Dal 16 al 19 ottobre 2014 al Teatro Kopò di Roma, torna in scena la commedia teatrale Le monologhe, diretto e interpretato da Angela Calefato.
Lo spettacolo, che coinvolge la sua creatrice nel duplice ruolo di attrice e regista, si basa sulla vita di tre protagoniste che, in questo modo, inscenano tre monologhi distinti: la delirante Lory, balzata sulle pagine della cronaca mondiale tanti anni fa per un bizzarro e crudele atto di follia femminista che le è valso per sempre il titolo di eroina, l’irriverente Trudy, un personaggio reale della letteratura italiana e la genuina Concetta, la musa di una nota canzone d’amore che, da più di cinquant’anni, cela la sua identità. Al centro della commedia è descritto l’universo femminile, con le sue diverse sfaccettature.
Ma che cosa accomuna queste tre donne? Una cosa è certa, Angela Calefato ha attinto sia dalla vita quotidiana, sia dalla letteratura per tratteggiare al meglio le protagoniste che promettono di far sorridere il pubblico e, magari, spingerlo alla riflessione sulla questione femminile. E quale migliore espediente se non quello dell’ironia? D’altra parte le donne ne sanno una più del diavolo. Il tutto è coadiuvato dalle occasioni proposte dal teatro, che è appunto una delle forme culturali che meglio rappresenta la storia dell’uomo.
I tre monologhi, che compongono lo spettacolo, saranno interpretati con l’uso di pochi costumi di scena, per far risaltare la semplicità e la chiarezza di un linguaggio che vuole raggiungere direttamente il suo pubblico. Ma, ben inteso, qua non si vuole approdare nel burlesco – che talvolta potrebbe sconfinare nella banalità –, ma affrontare diversi temi con intelligenza. Lo stile ricorda piuttosto quello usato dalle attrici come Anna Marchesini – di questa la Calefato ricorda alcuni sketch divertenti –, Franca Valeri e Paola Cortellesi che con le loro esibizioni affrontano i problemi che una donna si trova a vivere nella quotidianità. Basti pensare ai molti personaggi che comunicano le preoccupazioni tipiche di una società in crisi.
Non mancano, poi, alcune considerazioni sugli attuali programmi televisivi. In particolare sugli ormai diffusissimi talent show, che vedono la partecipazione della gente «comune». In realtà questi spettacoli spesso illudono le persone, che sognano così di poter diventare qualcuno. Ci si chiede, dunque, se questa nuova abitudine migliori davvero la vita, o sia solo un altro espediente dello show business.
Le tre monologhe, quindi, trasmette un importante messaggio: il talento, quello vero, emergerà comunque anche senza la partecipazione ai talents. D’altronde l’autrice si diverte persino a cambiare alcuni testi delle canzoni pop, come quelle di Madonna: icona musicale, conosciuta per il suo stile audace e per la capacità di essere multiforme e postmoderna. Perciò la scelta delle musiche non è dettata dal caso. Infatti, la popstar è stata in grado di stravolgere completamente i cliché che vedevano le donne lontane dal business della musica.
Tuttavia nello spettacolo le canzoni sono fondamentali, poiché si vogliono ricordare alcuni personaggi interpretati dalla stessa cantante. Così, Angela Calefato interpreta una suora, in pieno stile Sister Act – film fortunato che ha accresciuto ulteriormente la popolarità della bravissima Whoopi Goldberg –, e che ricorda suor Cristina Scuccia, la vincitrice dell’ultima edizione di The Voice of Italy.
Come lo stile dei costumi, anche le luci e il palco di Le monologhe sono stati scelti con sobrietà, scrivendo inoltre un copione che a prima vista potrebbe sembrare semplice, ma in realtà è più complesso di quanto si pensi. La complessità è data, appunto, dal modo in cui sono affrontati gli argomenti che talvolta suonano come una vera e propria denuncia.
Angela Calefato è un’artista eclettica che fa della sua multiformità la base con cui esprimersi al pubblico. Da sempre interessata al teatro, ha frequentato la scuola di recitazione Murgia Teatro (Martina Franca, TA) diretta da Clarizio di Ciaula e poi la scuola di recitazione Beatrice Bracco di Roma. La sua formazione teatrale è stata affiancata dalle preparazioni in molte discipline come la danza e il canto, ma è nel 2010 che debutta come autrice e regista con lo spettacolo Io non sono Wonder Woman, dedicato alla questione femminile.
Seguono Io sono Wonder Woman… ma anche no (2012), Let’s talking about (2012), Tanti auguri, mon amour (2013), tre atti unici che s’ispirano al corto teatrale del 2010. Inoltre, è autrice di Tanto a me non capita (2011), La storia di Sarah (2012) e la commedia brillante Il tempo è una lavatrice (2013). Infine, ha ricevuto diversi premi attribuiti alla sua carriera di attrice, come il Premio Attori in vetrina come Miglior monologo drammatico, il Premio Artelesia Festival 2010, e come autrice è stata finalista del premio drammaturgia Oltreparola Ctas.
Written by Maila Daniela Tritto
Info
Costo del biglietto: 10 euro
teatro kopò
via vestricio spurinna 47/49 METRO A Numidio QUADRATO
tel 06 45650052 anche whazzup 373 8720 558
prenotazioni [email protected] info