Magazine Diario personale

Le motivazioni del boss

Creato il 03 settembre 2015 da Stefanostrong

Le motivazioni del boss
Quando lavoravo in provincia di Caserta, nelle rare occasioni in cui avevo tempo libero, me ne andavo sul lungomare a correre un po'.
Correre era una parola grossa (ok... lo è anche adesso, per gli stronzi che lo hanno pensato), non sapevo idea cosa fosse il running tanto meno il triathlon.
Comunque, già assaporavo i piaceri della fatica.
Ogni volta che andavo incrociavo il locale boss, anch'egli intento a sudare con scarpette e calzoncini.
Nel mio immaginario romantico, chi cerca uno sport di fatica, chi adatta il proprio corpo a stress fisici, deve per forza avere qualche forza interiore che lo rende virtuoso sotto vari punti di vista.
Non riuscivo a comprendere come una persona che provasse la fatica e la successiva euforia derivanti dalla corsa potesse poi compiere gesti abietti.
Una volta, incrociando per caso il tizio ad un bar durante un caffè, qualche dubbio cominciò a sciogliersi.
"Marescià, lo sapete perchè me ne vag' a corre tutti i giorni?" mi disse chiudendo pollice ed indice a cerchio ed infilandoci dentro il dito dell'altra mano "Perchè m'agg' accuort' che aropp' fotto meglio..."
Ecco, quando parlavo di motivazioni, ne immaginavo altre più nobili...

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