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Le molte case dei miei ritorni di Gabriella Valera

Creato il 25 febbraio 2014 da Viadellebelledonne

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“Le molte case dei miei ritorni/ hanno tutte un solo balcone/ che guarda verso il mare” scrive Gabriella Valera in questa sua terza raccolta di poesie che segue, a distanza di quasi una decina di anni, Gente della mia vita e le parole “casa e ritorno” compaiono molte poesie della raccolta “ad indicare un certo nomadismo dell’animo per cui al contempo ci si può sentire a casa propria in ogni parte del mondo e in nessun luogo”. E’ questo uno dei nuclei tematici più forti della silloge che traccia un percorso verso una casa destinata, quella che contiene la persona amata l’“onesto artigiano del bene” “che ha il lento gesto del saggio”.

Sono presenti nella raccolta anche altri temi, come quello dell’arte e della parola poetica. Si veda la splendida poesia che dà inizio alla raccolta: “Una nota/ una nota soltanto/ che eguagli il silenzio/ e avrò trovato la solitudine estrema/ la memoria del mondo” o quello del tempo: “Tempo, datemi tempo/ per la mia lunga vita/ di ragazza solitaria,/ sempre un passo oltre alla soglia,/ sempre tra memoria e futuro/ imprigionata nella ferita/ della libertà”.

In altre liriche il percorso poetico si pone come un’autobiografia in versi: “La mia memoria/ è solo un grumo di parole/ di persone che non amai come dovevo/ e che scrutai nel fondo/ per amarle più di quanto avrei dovuto” oppure vira nella dimensione del mito: “Ero venuta dal mare/

qualche millennio di anni fa/ sapevo che mai avrei potuto lasciare/ gli orizzonti che sfiorano il cielo/ e separare due mondi” o ritorna a una mitica infanzia contrapposta a un oggi di dolore: “Non resta che attraversare la notte/ pensando che avevamo sognato/ quando alto nel cielo/ ci parlava l’amore/ raccontando storie a cui credevamo/. Eravamo bambini allora…”

Ma i temi sono diversi e volgono anche al sociale come nelle poesie dedicate ai bambini kamikaze, oppure parlano di morte “Se ne andarono amici e poeti/ e padre e madre/ con il loro sacchetto di modi consueti” o di malattia “Eppure era casa/ Con quei corridoi / grigi di luce strana /andare incolore di medici e pazienti” o della natura violentata dall’uomo “hanno un’anima gli alberi tagliati/lungo la strada. Tutti uguali in fila/come soldati fucilati lungo un muro”.

   La raccolta, densa di contenuti ed essenziale nella forma, è impreziosita dai bei disegni di Ottavio Gruber e contiene una postfazione di Claudia Azzola.

Gabriella Valera di origine campana insegna all’Università di Trieste, è presidente della Casa delle letterature e promuove il Concorso internazionale di poesia Castello di Duino e il Forum mondiale dei giovani. Per ulteriori informazioni: http://www.valeragruber.eu



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