E’ vero: la storia non si ripete mai uguale a sé stessa, ma a volte si assomiglia …
L’idea di far risorgere le gare olimpiche era cominciata a circolare già negli anni ’30 dell’Ottocento, subito dopo la nascita dello stato greco indipendente. Il ricco proprietario terriero ed evergete Evanghelis Zappas, un epirota che aveva fatto fortuna in Valacchia, aveva donato al re di Grecia, Ottone I, un’ingente somma di denaro per celebrare le Olimpiadi con cadenza quadriennale.
Atene, Zappeion, cortile interno
Questi primi giochi, antesignani delle moderne Olimpiadi del CIO (International Olympic Committee), si tennero ad Atene nel 1859, nel 1870 ed ancora nel 1875. Al nome del mecenate si lega anche quella struttura espositiva per mostre agricole ed industriali (Zappeion Megaron) che le prime, successive, Olimpiadi della fine dell’Ottocento, utilizzarono per ospitare diverse gare.Zappas morì nel 1865. E sarebbe riduttivo ricordarlo solo per le Olimpiadi: al suo nome ed al suo operato si legano infatti svariati programmi educativi realizzati in quegli anni. Di lì a poco il progetto olimpico sarà proseguito da Pierre de Fredi barone de Coubertin che, convinto sostenitore dell’idea dello sport come mezzo di fratellanza universale, aveva speso molti anni all’estero per far conoscere le sue idee e raccogliere fondi.
Il logo dell’Olimpiade del 1896
de Coubertin aveva immaginato la prima Olimpiade a Parigi nel 1900, in coincidenza con la grande Esposizione Universale. Per unanime scelta del CIO si preferì Atene e si anticipò la data al 1896.Erano tempi oltremodo duri per la Grecia scossa da una profonda crisi politica, ma soprattutto economica che, solo tre anni prima, aveva costretto il Primo Ministro Charilaos Trikoupis a dichiarare pubblicamente: “distichos eptocheusamen” (purtroppo abbiamo fatto bancarotta). Trikoupis, peraltro del tutto scettico nei confronti del progetto olimpico, nel maggio del 1895 aveva perso le elezioni.
Nell’impossibilità di ricevere aiuti dallo stato andava trovata un’altra soluzione.
Gli evergeti la resero possibile. Sotto la presidenza del principe ereditario Costantino si insediò un comitato speciale con la scopo di sensibilizzare i ricchi greci della diaspora a finanziare l’impresa. Dopo Zappas, sarà un altro di loro, il magnate e filantropo Gheorghios Averoff, a capo della comunità greca di Alessandria d’ Egitto, a rendere possibile lo svolgimento delle prime olimpiadi del CIO donando l’ingente somma (calcolata intorno a 920.000 dracme) con la quale, con lo stesso
Atene, lo stadio, 1896
marmo pentelico utilizzato nell’antichità, si ricostruì interamente lo stadio panatenaico. Quello stesso stadio che, un ventennio prima, la ricerca archeologica aveva individuato sulle pendici dell’Ardetto; quello stesso stadio che già nell’antichità classica era stato il dono di un altro magnate, di Erode Attico che, nel II secolo d.C., aveva così provveduto a rifondare le più importanti feste cittadine: le Panatenee appunto.La crisi greca degli anni ‘80 del XIX secolo non si può certo paragonare a quella attuale; la bancarotta di Atene di allora nulla ha a che vedere con il default controllato di oggi. Però il 22 luglio l’ex Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, si è recato ad Atene in compagnia di una nutrita pattuglia di ricchi uomini d’affari greco-americani. L’impresa, denominata “The Hellenic Initiative (THI)”, un’organizzazione non governativa e non-profit, intende mettere a disposizione del Paese le riso
rse dei Greci della diaspora. Ne fanno parte, tra gli altri: Andrew Liveris (Presidente e CEO di Dow Chemical Company), George Stamas e John Calamos (Presidente e CEO della Calamos Investments), Muthar Kent (Presidente e CEO della Coca-Cola Company). I colloqui si sono incentrati sulle possibilità di attrarre investimenti e di far ripartire la disastrata economia del Paese. In particolare Andrew Liveris intende provvedere ad elargire medicinali alla popolazione stremata da quattro anni di crisi.La storia, forse, non si ripete uguale, di sicuro si assomiglia…
Elle