Cari lettori di MilleOrienti, se state leggendo queste righe significa che fate parte di quel 92% dei navigatori italiani che legge regolarmente news online. La crisi dell’editoria cartacea, in Italia e nel mondo, si sta aggravando rapidamente (negli Usa, per esempio, le vendite dei quotidiani sono in caduta libera); con altrettanta rapidità cambiano i processi di produzione delle news in Rete, con i social network che si trasformano in social media, cioè in piazze di produzione e condivisione delle news. Alcune stimolanti analisi al riguardo si possono leggere negli atti di un seminario della IAB tenutosi l’8 aprile 2010 nella sede del Sole 24 Ore.
A parte i problemi economici che tutto ciò pone agli editori – i modelli di business dell’editoria cartacea non funzionano più mentre i modelli di business dell’editoria online non funzionano ancora – c’è una questione che ci riguarda tutti più da vicino: quella della qualità dell’informazione. Cioè della sua serietà, attendibilità e indipendenza.
Perché il passaggio delle news dalla carta all’online non implica, di per sè, né un peggioramento né un miglioramento nella produzione delle news. Per capirci: anche tanti webmagazine, blog e social media sono pieni di notizie non verificate, sciocchzze ed errori. Dunque, il punto non sta nel “supporto” utilizzato per le news, ma nella qualità del lavoro e nella possibilità di realizzarlo.
Il mondo della produzione delle news mi sembra oggi teatro di uno scontro fra due tendenze contrapposte: da una parte la tendenza ad accorpare in poche mani quanti più media possibili; dall’altra, una tendenza alla produzione “orizzontale” e alla socializzazione dell’informazione, che si esprime nei social media, nella blogosfera, ecc.
Non so come andrà a finire il gigantesco processo di trasformazione in corso. Ma so che alla fine la qualità dell’informazione – a prescindere dai media in cui si esprimerà – sarà l’elemento vincente. Perché i lettori non sono stupidi e sanno riconoscerla.
Un esempio di ciò che intendo per “qualità”: molti dei blog “amici” di MilleOrienti non sono tenuti da giornalisti professionisti, eppure danno – o commentano – notizie sull’Asia offrendo contributi che i media tradizionali non sanno offrire.
Un altro esempio di “qualità”: gli articoli (come questo) pubblicati in questi giorni da Repubblica sulla grave crisi politica in corso in Thailandia.
L'ex premier thailandese Thaksin Shinawatra
E’ una situazione in cui si contrappongono le “camicie rosse” dell’ex premier e tycoon dei media Thaksin Shinawatra (detto “il Berlusconi d’Asia”) e le “camicie gialle” seguaci dell’oligarchia politico-economico-militare al potere in Thailandia. E’ una crisi che ha avuto momenti quasi comici (la fuga dei ministri in elicottero) e altri drammatici (la polizia che spara sulla folla); in ogni caso è una crisi di non facile lettura, perché non è uno scontro fra il Bene e il Male e, per esempio, entrambi gli schieramenti si dicono fedeli alla monarchia e dichiarano che il re sta dalla loro parte. Ma articoli come quello che ho citato aiutano a comprendere una situazione sociopolitica complessa, illustrata con chiarezza e stando “sul campo”, cioè nelle piazze thailandesi e non dietro a una scrivania.
Morale della favola: cari lettori/produttori di news, in futuro non importerà che abbiate o no in tasca il tesserino da giornalista, né per quale tipo di media produciate. Quel che importa è che, quando produrrete news, vogliate e possiate farlo bene. Cioè con serietà, preparazione e indipendenza. La qualità, ne sono certo, (con)vincerà sempre.
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