La casa editrice Editoriale Scienza, ben nota per le pubblicazioni divertenti ed originali di divulgazione scientifica per ragazzi, inaugura una collana di narrativa da titolo Fili d’erba.
Si tratta di agili e piccini libri tascabili, il cui intento è quello di raccontare storie che facciano conoscere i progetti di conservazione attivi in tutto il mondo finalizzati alla protezione degli animali in via d’estinzione.
Lo scopo del progetto è quindi, comunque, d’informazione ma il mezzo scelto è quello accattivante e coinvolgente del racconto di fantasia, realizzato – almeno nelle prime due pubblicazioni che avuto il piacere di leggere – con una buona maestria narrativa che non rivela noiosi appesantimenti didascalici.
La parte dove si spiega la struttura e le intenzioni del progetto è, infatti, relegata in poche pagine sul fondo, ben separata dalla storia vera e propria e si presenta come un approfondimento, sicuramente interessante e formativo, ma non necessario alla comprensione delle vicende.
Il bambino viene quindi invitato ad imparare in uno dei modi più piacevoli possibili: con un racconto che vede come protagonista un suo coetaneo.
Storie avvincenti, ben scritte, che lo portano ad immedesimarsi e quindi ad incuriosirsi maggiormente e, soprattutto, a sentirsi sensibilizzato.
L’autrice delle prime due uscite è Nicola Davies, zoologa e appassionata divulgatrice, già nota per altri interessanti lavori già pubblicati in Italia con Editoriale Scienza e con altre case editrici. Opere apprezzatissime, intelligenti e divertenti, anche vincitrici di importanti riconoscimenti (per la collana Piccole Scoperte, già recensita su questo sito, vedi qui)
I libri raccontano storie ambientate in Africa, l’uno, e nell’India Nord-Orientale, l’altro. Entrambe le vicende vedono muovere personaggi appartenenti a tribù locali, aggregazioni di uomini che vivono a contatto con la natura, l’esistenza dei quali è basata fortemente sul rapporto con l’ecosistema, sia in termini di risorse per il sostentamento che in relazione ai pericoli da esso derivanti.
Nel primo – “Le orme del leone” – il protagonista è Pedru, ragazzino che dimora in un villaggio nella Savana, dove si coltiva la terra e si caccia.
I leoni che popolano il territorio sono per gli abitanti una minaccia costante: se affamati posso attaccare gli uomini e in ogni tribù si contano sempre delle persona divorate dai grossi carnivori.
Lo stesso Pedru, all’inizio del racconto, perde il braccio in un incontro troppo ravvicinato con un leone.
Parte da qui il suo interesse per le bestie, dapprima mosso soltanto da un forte desiderio di vendetta poi, dopo l’incontro con i ricercatori che lavorano nella riserva e che si occupano anche della tutela degli animali in via di estinzione, si trasformerà in un sentimento più sfaccettato che lo porterà, infine, a diventare lui stesso studioso ed esperto di leoni.
Una bella storia di crescita che riesce ad aprire uno squarcio attento e realistico sulla vita delle popolazioni della savana e sulla durezza della loro esistenza.
L’autrice, con occhio sensibile, riesce a mostrare la doppia faccia di una vita a contatto con una natura, una fauna in special modo, pericolosa, senza giudicare ma, anzi, evidenziando come un progetto di salvaguardia per essere ben pensato e realizzato deve riuscire ad occuparsi non soltanto delle bestie ma anche degli uomini che accanto ad esse si trovano a vivere.
Stesso sguardo accogliente nei confronti di popolazioni locali e animali, lo troviamo ne “La via degli elefanti”, storia ambientata nelle colline indiane del Gairo.
Qui in gioco sono i mastodontici erbivori e il progetto raccontato è quello che preserva la “via degli elefanti” e cioè quei percorsi che essi devono attraversare per nutrirsi e abbeverarsi.
In un paese molto sovrappopolato come l’India, l’uomo si trova in condizione di dover costruire anche in prossimità dei luoghi che gli elefanti sono abituati a percorrere, creando così problemi di sicurezza – perché gli animali possono distruggere case e uccidere persone – ed economici – perché spesso i raccolti vengono rovinati e mangiati dalle bestie. E’ necessario quindi creare dei corridoi verdi protetti, per far sì che uomini ed elefanti possano convivere il più serenamente possibile, integrati in progetti di salvaguardia delle foreste che diano risorse e alternative di sussistenza alle popolazioni locali.
Nel racconto il personaggio principale è ancora un bambino, Wilen, che vede il suo villaggio messo in pericolo dai passaggi delle enormi bestie.
A lui e alla sua gente il compito di trovare una soluzione, che può essere quella di vendere la propria terra ad un avido speculatore che vuole fare profitti abbattendo la foresta, oppure quella di cercare la collaborazione di chi la natura la vuol salvare operando progetti di tutela e salvaguardia del territorio.
Per fortuna stavolta non sarà il desiderio di soldi e potere a vincere…
Una storia, come la precedente, piacevole e scorrevole, ricca di spunti di riflessione sul senso e l’importanza, ma anche sulle difficoltà, di vivere in equilibrio con il mondo naturale e con tutti i suoi abitanti.
Una piccola collana interessante ed utile per tutti quei ragazzini che amano conoscere il mondo, i suoi problemi e i grandi interrogativi comportamentali con i quali si deve confrontare l’uomo nel momento in cui cessa di sentirsi padrone e inizia a percepirsi, più umilmente, parte dell’ecosistema e responsabile per esso.
Conoscere altre realtà di vita, inoltre, apre la mente, spinge adulti e bambini a confrontarsi col diverso e insegna ad avere punti di vista più ricchi, variegati ed articolati.
Senza trascurare il piacere del viaggio con la fantasia che un libro, mettendo in moto la conoscenza e aprendo ad orizzonti lontani, permette di compiere.
(età consigliata: da otto anni)
Se i libri ti piacciono, comprali qui: Le orme del leone
La via degli elefanti