Il lavoro costa sempre caro alle donne.
Si fatica a trovarlo e quando lo si ottiene, spesso (oltre alle tristi notizie di precariato, lavoro nero, soprusi di vario genere, condivisi, questi, anche dagli uomini, specialmente se giovani) ci si trova anche vittime di molestie sessuali.
Come a Potenza, dove un uomo di 64 anni (Giulio Leonardo Ferrara), all’epoca dei fatti direttore regionale della Sita (FFSS), capo ancora oggi del Consorzio che a Potenza si occupa del trasporto urbano e vicepresidente della Sezione Logistica e Trasporti di Confindustria della Basilicata , ha sottoposto a palpeggiamenti una sua sottoposta.
L’uomo, indagato anche per altri reati, è stato rinviato a giudizio.
In chiusura, mi soffermo a commentare le righe che “La gazzetta del Mezzogiorno.it”, dalla quale sono venuta a conoscenza della notizia, dedica al fatto.
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Non riesco a capire come una molestia sessuale possa essere definita “sexy” come nel titolo.
E’ sexy, far violenza ad una donna? O forse, la donna che viene molestata si sente sexy? Mistero. Bisognerebbe chiedere al giornalista. O farglielo provare, magari si sente più sexy ad essere costretto a subire palpeggiamenti, chissà.
Ma, forse, non era stata costretta, la donna. E nemmeno ha subito palpeggiamenti, visto che il giornalista ha messo i termini “costretta” e “subire” tra virgolette, come se, sotto sotto, in fondo, pensasse che non sia poi stata una violenza sessuale. E infatti, in modo molto coerente, ha virgolettato, in finale, anche quel capo di accusa, mentre gli altri (peculato e violenza privata) no.
I giornalisti dovrebbero imparare una volta per tutte, a dare le notizie in modo corretto. Cosa vogliono dire le parole “sexy” riferite ad una molestia sessuale? E le virgolette messe nell’articolo?
Giustificano, sfumano i significati, sino a distorcerli. In un certo senso, fanno nascere il dubbio che la donna fosse consenziente. Come al solito, si alimenta il clima dove fiorisce, incontrastata, la cultura dello stupro.