![Le nevi del Kilimanjaro. Le nevi del Kilimanjaro.](http://m2.paperblog.com/i/164/1640659/le-nevi-del-kilimanjaro-L-GPMn03.jpeg)
La pesa dei portatori.
Marangu, paese dei Chagga, è una cittadina ai piedi della grande montagna. Grazie al relativo benessere che deriva dal suo interesse turistico, non ha un'aria molto africana, ma, affacciata com'è al confine del parco, diventa il punto di passaggio obbligato per chi arriva qui spinto dalla fama della vetta dell'Africa. E' domenica e lungo le strade, fiancheggiate dalle piantagioni di banane e caffè (di montagna che il gusto ci guadagna), vedi gruppi di persone con il loro migliore vestito che si dirigono alla funzione in una delle numerosissime chiese che costellano i paesi circostanti. Qui piove molto, la natura è rigogliosa e le piante fitte anche ai bordi della strada sono di un verde carico e grasso. Il clima è fresco e ricco di acque, cascatelle, torrenti. Il gigante addormentato sta lì, immenso anche a 100 chilometri di distanza, solo con sé stesso non appartenendo ad alcuna catena, con l'asindoto perfetto dei fianchi che salgono uniformi verso il bordo superiore del cratere, grigioazzurri per la distanza a perdersi nelle nubi che nascondono sempre la cima. Pare quasi un ritrosia snob, questo volersi continuamente celare, un fare il misterioso per invitarti alla scoperta, alla salita. Un richiamo che affascina molti, che accorrono si può dire in massa per conquistare i quasi 6000 metri della punta, il tetto del continente, comunque una bella bandierina da mettere nel palmarés per chi ama queste cose, oltretutto pare di nessuna difficoltà alpinistica, in pratica un comodo sentiero che ti accompagna fino alla punta.![Le nevi del Kilimanjaro. Le nevi del Kilimanjaro.](http://m2.paperblog.com/i/164/1640659/le-nevi-del-kilimanjaro-L-Xa1VQB.jpeg)
Non farebbe caldo, in teoria, ma come mai allora rivoli di sudore convinto cominciano a scorrere lungo la schiena, goccioloni si aggrumano ed iniziano a piovere dalla fronte, il dorso delle mani si fa umido e scivoloso? Sarà questa umidità spessa ed il silenzio della foresta che attutisce il tuo passo che a poco a poco si fa subito lento e pesante. Per forza, è la quota, ti consoli, pensando che superati i 2000 bisogna procedere con più calma, mentre la guida invece fila davanti con decisione, gettando di tanto in tanto uno sguardo all'indietro per vedere di non perderti. Le ore passano lentissime e il respiro diventa affannoso. La breve sosta per mettere sotto i denti la coscia di pollo rinsecchita e il muffin di segatura contenuti nel lunch box, non ti ristora affatto attorno ai 2500, solo la consolazione che si tratta di peso in meno da portare è di linimento. Riprende la marcia, sempre più faticosa, sempre più lenta ed affannata. La foresta complice del tormento, diventa una selva oscura in cui non ti puoi perdere, ma devi subire per scontare i tuoi peccati, che devono essere gravi assai se ti sei voluto volontariamente sottoporre a tutto ciò, pagando per giunta. Ogni passo in più, quando ti avvicini ai 3000 è semplice soffrire, autolesionismo puro su una via crucis umida e beffarda, in cui ti vedi sfilare da gruppi di coreani o tedeschi che a passo spedito, prendono questo primo step come una sgambata per sciogliere il muscolo in attesa dei giorni successivi, quelli sì impegnativi.
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La nebbia e le nubi spesse avvolgevano la cima impedendo anche di godere almeno per un attimo del meritato panorama. Ma questa è la vita dell'alpinista, ahimè. Io mi contento di meno e la discesa a valle rimane un po' come una liberazione, un perdono definitivo per i peccati commessi. Ti senti più leggero, penitente volontario, ma in fondo è stato bello e mentre te ne vai la cima del Kili si libera un poco, quasi a volerti mandare un saluto per non aver cercato di violarlo fino in fondo. Ma si chissenefrega se le gambe domani saranno tutto un fremito di dolore, se i piedi coperti di bolle non vorranno più stare nelle scarpe, se anche le spalle grideranno il loro rifiuto agli spallacci dello zaino, in fondo si starà comodamente seduti su una macchina per un po'. Ma sarà davvero così?
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Uhuru pick.
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