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Le origini della Carbonara… ???

Da Ciroiodice @myHotelscout

Sul nostro gruppo FB “CIVIFOOD”  ieri parlando di carbonara, ho letto un paio di post che parlavano dell’origine del piatto ed incuriosito ho approfondito un po’ la ricerca, trovando diverse ipotesi e tutte contrastanti. Quella di Wikipedia è la seguente: Le origini del piatto sono laziali. Si tramanda la provenienza del termine come piatto tipico dei carbonai, per la facile reperibilità e conservazione degli ingredienti. Infatti per realizzare la carbonella era necessario sorvegliare la carbonaia per lungo tempo e quindi era importante avere con sé i viveri necessari. La carbonara sarebbe in questo caso l’evoluzione del piatto detto cacio e ova, di origini Laziali e Abruzzesi, che i carbonari usavano portare nei loro “tascapane”, preparati anche il giorno prima e consumati freddi, con il solo utilizzo delle mani (la mancanza delle uova avrebbe dato origine alla pasta cacio e pepe). È un dato di fatto che la carbonara non è citata nel classico manuale di cucina romana di Ada Boni, edito nel 1930. Il piatto è stato registrato per la prima volta nel periodo immediatamente successivo alla liberazione di Roma nel 1944, quando nei mercati romani apparve il bacon portato dalle truppe angloamericane.Questo spiega anche perché nella Carbonara, a differenza di altre salse come l’amatriciana, pancetta e guanciale vengono riportati spesso come ingredienti equivalenti. Poi c’è la teoria che a me personalmente piace meno ma che comunque ritengo plausibile: Il romano doc rabbrividirà a leggere questo titolo, ma sembrerebbe che proprio i soldati Americani, componendo gli ingredienti a loro più cari, uova, pancetta e noodles (i tipici spaghetti cinesi), in un intruglio ancora molto lontano dalla nostra carbonara, abbiano dato il la alla ricetta che oggi conosciamo!   Poi c’è quella che attribuisce ai napoletani una ricetta simile pubblicata in un libro del 1837: Sembrerebbe che già nelle prime edizioni de “La cucina teorico pratica”, edito dal duca di Buonvicino Ippolito Cavalcanti, comparisse una ricetta molto simile a quella che oggi conosciamo. Siamo andati a leggere il libro di Ippolito Cavalcanti. Possiamo quindi dire se è vera la cosiddetta origine “napoletana” della carbonara. In realtà nel libro c’è una ricetta di una pasta che ha come ingrediente l’uovo ed è il “timpano di maccheroni di magro senza pasta”. Tuttavia in questa ricetta non c’è il guanciale, nè la pancetta. Al di là del fatto che l’uovo viene cotto e ricotto. Pertanto tale origine va secondo noi scartata.   Poi c’è quella che l’attribuisce ai carbonai da cui deriverebbe la parola carbonara: L’origine dal carbone: la base della parola Carbonara è carbone. La leggenda narra che questo metodo di cottura della pasta era molto popolare tra i Romani Carbonai, uomini che lavoravano nei boschi, carbonizzando la legna per produrre il carbone. Ma la connessione non è molto convincente. Primo perché non c’erano molti boschi nei dintorni di Roma. E secondo, i carbonai, produttori di carbone, erano lavoratori stagionali, che vivevano lontani dalle loro case per vari mesi di seguito con un accesso limitato alle uova fresche, per non dire agli altri. Invece altri l’attribuiscono ai carbonai umbri… bah?   Poi c’è l’ultima, immancabile che l’attribuisce ai “moti carbonari”, ma non c’è nessuna prova che connetta il piatto ad i carbonari che lottavano per la liberazione del nostro paese.   Alla fine quale sarà la verità? Lascio ad ognuno di voi scegliere quella che preferisce… Io personalmente ritengo che la teoria che mi sembra più plausibile è quella che voglia la nascita di questo splendido primo piatto durante la seconda guerra mondiale ad opera di un soldato americano, intento ad insaporire la pasta con la sua razione di uova e bacon (un piatto tipico della colazione anglossassone); la conferma potrebbe essere data dal fatto che gli ingredienti (uova e pancetta) sono molto utilizzati nei paesi anglosassoni e dal fatto che all’atto pratico non esiste alcuna testimonianza letteraria dell’esistenza di questo piatto prima del 1944, e che a Roma esso era sconosciuto prima della seconda guerra mondiale.    


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