Fondata nel 2004, la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni ha avuto modo di espandersi nel settore tematico e geografico. Son ben venti le collane editoriali della casa editrice, venti sono dunque le braccia che accolgono la diversità per condurre oltre i confini territoriali e mentali. La denominazione delle collane è in linea con la politica della casa editrice, troviamo infatti: “Letteratura di Confine”, “Trasfigurazioni”, “Mappe di una nuova èra”, “Saggi”, “Rivelazioni”, “Poesia”, “Fairie”, “Atlantide”, “La quiete e l’inquietudine”, “Oltre il confine”, “Scritti in scena”, “Sopralerighe”, “Heroides”, “Poesia e vita”, “Echi dalla storia”, “Visioni”, “Margini liberi”, “Echi da internet”, “Radici”, “Supernal Armony”.
Ecco le novità per il mese di giugno 2012:
“Capelli – dentro la mente di un serial killer” di Massimo Bianco
Collana “La Quiete e l’Inquietudine”. “Capelli” ha un inizio soft, in cui l’attenzione è rivolta alla vita di alcuni ultratrentenni legati da un tragico passato. Ma uno di costoro è scosso da intense e tortuose pulsioni di morte, che durante un sanguinoso mese di agosto lo spingeranno a uccidere tre persone nel giro di pochi giorni, segnando per il lettore l’inizio di un’inarrestabile escalation nell’orrore e di un’approfondita introspezione della mente di un pericoloso serial killer, morbosamente attratto dai lunghi capelli femminili. Invece per l’ispettore Ceriale e per il vice commissario Conti sarà una disperata corsa contro il tempo per fermare la catena di delitti. Massimo Bianco scrive senza mezzi termini, con uno stile deciso e vincente, nonché avvincente, intrigante, dalla capacità di stupire, trascinare e coinvolgere. (…) Oltre a essere un thriller ben fatto ed equilibrato, “Capelli” è anche introspezione, argomento inerente alla devianza mentale, un filo sottile che si avvicina a temi attualissimi come la sessualità malata e sconfinante nella maniacalità, patologia che sfocia nell’assassinio, nelle aberranti conseguenze. (…) In “Capelli” è il serial killer il vero protagonista, non i poliziotti che gli danno la caccia, nonostante ovviamente costoro abbiano comunque ampio spazio.
“Nudo d’Amore” di Antonio Pelliccia.
Collana “Trasfigurazioni”. Il tema dell’assenza della donna amata e dunque di una salda ragione di felicità nella vita è l’essenza della raccolta “Nudo d’Amore”, è un’assenza ossessiva che viene celebrata nelle liriche come se fosse tutto ciò che all’Io Poetico resta: l’assenza. Non troviamo, dunque, dei miseri pianti causati dall’allontanamento dell’amante ma, bensì, una realtà altra che si ciba di questa assenza, che realizza il suo vivere, e dunque la sua esistenza, proprio in questa mancanza idilliaca di un amore, di una figura al suo fianco che possa sostenerlo nel momenti ardui ed incostanti. L’Io realizza delle invocazioni alla mancanza come possiamo ben analizzare in liriche come “Lamento”:
“La tua assenza/ è il mio canto,/ la mia sola ragione,/ la tua assenza/ è il rimpianto sofferto/ del mio tempo,/ una lama che m’infiggi/ nel petto/ e la ferita/ che mi sanguina ancora./ La tua assenza/ è il profumo di fiore/ dei giorni di dolore,/ l’unico fuoco/ che accende le mie ore,/ la tua assenza/ è il rosario che sgrano,/ semina di un ricordo/ per il tuo ritorno.”
Ma in “Nudo d’Amore” incontriamo anche uno spirito in continuo cambiamento che desidera conoscere il diverso, ciò che ancora non comprende, viaggiare in posti esotici, vedere metropoli lontane, percepire villaggi, assistere a mutamenti climatici, porsi nello sguardo dell’altro, dello sconosciuto per apprendere e portare avanti la trasformazione della percezione tanto cara all’Io, il quale abbisogna di definirsi e scomporsi in ogni istante del suo esistere.
“Morgete fragranze incise d’agave” di Mario Raso
Collana “La Quiete e l’Inquietudine”. Il titolo “Morgete fragranze incise d’agave” è naturalmente ispirato al mio patrimonio genetico ereditato dai miei avi in terra di Morgetia dall’eroe Morgetio condottiero del leggendario re Italo che, appunto, diede nome agli abitanti gli italici anticamente vissuti sulla parte estrema dello stivale ricca di cultura pre-ellenica, l’attuale provincia di Reggio
Calabria nella quale crebbe l’odierna amata terra nostra nominata Italia. Fragranze sono i gusti del bergamotto degli ulivi secolari, dei boschi di castagni del parco nazionale d’Aspromonte dove il mio paese è incastonato al centro sul terrazzo da dove si scorge il Tirreno e le isole Eolie quando c’è bel tempo, dei tramonti viola del profumo dei due mari che baciano i fianchi delle costa, del miele d’arancio che mi porto nel cuore e nell’anima. Incisa d’agave perché i primi 18 anni li ho vissuti nella mia amata Cittanova e, l’agave è una pianta anche mediterranea, che fiorisce dopo diciotto anni circa. Il mio Entusiasmo poetico nato dal piacere per un amore immaginato, per un ricordo affiorato all’improvviso, per un segno ancestrale di preghiera come di ringraziamento quanto di immaginazione, per un viaggio col mito ellenico o nordico, oppure dell’estremo oriente o, rivelato da urla del mondo della natura e, anche dell’istinto primordiale di parlare col Creatore, porta l’estro a scatenarsi dall’inconscio.
“Cor core in pace” di Andrea Furbini
Collana Poesia. Dalla prefazione di Marco Baldini: Ho conosciuto Andrea Furbini qualche anno fa e subito ho visto in lui del talento. L’ho preso con me in radio e per un anno abbiamo dato vita ai “pensieri di Cassandrino”, uno spazio della mia trasmissione del mattino che andava in onda tutti i giorni. Sono stato colpito dalla facilità che Andrea ha di sintetizzare le situazioni, i fatti di cronaca e anche i sentimenti e trasporli in rima; che siano sonetti, monologhi o piccole poesie. Lo stile è quello dei poeti romani di una volta, quelli che attaccavano alle statue di
Roma la loro satira contro i potenti, il malcostume e i soprusi. Erano un po’ la “radio” di quel tempo, il termometro dell’umore del popolo e il loro stile era graffiante, diretto e dotato sempre di un sottile umorismo. Se mi avessero letto una composizione di Andrea e mi avessero detto che era una poesia del XIX secolo, non avrei avuto difficoltà a crederci perché lo stile è quello e non è frutto di studi, anche se Andrea legge molto, bensì di dote naturale, di una magica alchimia che fa sì che un uomo del XXI secolo riesca a scrivere e a pensare come quei poeti di due secoli prima descrivendo l’attualità dei giorni nostri. è per questo che Andrea ha scelto come pseudonimo: Cassandrino, un’antica maschera tipica di quel periodo, divenuta burattino nel XIX secolo (funzione che ebbe anche il burattino di Rugantino), non solo per scrivere ma anche per recitare le sue composizioni nelle osterie, nelle piazze e nei teatri improvvisati come facevano una volta gli artisti di strada.
“Transiti diversi” di Antonio Pelliccia, Claudia Piccinno, Alessio Salvini, Maria Luisa Lamanna
Collana “Trasfigurazioni”. Varcare le soglie del verso, insistere sulle particolarità dell’espressione, metabolizzare i pensieri riuscendo a ricavarne immagini condivisibili, rimembrare delle storie esistenti solamente nella memoria, ed infine sottolineare il tutto con una acuta cura della sonorità. Il titolo della raccolta poetica “Transiti diversi” è un calembour che simboleggia il movimento che avviene nella creazione letteraria con l’assembramento dei sintagmi nominali e verbali; dei movimenti diversi dunque, in quanto i quattro autori presenti operano utilizzando stili poetico differenti; ed infine è da intendersi come un transito di-verso e dunque un passaggio da un verso all’altro che si materializza in modo totalmente fluido e naturale. Antonio Pelliccia con “Canzoni d’inverno”, Claudia Piccinno con “Potando l’Euforbia”, Alessio Salvini con “Il canto della sera” e Maria Luisa Lamanna con “Tre brividi soltanto” sono i protagonisti di questo incedere di-verso che omaggia la laboriosità delle emozioni.
“Petali di clessidra” di Gastone Cappelloni
Collana “Trasfigurazioni”. Fra amici si dicono a volte cose importanti. Si tratta di quegli attimi di vita quotidiana che rimangono sospesi nel tempo, con la sensazione che non ci saranno molte altre occasioni del genere. Questa poesia è tutta fatta di atmosfere legate ai nostri giorni, ma contemporaneamente ha qualcosa di incorporeo ed infatti sono quasi assenti gli oggetti, con la loro carica consolatoria. Gastone Cappelloni alla ricerca di autenticità ci suggerisce alcune soluzioni per andare avanti, con il suo tono incantato, ironico, scanzonato, amichevole! Postfazione di Giancarlo Lepore.
“Senza titolo” di Christian Iacomucci
Collana Heroides. In questa raccolta c’è un canto senza labbra, una musica senza suono, una silloge senza titolo. Che io motivo così: “Quando il metodo sarà infine trovato, non è detto che non me ne disfi e m’interrompa. La lunga distanza porta inevitabilmente con sé un mediocre
suicidio d’oltranza. E cominciare altrove”. Ed è esattamente ciò che esalta il libro a una potenza bellissima, fenomenale e luminosa. Christian Iacomucci non è il canuto personaggio che potrebbe venirci in mente leggendolo, anzi, è giovane, non ha nemmeno raggiunto i trent’anni, e se non lo dicessi nessuno lo penserebbe. Questo lavoro sembra lo scritto elaborato di un veterano, di una persona estremamente saggia e navigata, magari un anziano professore in pensione, uno che ha avuto modo di leggere molto, di documentarsi, di esperimentare.
“Emozioni” di Anna Corsi
Collana “La Quiete e l’Inquietudine”. Ecco Anna Corsi nella veste di poeta. La conosciamo come quella signora senza età che tanto ci ha appassionati con la storia della sua vita, i dettagli di tanti anni vissuti nel tortuoso cammino della guerra durante il quale non sono mai mancati il sorriso, l’amore, la speranza.
Di tutto quanto letto di questa Autrice, non da meno Il libro di Anna, suo primo lavoro, ne abbiamo tratto molta forza, esemplare oserei dire, la potenza con cui la Nostra scrive, trasmettendo moltissimo coraggio a qualunque lettore. È bello e fa bene dentro attraversare i racconti della Corsi.
“Demoni in soffitta” di Donatella Canepa
Collana “Trasfigurazioni”.
È una comune notte come tutte le altre,
ma non riuscite ad addormentarvi.
Sentite qualcosa che si smuove dentro di voi.
Qualcosa che si muove per la soffitta di casa.
Stasera non avete letto
Dylan Dog.
Salite le scale, impauriti.
Il rumore persiste.
Aprite la porta tremando.
Vi guardate attorno
Non c’è nessuno.
Neanche un topo.
Ma i rumori aumentano, vi frastornano la testa.
Una vecchia cassapanca.
Si muove.
Con la lentezza di un sogno.
Cercate di scendere e di tornare a letto.
Domani sarà mattina.
Domani si andrà a lavoro.
È solo un sogno.
Ma qualcosa di più forte,
di inspiegabile vi spinge verso la cassapanca.
Non è una fattore esterno, è qualcosa che viene da dentro di voi.
Siete voi che portate la vostra mano ad aprirla.
“Nelle meditate attese” di Alfonso Graziano
Collana “La Quiete e l’Inquietudine”. È sempre un onore ma anche un onere accettare di tenere a battesimo l’opera prima, non che l’Autore in questione mai abbia editato, ma tale è- in verità- il suo primo libro: speziato sì di aromi, di muschio, di ambra e rugiada per il suo senso estetico, del bello, intriso di tenerezza, ma anche un atto di sincera ribellione, di nausea per un mondo volgare, incapace di accettare le «exis», le esigenze umane ma pronto a reprimerle. Da cui la violenza morale, psicologica di una società insensibile e massificata, votata all’utilitarismo più bieco (vedi Violenza ) che in tal journal intime, in tale diario di bordo, sembrerebbe stonare a prima vista, ma non è così. Tutto il libro di Alfonso Graziano è coerente al suo dettato poetico. Se la poesia è voce interiore che reclama e dice (non parla solamente e
la differenza è sostanziale) della nostra esperienza esistenziale in senso lato, il Nostro Autore non poteva ingannare la propria coscienza, proprio in quanto guidato da quella voce interiore che si riflette e si espande nella parola, nel verbum. Egli non poteva tacere anche i lati negativi che incontra un’anima bella con il macrocosmo, il fuori di noi, il più delle volte costruzione umana, sociale. Alfonso Graziano dipana la trama originaria del suo essere in questo libro poetico, non silloge semplicemente. Troviamo quindi gioia, dolore, stupore, meraviglia e amore che solo certi spiriti eletti hanno avuto in dono dall’ispirazione di sondare, di esplicare con forma ineccepibile.
“La via dell’ignoto – riverberi d’ignoto” di Haria
Collana “Supernal Armony”. Prima parte. Allegato cd musicale.
Rupe Mutevole Edizioni sarà presente ad ottobre alla Fiera Internazionale del Libro di Milano:
http://oubliettemagazine.com/2012/05/15/rupe-mutevole-edizioni-partecipa-alla-fiera-del-libro-di-milano-dal-26-al-29-ottobre-2012/
Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per ordinare il libro.
http://www.rupemutevoleedizioni.com/
http://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni
http://www.facebook.com/pages/Ufficio-Stampa-Rupe-Mutevole/126491397396993
Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni
(alessia.mocci@hotmail.it)
Fonte:
http://oubliettemagazine.com/2012/07/04/le-novita-editoriali-per-giugno-2012-della-casa-editrice-rupe-mutevole-edizioni/
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