Titolo: L'allieva
Autore: Alessia Gazzola
Editore: Longanesi
Trama: E' giovane. E' brava. Non regge bene le autopsie, ma ha tutta la morte davanti. Una morte scuote la Roma bene: quella di Giulia Valenti, appartenente a una famiglia molto in vista. La ragazza, vent'anni appena, è morta in seguito all'assunzione di eroina tagliata male. Un incidente o un omicidio? Certo, il fatto che accanto al corpo non ci sia traccia della siringa lascia pensare che la ragazza non fosse sola. Ma, dato l'ambiente, bisogna muoversi con tatto e diplomazia... Proprio le doti che mancano ad Alice Allevi, giovane specializzanda al secondo anno di medicina legale, che fatica a inserirsi in un ambiente di arrivisti senza scrupoli pronti a tutto per mettersi in vista. Peccato, perché Alice ha un'idea ben precisa di come sono andati i fatti, quella fatidica notte...
La mia opinione: ho ponderato un bel po' prima di scrivere questa recensione, perchè in fondo è il primo libro di una autrice emergente italiana e bisogna tenerne conto.
Inizio col dire che se l'avessi comprato a prezzo pieno mi sarei un pò pentita di averlo fatto, ma avendolo avuto in offerta, in fondo sono felice e soddisfatta di averlo comprato.
Detto questo bisogna semplicemente dire che è un libro che può piacere o meno, ma che è scritto bene, per essere di un esordiente. Il fatto è che è stato presentato in un certo modo, pubblicizzato facendo riferimento a Temperance Brennane, Grey's anatony, Doctor House, CSI.....ecco con loro non c'entra proprio nulla. Il lato medico, e questo è un difetto spiacevole del libro, è molto poco trattato e solo superficialmente. Non assistiamo a lunghe analisi, a dure gionate di lavoro ben descritte, no, l'autrice glissa, dice semplicemente molte volte che Alessia ha lavorato tutto il giorno, punto e basta. Ed è un peccato perchè approfondire la vita di un medico legale sul lavoro renderebbe il libro molto più interessante. altrimenti neanche si nota che la protagonista è una studentessa di medicina.
Sì, qualche scena dedicata al lavoro c'è, tipo quando la protagonista perde un cadavere (scena già vista in almeno tre telefilm medici), ma anche lì non è sfruttata al meglio, assistiamo alla perdita, ma il ritrovamento è glissato. C'è molto di sorvolato nel libro, troppo, manca molo approfondimento e ciò è molto italiano, questa vaghezza. Pretendo maggior logica e chiarezza in un giallo medico.
Poi c'è il fatto che la protagonista Alessia mi è stata subito antipatica, è così così...apatica. Le dicono che sta per essere bocciata e lei che fa? nulla, assolutamente nulla. Agisce solo e sempre se spinta dagli altri. A tratti a qualche sussuslto di vita, verso la fine ed il centro del libro, ma molto poco. Continua a dire che ha passione per il mestiere di medico legale, ma di fatto, non lo si vede da nessuna parte che ha questa passione, sul lavoro pensa perennemente ad altro, sbaglia, è distratta svogliata, depressa,.....
Almeno speravo si appasssionasse all'indagine e un pò lo è, ma anche qui sembra indagare e agire solo quando spinta dalla sorella della vittima, non ha mai iniziativa.
Punti positivi del libro, sono lo stile chiaro e scorrevole, anche se con poco approfondimento, e il personaggio di Claudio. Collega di Alessia. Lui è un personaggio verosimile, e anche Ambra ed il Supremo, lo sono, le amiche ed il fratello di Alessia già sono meno realistici....non so, ci sono lati molto minimalistiti nello stile di questa scrittrice, che possono giovare a un libro, ma non ad un giallo scientifico a mio avviso.
Ma teniamo conto che è il primo libro che scrive, e visto il finale di questo libro potrebbe nascere una serie con protagonista Alessia, perciò voglio sperare che nei prossimimi libri avremo una protagonista molto più sicura di sè, e più approfomndimento scientifico.