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Le more di plastica

Da Silviapare
Tornando al minicorso sulle erbe selvatiche che ho seguito una mattina al Golden Gate Park, mi è tornato in mente un aneddoto che ci ha raccontato Leda Meredith, l'esperta che teneva il corso.
Prima però vi faccio vedere un paio di altre cose fra quelle che abbiamo visto.La prima è il wormwood, cioè il famoso assenzio, quello del liquore. Non sapevo che fosse così bello (e che si trovasse letteralmente dappertutto: l'ho visto un sacco di volte senza sapere cosa fosse)
Le more di plastica
La seconda è questa pianta che si chiama tetragonia, o spinacio della Nuova Zelanda. Si mangia cotta come gli spinaci o cruda in insalata; l'abbiamo assaggiata ed è buonissima! Ah, se trovate in giro questa o altre piante e volete portarvene un po' a casa da mangiare, ricordatevi di cogliere la parte in cima al gambo, perché così la pianta può rigenerarsi.
Le more di plastica
Poi c'è la lobularia, o alisso, che avrete visto un sacco di volte ma che forse non avete mai assaggiato. Provate i fiori in insalata: malgrado il profumo dolce, sanno di senape.
Le more di plastica
E per finire, queste le conoscete tutti, vero? Leda ci ha raccontato che spesso tiene giornate come questa per gli alunni delle scuole. Un giorno, mentre portava in giro una classe delle elementari insieme ad alcuni genitori, ha trovato un bel cespuglio di more. I genitori, malgrado lei fosse lì come esperta di erbe selvatiche pagata dalla scuola, si sono rifiutati di far assaggiare le more ai loro figli, temendo che fossero chissà quali frutti velenosi. Qualche ora dopo, Leda ha visto uno di quei genitori fare la spesa in un negozio e comprare more e lamponi dentro le loro belle scatoline di plastica.
Le more di plastica

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