Le monomanie dell’aspirante scrittore

Creato il 19 maggio 2014 da Mcnab75

L’aspirante scrittore è quell’essere sospeso in un eterno limbo. Né carne né pesce, ambisce a essere legittimato in quanto scrittore. Tale legittimazione può venire soltanto da uno stimato professionista del settore: un “vero” editore, un autore di bestseller, un’agenzia letteraria, un importante blog di letteratura.
Fin quando questo diploma/contratto/pacca sulla spalla non arriva, l’aspirante scrittore continuerà a sospirare e a smadonnare contro il mondo, che non comprende il suo talento e la sua grandezza.
O al limite si iscriverà ai provini di Masterpiece.
E dire che c’è poco a cui “aspirare”. Di solito per definirsi scrittore basta, beh… scrivere. E cercarsi un pubblico, senza dimenticare il continuo percorso di miglioramento, che non ha mai fine, ma che è bello percorrere.
Ci sono delle manie, o forse delle fobie, che riguardano il 90% degli aspiranti scrittori. Più o meno sono queste.

Le manie e le fobie dell’aspirante scrittore

  • Trovare una Persona Importante del Mondo dell’Editoria (sì, tutto maiuscolo) che ne riconosca l’innato talento.
  • Far sì che la Persona Importante del Mondo dell’Editoria lo introduca nel Giro Giusto (maiuscolo anche questo).
  • Utilizzare il self-publishing unicamente come esca per attirare una Persona Importante del Mondo dell’Editoria.
  • Sfanculare il self-publishing un nanosecondo dopo aver ricevuto anche la più miserevole proposta di un contratto di pubblicazione.
  • Aprire un blog in cui parlare unicamente delle brutture dell’editoria.
  • Atteggiarsi a grammar nazi per dimostrare di essere uno che la sa lunga.
  • Minacciare di chiudere il blog se dopo un paio di mesi qualche editore non si è fatto avanti per proporre un contratto (sì, è un controsenso del punto precedente. Non fate domande).
  • Se la proposta di contratto arriva, il nostro aspirante scrittore cercherà di entrare subito in qualche blog che funge da house organ di una casa editrice (sì, anche questo è un controsenso… continuate a non fare domande).
  • Una volta entrato nel Giro Giusto, il nostro aspirante scrittore sentirà il bisogno irrefrenabile di sparare a zero contro gli autori indipendenti, notoriamente fonti di tutti i mali della nostra sana e santa editoria.
  • Se invece il contratto di pubblicazione continua a non arrivare, il nostro aspirante scrittore pubblicherà una serie di riflessioni su quanto sia da sfigati dedicarsi a un’attività come la scrittura.
  • La fobia più grande è quella di passare inosservato. Infatti il nostro eroe ritiene impossibile che un talento come il suo non sia stato ancora universalmente riconosciuto. Poco importante se nel mentre si è dimostrato un blogger maleducato, un inopportuno lecchino e/o un mediocre comunicatore. La colpa è sempre del complotto. Svegliaaa!!! (cit.)
  • … E comunque, se proprio la legittimazione non dovesse arrivare, si fa in fretta a scrivere un romanzo sui vampiri liceali innamorati, no? Tanto sarà sicuramente più bello degli altri 9999 già in circolazione, perché il talento fa la differenza.

Postilla: Se volete veramente farmi arrabbiare, definitemi “aspirante scrittore” o “scrittore esordiente”. Nel primo caso è quasi come se insultaste la mia mamma. Così, giusto per avvisarvi…

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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