle ristrettezze che le donne dell'epoca dovevano soffrire, a lei si aggiungono quelle di un invalido. I suoi parenti sembrano addirittura vergognarsi di lei e tendono a nasconderla agli ospiti. Questo approfondimento sulla cecità rende interessante un romance che invece senza di esso sarebbe piuttosto comune.