Magazine Cinema
Ma come è andata?
Al cinema, sala di 150 posti circa quasi piena, una allegra formazioni di trenta/quarantenni, chi con pargoli, chi con mogli, si è ritrovata, per rivivere, con simpatica nostalgia, i primi anni della loro infanzia, tra risa ed applausi a scena aperta.
Da quando scorrono sullo schermo le prime immagini si capisce che non tutti si ricordavano come erano in realtà i robot che amavano da bambini. Molti rimangono sorpresi dalle proporzioni approssimative, molti dai dialoghi semplici e dalle dinamiche narrative poco articolate. Per tanti il ricordo è più bello della realtà dei fatti.
Sotto il profilo tecnico niente si può dire al lavoro svolto per la presentazione sul grande schermo. Si è proceduto ad un nuovo doppiaggio, mantenendo le voci originali dove possibile, che ha portato, per me purtroppo, a scegliere di proporre i nomi della prima versione italiana dei personaggi di Nagai e non i loro originali (per intenderci Koji è Ryo). La scelta ha, comunque, il suoi lati positivi: finalmente si è abbandonato l'audio in mono degli anni '970 e ci si è aggiornati per godere meglio delle battaglie sui dispositivi moderni.
La parte grafica è quella che ha acquisito maggiore forza con questa operazione. Il restauro del colore ha portato sullo schermo i toni forti delle tinte, ha valorizzato i fondali, dei dipinti di alto livello, esaltandone i toni dei rossi, viola e neri di Apocalittica visione. Non dobbiamo dimenticarci che in ogni singolo episodio la Terra è in pericolo e l'estinzione della razza umana. Tra i mostri di Micene, quelli comandati dal Barone Ashura o dei mostri spaziali e la nostra salvezza i baluardi solidi sono pochi: Mazinga Z, Il Grande Mazinga ed il Getta Robot.
Del trittico proposto in questa prima serata non posso che preferire il secondo capitolo. La sofferenza di Mazinga Z, e del suo pilota, nella battaglia finale è palpabile ed intensa. Anche i più sprezzanti tra il pubblico si sono uniti a soffrire e tifare per questo grande robot Super Lega Z, ma con un grande cuore umano al suo interno. Uniti a soffrire e pronti ad esultare quando il colpo di scena ha spazzato ogni dubbio su chi avrebbe vinto la battaglia finale.
Nel primo episodio, pur nelle sue articolazioni narrative semplici rispetto ad alcuni prodotti contemporanei, il legame tra Akira Fudo e Ryo Kabuto cresce in modo graduale. L'uno spinge l'altro a crescere ed a vincere i punti deboli del suo robot, seppure con arroganza, ma, il secondo, non si pone il minimo dubbio di aiutare un futuro amico nel momento di difficoltà.
Il Getter Robot l'ho sempre visto poco. La rivalità forzata tra i suoi tre piloti ed Tetsuya Tsurugi è palesemente poco credibile ed utile all'umanità, ma non sempre tutto può filare liscio tra gli eroi. La mentalità giapponese, però, riesce a sistemare tutto: anche il nemico più imbattibile riesce ad essere sconfitto con la collaborazione.
Palese, rispetto alla narrativa contemporanea, il ruolo di contorno delle donne. Già nella società giapponese fanno più fatica ad emergere adesso, figuriamoci in quegli anni. I robot guidati da Sayaka Yumi sono carne da macello in ogni momento, non riescono a portare un solo colpo contro gli avversari e vengono subito distrutti. Venus Alpha, invece, guidato dalla bellissima Jun Hono, è un'altra cosa. In anticipo sui tempi qui come su tanto altro, Nagai Go, ritaglia una parte, ed un carattere, più importante per questa ragazza combattiva.
Uno sguardo sulla società giapponese, nella quale da sempre i giovani devono lottare contro i più anziani per trovare il loro posto nella società, lanciato attraverso gli occhi dei robot giganteschi. Robot enormi che ospitano dentro di loro piloti danno tutto ciò che possono per garantire un futuro al nostro pianeta.
Una buona operazione nostalgia destinata ad un unico passaggio in sala (si replica con altri tre episodi settimana prossima), ma con l'intento di aprire un nuovo mercato di DVD e gadget sfruttando le icone che hanno visto crescere generazioni di bambini e sbarcare i cartoni animati giapponesi nel Bel Paese.
Majinga Zetto tai Debiruman
Regia: Tomoharu Katsumata
Origine: Giappone, 1973
Majinga Zetto tai Ankoku Daishogun
Nobutaka Nishizawa
1974
Gureto Majinga tai Getta Robo
Masayuki Akehi
1975
Distribuzione: Yamato Video/Koch Media
Durata: 116'
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