C'è una scena, all'inizio de L'amore secondo Dan, che dice tutto sul film. È il momento del primo incontro tra il protagonista, un vedovo di mezza età con tre figlie femmine interpretato da Steve Carell, e la sofisticata mora francese Juliette Binoche. Lui si finge impiegato come commesso nella libreria in cui lei entra e le chiede che tipo di libro sta cercando. Lei risponde che cerca “qualcosa di divertente, ma non necessariamente di tipo AH AH AH, risate a crepapelle. Non tipo eccessivo sarcasmo sulle persone, ma piuttosto qualcosa di umanamente divertente. E anche che possa prendere alla sprovvista, sorprendere e allo stesso tempo farti riflettere sul fatto che ciò che pensavi non solo era giusto nel modo sbagliato, ma che quando sbagliavi c'era qualcosa di giusto nel tuo sbaglio. La cosa più importante è che voglio esserne completamente travolta e allo stesso tempo non voglio. Insomma, mi piacerebbe sentire un profondo legame con qualcosa.”
"Mi stai consigliando un libro di Moccia? AH AH AH! Ma quanto sei simpatico?"
"Veramente non stavo scherzando..."
"Davvero preferisci quella francese secchiona a moi?"
Questa grande riunione di famiglia per fortuna non si trasforma però in una farsa come succede nel pessimo Big Wedding, nonostante i presupposti ci fossero pure. E qui di nuovo c'è da ringraziare Dio e pure Satana! Nonostante una combinazione di situazioni e di personaggi (lo scrittore tormentato, il fratello superficiale, la francese giramondo e acculturata) già visti e già abusati, L'amore secondo Dan è un film estremamente vivo. Riesce a essere carino, ma non un cariiino stucchevole. Un carino nel senso di piacevole, di sentito, di bello. Con una nota di merito per la piacevole colonna sonora firmata dal cantautore norvegese Sondre Lerche, che appare pure come cantante nella scena sui titoli di coda. Rispetto a molte altre romcom americane, il suo grande merito è quello di essere un film che non sa di plasticoso. Fa sorridere, ma non ridere AH AH AH, ed emoziona in maniera genuina e gentile. Dan in Real Life, dice il titolo originale come al solito ben più efficace della banale scelta italiana, è proprio così e fa “sentire un profondo legame con qualcosa”. Per quanto romanzata e per quanto rientri pur sempre all'interno della categoria commedia sentimentale con tutti i suoi stereotipi annessi e connessi, questa è la vera vita di Dan. Un personaggio da amare, protagonista di un piccolo film indie da amare. (voto 7/10)