Rappresentazione schematica dell’interno del pianeta Titano sulla base dei dati raccolti dalla sonda Cassini della NASA. Crediti NASA/JPL.
Il nebbioso Titano, satellite di Saturno, è entrato nel corto elenco di lune che probabilmente ospitano un oceano d’acqua al di sotto della superficie in base alle ultime scoperte della sonda spaziale Cassini della NASA.
Titano impiega 16 giorni per orbitare intorno al suo pianeta lungo un’orbita ellittica e viene ritmicamente “spremuto” dall’azione gravitazionale del pianeta gigante, un effetto noto come flessione mareale (tidal flexing). Se il satellite fosse composto per lo più da roccia, la flessione sarebbe intorno al metro, ma in base alle misurazioni della sonda Cassini, che sta orbitando intorno al pianeta Saturno dal 2004, Titano presenta una flessione più grande, in particolare dieci volte maggiore, arrivando quindi ad un valore pari a 10 metri. Questo comporta che Titano non sia del tutto solido.
In realtà, i ricercatori che lavorano sulla missione Cassini, stimano che vi sia un oceano di acqua liquida sotto la crosta ghiacciata, forse tra due strati di ghiaccio o di roccia.
“Le misure gravitazionali di Titano sono sicuramente i dati migliori che abbiamo sulla struttura interna di Titano” ha affermato Sami Asmar, del team di Cassini presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA.
“Il risultato di Cassini di grandi maree su Titano porta alla conclusione quasi inevitabile che ci sia un oceano nascosto in profondità” ha affermato Luciano Iess, membro del team di Cassini presso l’Università Sapienza di Roma. “La ricerca di acqua è un obiettivo importante nell’esplorazione del sistema solare e ora abbiamo individuato un altro posto dove essa è abbondante”.
Anche se l’acqua liquida è necessaria per lo sviluppo della vita, la sua presenza da sola non garantisce che gli organismi alieni stiano davvero nuotando sotto la superficie di Titano. Si ritiene che l’acqua debba essere a contatto con la roccia in modo da creare le basi necessarie per la vita. Ancora non si sa in quali condizioni al contorno vi siano nel mare interno di Titano. Ma la presenza di un tale oceano, che possa contenere tracce di ammoniaca, contribuirebbe a spiegare come il metano venga reintegrato nella densa atmosfera del satellite di Saturno.
La coltre di nubi su Titano. Crediti NASA/JPL/Cassini Team.“La presenza di uno strato d’acqua allo stato liquido dentro Titano è importante perchè vogliamo capire come il metano viene immagazzinato nell’interno del satellite e come può avere un degassamento in superficie” ha affermato Jonathan Lunine, un membro del team di Cassini presso la Cornell University, Ithaca, New York. “Questo è importante perchè ogni cosa che è unica su Titano deriva dalla presenza dell’abbondanza del metano, ma il metano in atmosfera è instabile e viene distrutto su tempi geologicamente brevi”.
Articolo pubblicato su Science: http://www.sciencemag.org/magazine
Richard A. Kerr, Cassini Spies an Ocean Inside Saturn’s Icy, Gassy Moon Titan, Science 29 June 2012: 1629.DOI:10.1126/science.336.6089.1629 disponibile su:
http://www.sciencemag.org/content/336/6089/1629.summary?sid=8fca0d19-7f85-440b-aef6-2a48182a5880
Fonte UniverseToday: http://www.universetoday.com/96027/titans-tides-suggest-a-subsurface-sea/#more-96027
Sabrina